Fabrizio Prevedello / Michele Tocca. Verticale terra

Michele Tocca, In the mud (sunny), 2020, oil on canvas, 60x40 cm. I Ph. Sebastiano Luciano
Dal 23 Aprile 2021 al 05 Giugno 2021
Roma
Luