Claustromania

Mara van Wees, Caio Cestio

 

Dal 16 Ottobre 2019 al 29 Ottobre 2019

Roma

Luogo: Chiostro di Sant’Alessio

Indirizzo: piazza Cavalieri di Malta 2

Orari: lun, mar, giov, ven 9-14, merc 9-17; 19 ottobre 9-12; 23 ottobre 17-20; 29 ottobre 16-19, in occasione delle aperture straordinarie dell’Istituto per la Regione Lazio, la mostra sarà visibile all’interno dei percorsi organizzati

Curatori: Daniela Gallavotti Cavallero

Telefono per informazioni: +39 06.5743442

E-Mail info: studiromani@studiromani.it

Sito ufficiale: http://www.studiromani.it



Dal 16 al 29 ottobre 2019 le porte dell’ex convento di Sant’Alessio si apriranno per la prima volta ad una mostra di arte contemporanea: all’interno del chiostro, luogo quasi sconosciuto agli stessi abitanti di Roma, verrà presentata Claustromania con le opere di Riccardo Monachesi, Giovanna Martinelli, Ninì Santoro e Mara van Wees,  a cura di Daniela Gallavotti Cavallero. La mostra è organizzata da AdA - Associazione Amici dell’Aventino e dall’Istituto Nazionale Studi Romani, con la collaborazione di Letizia Lanzetta, direttore dell’Istituto. 
L’evento, volutamente territoriale, in quanto organizzato da istituzioni, artisti e curatrice tutti abitanti all’Aventino, vuole promuovere l’arte contemporanea su questo colle storico di Roma con l’esposizione di sculture / installazioni site-specific. 

LA MOSTRA, forme di creta e di metallo

Il chiostro dei Santi Bonifacio e Alessio è un luogo segreto e silenzioso. È uno spazio antico, chiuso su tutti i lati dagli edifici conventuali, scandito da alberi di arancio e da un pozzo al centro. Giovanna Martinelli, Riccardo Monachesi, Ninì Santoro e Mara van Wees hanno percorso il chiostro, lo hanno misurato, hanno letto le lapidi antiche sulle pareti fino a entrare in simbiosi con lo spazio e la storia che vi si respira. Ne è nata ClaustroMania, un termine che non deve condurre all’ambito patologico, ma a pensare una condizione umana protetta, come è stata, soprattutto nei secoli passati, la volontaria reclusione dei monaci nei conventi, per dedicarsi allo studio, alla preghiera e alla contemplazione. E come è stata volontariamente isolata e reclusa, anche, una parte della vita di Sant’Alessio.
Nelle opere metalliche di Giovanna Martinelli si percepisce la matrice grafica, il segno netto e sottile, come di scrittura trasferita nelle tre dimensioni. Dove acquista la forza di una struttura architettonica. Espone L’alleanza e Phi.
Riccardo Monachesi ha individuato i temi del viaggio e dell’elemosina, le conchiglie di San Giacomo che rendono riconoscibile il pellegrino. Alle conchiglie si aggiunge una sequenza di ciotole, che scandiscono gli anni passati da Alessio a mendicare. Un altro elemento, simbolico e reale, che caratterizza il pellegrino sono i passi, impressi nella creta come orme d’oro e d’argento.

Di Ninì Santoro, uno dei protagonisti dell’astrattismo, è esposto il grande Ulisse in ferro e inox. La scultura celebra il capostipite dei personaggi la cui vicenda narrativa è incentrata sul viaggio. E Alessio è un Ulisse cristiano, assonante anche nel nome. I due Templari, di una serie di undici esposti per la prima volta nel 1974, alludono qui al vicino complesso del Priorato. Sono il Gran Maestro Jacques de Morleais, giustiziato per ordine di Filippo IV di Francia, e il sodale Montfleury.

Mara van Wees ha privilegiato il tema della scala, scale irregolari e malferme, fatte di frammenti sovrapposti, e sovrapponibili all’infinito. Anche i prismi metallici, costruiti partendo da figure geometriche semplici, la circonferenza e il triangolo equilatero, richiamano il tema della scala, un omaggio nelle proporzioni al modulo della piramide Cestia. Infine, le Planimetrie di corti immaginarie, sculture che hanno come elemento generatore il piano, dialogano con il chiostro e con le iscrizioni marmoree sulle pareti. (dal testo critico, allegato, di Daniela Gallavotti Cavallero)

Il LUOGO

L’antico convento dei Santi Bonifacio e Alessio sull’Aventino, sede dell’Istituto Nazionale degli Studi Romani, è un’importante centro monastico della Roma alto-medievale. L’edificio presenta oggi le severe forme settecentesche conferitegli dal celebre architetto e cartografo Giovan Battista Nolli. Vi si accede da piazza dei Cavalieri di Malta, capolavoro architettonico del Piranesi, attraverso una corte quadrangolare. Cuore dell’antico convento è il chiostro, edificato nel tardo Cinquecento reimpiegando colonne antiche di marmi e graniti, ornate da capitelli romani e rinascimentali; sulle pareti del chiostro è murata una raccolta di epigrafi di epoca medievale. Un’ala dell’edificio si affaccia sul Tevere ed una loggia a tre fornici immette in un giardino aperto su una spettacolare veduta di Roma. All’interno diversi ambienti sono decorati con pitture settecentesche. L’antica biblioteca del convento reca sul soffitto un’Allegoria del progresso delle Scienze e delle Arti, datata 1754. Parte del piano nobile è occupata dall’appartamento reale di Carlo IV di Borbone, che scelse il palazzo come residenza estiva e sede d’esilio dopo l’occupazione napoleonica della Spagna

ROMEARTWEEK

Durante RAW sono previsti incontri con gli artisti ed altri operatori culturali, visite guidate e presentazioni. Il 22 ottobre, alle ore 11.30, il dibattito OPEN BOX, dalla land art al parco scultoreo urbano, a cura di Roberta Melasecca e Mara van Wees: si discuterà della centralità della scultura nella natura e nel contesto urbano, del suo ruolo sociale e del potere persuasivo del site-specific. Interverranno e illustreranno i loro progetti artisti, curatori, e paesaggisti. Per l’occasione sarà presentato OPEN BOX, il progetto artistico e culturale di AdA (Associazione Amici dell’Aventino) per piazza Albina, che vuole creare uno spazio espositivo temporaneo per sculture e installazioni, al fine di dare la possibilità ad artisti di esporre le loro opere all’aperto. Sempre il 22 ottobre, alle ore 15.30, avrà luogo la tavola rotonda presieduta da Claudio Strinati e Riccardo MonachesiIl contemporaneo incontra l’antico, CASO O NECESSITÀ?: la tavola rotonda prende spunto dalla presenza delle sculture in mostra e intende discutere di altri casi in cui antico e contemporaneo si sono trovati accostati in proposte museali o espositive. Ci si domanda: è una necessità contingente per attrarre nuovo pubblico o un'autentica urgenza culturale?
 
Inaugurazione 16 ottobre 2019, ore 17

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