DISTICO - Piero Sadun Vincenzo Scolamiero

DISTICO - Piero Sadun Vincenzo Scolamiero, Galleria Edieuropa, Roma

 

Dal 22 Ottobre 2019 al 30 Novembre 2019

Roma

Luogo: Galleria Edieuropa

Indirizzo: piazza Cenci 56

Orari: dalle 11.30 alle 15.30 e dalle 16.00 alle 19.00. Chiuso lunedì e festivi

Curatori: Marco Di Capua

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 06.64760172

E-Mail info: edieuropa@tiscali.it

Sito ufficiale: http://www.galleriaedieuropa.it



Si inaugura martedì 22 ottobre alle ore 18,30 presso la Galleria Edieuropa di Roma, la mostra “DISTICO - Piero Sadun Vincenzo Scolamiero”, a cura di Marco Di Capua.

Nella doppia personale Piero Sadun-Vincenzo Scolamiero, in mostra alla Galleria Edieuropa, viene sottolineata l’assonanza tra i due artisti, come in un distico che, in poesia, è una strofa formata da una coppia di versi. Distanti cronologicamente, i due artisti s’incontrano e dialogano nella liricità del colore, accomunati da un’urgenza creativa di rappresentare l’interiorità e nella costante ricerca di una pittura evocativa e raffinata.

Piero Sadun, uno dei più importanti artisti del secondo Novecento, non solo straordinario pittore, ma anche progettista d’interni, costumista, scenografo, ideatore di progetti formativi, è stato inoltre promotore della rivista “QUI arte contemporanea”, insieme a Lidio Bozzini, fondatore dalla Galleria Editalia, oggi Edieuropa. In occasione del centenario dalla sua nascita, è stato celebrato, proprio quest’anno, con il progetto “SADUN100”, a cura di Marco Di Capua, con due importanti mostre: a giugno, a L’Aquila, nel Palazzo dell’Emiciclo, e, successivamente a Siena con l’antologica presso i Magazzini del Sale del Palazzo Pubblico. In galleria, a sottolineare il percorso artistico di Sadun, saranno esposte – tra gouaches, olii e tempere su tela – le opere che vanno dall’espressionismo-cubista al periodo morandiano, dall’astrattismo materico degli anni Sessanta fino al 1974, anno della sua prematura scomparsa.

Vincenzo Scolamiero, noto sulla scena nazionale già dalla seconda metà degli anni Ottanta, ha appena concluso la grande mostra personale “Della declinante ombra”, presso il Museo Carlo Bilotti di Roma. Oggi la sua arte ha trovato riscontro e apprezzamento anche da parte di un pubblico internazionale ed è stato invitato a esporre in Cina, in Korea e negli Stati Uniti.

La sua “pittura è evocativa, raffinata, sinestetica… sempre attraversata da un vento… inquieto, che è prima di tutto soffio e respiro interiore”, come la descrive Gabriele Simongini, nel catalogo della mostra al Museo Bilotti. Sull’eco della sua ricerca gestuale, spaziale e meditativa, saranno esposte in mostra le opere inedite dell’ultimo periodo, tra olii, inchiostri e acrilici su tela e su carta.

Piero Sadun nasce l’11 novembre 1919 a Siena, dove frequenta il Liceo Classico Enea Silvio Piccolomini ma, poiché di famiglia ebrea, in seguito alle leggi razziali, consegue la maturità da privatista. Inizia a copiare le statue classiche e ad esercitarsi nel disegno dal vero, frequentando lo studio del pittore Umberto Giunti ed i corsi serali del locale Istituto d’Arte. Più tardi, prende lezioni presso lo studio del pittore futurista Primo Conti a Firenze (1938-1939). Da allora e fino alla fine della guerra, tutte le sue opere saranno firmate T. Duna. L'8 Settembre del 1943 si rifugia da Don Luigi Rosadini, parroco di Vignano, che lo aiuterà, più tardi, a raggiungere le formazioni partigiane sulle montagne aretine. Sono di questo periodo i suoi “Disegni della Resistenza”. Nel 1945 si stabilisce a Roma; segue la sua prima mostra con Scialoja e Stradone presso la Galleria dello Zodiaco. Del 1946 è la personale a Siena presso l'Accademia degli Intronati. Nel 1947 espone insieme con Scialoja, Stradone e Ciarrocchi alla Galleria del Secolo di Roma con presentazione di C. Brandi e l’anno successivo vince il I premio del Concorso Nazionale di Pittura del Ministero della Pubblica Istruzione. Insegna Disegno al Liceo Artistico di Roma. Nel 1950 parte per la Francia con una borsa di studio del Governo Francese. Tornato a Roma, realizza, per incarico del coreografo A. Millos, le scene ed i costumi del balletto “Il Figliuol Prodigo” di Prokofiev per il Teatro dell'Opera. Espone alla Biennale di Venezia. Nel 1951 è premiato a Milano nell'edizione del Premio Borletti. Fino al 1953 insegna Storia del Costume presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Nel 1954 vince il Concorso per la Cattedra di insegnamento di Arti Grafiche per L'Istituto d'Arte di Urbino. Tiene una mostra personale alla Galleria La Tartaruga, con presentazione di Leoncillo. Nel 1955 espone 16 dipinti ispirati alla vita del circo, alla Galleria La Medusa di Roma. Nel 1956 viene premiato a Spoleto alla IV Mostra Nazionale di Arti Figurative. Nel 1957 espone alla Galleria Delius di New York, con la presentazione di L. Venturi. Del 1958 è la mostra personale alla Galleria la Medusa di Roma, con presentazione di G. Marchiori e alla Galleria il Milione di Milano, con presentazione di C. Brandi. Nel 1959 illustra la pubblicazione della R.A.I. “Terzo programma” con 7 disegni. Vince il Premio dell'Agip al Premio Marche. Del 1960 è la sala personale alla XXX Biennale di Venezia. E' premiato nel 1962 al Concorso di Arti Figurative del Ministero della Pubblica Istruzione e nel 1963 vince il Premio del Presidente della Repubblica, al Premio Marche. Del 1964 è la mostra alla Galleria La Salita di Roma, con presentazione di C. Vivaldi e M. Volpi. Nel 1966, con Ettore Colla, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Leoncillo Leonardi, Seymour Lipton e Victor Pasmore, dà vita alla rivista QUI arte contemporanea, pubblicata dalla Editalia di Lidio Bozzini. Nello stesso anno, con la cooperazione di M. Volpi, Lidio Bozzini avvia l’attività espositiva della galleria omonima, dove Sadun terrà, nel 1972, una mostra personale e successivamente, dopo la sua morte, nel 1976, nel 1984, nel 1993 e nel 2001. Risale invece al 1968 la sua partecipazione alla Sesta Biennale. Rassegna delle arti figurative di Roma e del Lazio, con tre composizioni sul tema della Luna. Nel 1967 A. Milloss gli affida le scene ed i costumi per “L'Erwartung do Schoenberg” rappresentato al Teatro dell’ Opera di Roma. Nel 1969 è nominato Direttore della neo-fondata Accademia di Belle Arti dell'Aquila. Realizza le scene ed i costumi per il coreografo Zappolini per “L'Isters” di Egisto Macchi, rappresentato al Teatro Eliseo di Roma. Nel 1973 si ammala. In aprile e poi in agosto, subisce due gravi operazioni, che lo privano della parola. Continua a dipingere incurante del male. Espone a Roma alla X Quadriennale d'Arte. Il 22 novembre del 1974 muore prematuramente a Siena. Nel 1976 l’Ente Nazionale Premi Roma organizza, con la collaborazione dell’Editalia, a Palazzo Barberini una grande retrospettiva in ricordo dell’artista, con contributi in catalogo di C. Brandi, L. Trucchi e M. Volpi; la stessa mostra viene poi esposta l’anno successivo presso il Palazzo Pubblico di Siena, con i “Disegni della Resistenza”. Nel 2019, in occasione del centenario dalla sua nascita, è stato organizzato dagli Eredi Sadun, in collaborazione con la Galleria Edieuropa, il progetto SADUN100. La prima tappa si è svolta a L’Aquila presso il Palazzo dell’Emiciclo, nel mese di giugno, con una selezione di opere degli anni Sessanta fino al 1974; a seguire, un’ importante Mostra Antologica, a Siena, presso i Magazzini del Sale Palazzo Pubblico, dal mese di luglio al settembre 2019.

Vincenzo Scolamiero nasce a Roma nel 1956. E’ docente di Pittura presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma, città nella quale vive e lavora. L’attività espositiva comincia negli anni Ottanta. Nel 1983 partecipa all’Expo Arte di Bari in rappresentanza dell’Accademia di Belle Arti di Roma, inviato dall’allora direttore Toti Scialoja. Del 1987 è la prima personale alla Galleria Il Ferro di Cavallo di Roma a cura di Antonio Mercadante. Seguono diverse esposizioni personali e collettive come le rassegne romane che lo vedono coinvolto al Palazzo delle Esposizioni, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e all’Istituto Giapponese di Cultura. Nel 1992 M. Calvesi presenta una sua mostra personale alla Galleria De’ Serpenti di Roma. E’ di L. Trucchi l’invito alla XII Quadriennale Romana, Italia 1950 - 1990, Ultime generazioni. Nel 1995 con la mostra Perilli-Barbarini-Gadaleta-Scolamiero, espone alla Galleria Edieuropa di Roma, in occasione della primaverile romana ARGAM. Nel 1996 M. Goldin lo invita alla mostra itinerante Pitture - Il sentimento e la forma, Artisti Italiani degli anni Cinquanta e Sessanta; successivamente lo coinvolge con una donazione per la costituzione della collezione permanente della Galleria Comunale di Treviso. Nel 1999 partecipa all’ARGAM Nuove proposte con una personale insieme a Laura Barbarini, presso la Galleria Edieuropa. Nel 2000 con la BNL inizia un duraturo rapporto di collezionismo e di mostre con, a Milano, Recit Art BNL - Officine del Volo e, a Roma, al Chiostro del Bramante con la mostra BNL: una Banca per l’arte oltre il mecenatismo - Giovani artisti all’inizio del nuovo Millennio. Si succedono mostre personali ed inviti a manifestazioni collettive anche di risonanza internazionale, tra le quali si segnalano la mostra personale Col niente e la rugiada alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Ciampino d’Ac a cura di T. D’Achille e la personale La piuma e la pietra presso la Galleria Nazionale della Repubblica di San Marino con cura di E. Bilardello, F. Franzè, F. Bottari e F. Pizzicannella. Partecipa alla IX Biennale d’Arte Sacra su invito di M. Calvesi presso il Museo Stauros d’Arte Sacra di Teramo. Nel 2001 una sua opera è pubblicata a commento della Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli artisti, ed il Museo Stauròs d’Arte Sacra Contemporanea inserisce un’opera di Scolamiero nella sua collezione permanente. Partecipa al LIII Premio Michetti, su invito di C. F. Carli. Del 2008 è la mostra Pitture d’Italia – Paesaggi veri e dell’anima a cura di M. Goldin in Castel Sismondo a Rimini. Segue la personale a Roma In un giro di vento presso la Galleria Delloro. Nel 2010 la realizzazione del libro d’artista Un finale d’assedio in 35 esemplari originali con il poeta Milo De Angelis, Edizioni il Bulino. Nel 2011 è invitato alla LIV Biennale di Venezia, e la BNL, nell’ambito della manifestazione Invito a Palazzo, gli dedica una sala personale presso il Palazzo della Direzione Generale. Nel 2012 la Galleria Porta Latina decide di inaugurare i suoi spazi romani invitando i due artisti Scolamiero e Pierfranceschi ad esporre in una doppia personale: Senza Specie, a cura di T. D’Achille. Sempre del 2012 la mostra Oltre la notte - Artisti romani per il Divino Amore, che inaugura un nuovo museo d’arte sacra a Roma, presso il Santuario del Divino Amore, a cura di C. F. Carli, T. D’Achille e G. Simongini. Nel 2013 e 2014 partecipa a numerose mostre collettive di cui le più prestigiose riguardano la partecipazione alla mostra curata da M. Goldin sulla Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer nella sezione Attorno a Vermeer. I volti, la luce, le cose in Palazzo Fava a Bologna, e la presenza al Busan Art Fair 2014 di Busan in Korea, introdotto dalla Kips Gallery di New York e sempre in Korea, a Seul, la mostra Ariadne’s thread – L.Coser, E.Luzzi, V.Scolamiero curata da N. D. Angerame, per la Galleria And.n Gallery di Seul. Nel 2014 a Roma, presso la Galleria Porta Latina tiene la personale Senza permesso in un campo, a cura di Lorenzo Canova e Antonio Mercadante. Sempre nel 2014 vince la LXV Edizione del Premio Michetti a cura di Tiziana D’Achille. Nel 2016 la personale L’incongruo naturale presso la Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Gaeta. Nel 2017 inizia il rapporto di collaborazione con la compositrice Silvia Colasanti ed elabora le video scenografie - per il Festival Transart di Bolzano -, le immagini per il frontespizio ed il booklet del requiem Stringeranno nei pugni una cometa, commissionato alla compositrice dal LX Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nel 2018 viene invitato ad esporre presso l’Art Museum di Phoenix - China nella rassegna Italian Contemporary Art of Cross-Cultural Vision, a cura di Zhang Yidan e Wang Shengwen, e, successivamente, i suoi lavori vengono esposti nella rassegna Beyond the orizon – Contemporary Art Exhibition from Italy, nel The China Millenium Monument, China-Word Art Museum, Beijng, China. Sempre nel 2018 termina la realizzazione di Sette libri-opera realizzati a quattro mani con la compositrice Silvia Colasanti sul Quartetto d’Archi Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio, per le Edizioni Eos-Libri d’Artista di Piero Varroni. Del 2019 è la mostra Turbulence – Vincenzo Scolamiero, Geppy Pisanelli, Aleksandar Popovic, presso la Mizuma Kips & Wada Art Gallery, New York, e le mostre a Caltanissetta e Modica Spiriti in fermento a cura di Elisa Mandarà. Sempre del 2019 è la personale Della declinante ombra presso il Museo Carlo Bilotti di Roma, con presentazione in catalogo - De Luca Editore – di Gabriele Simongini.

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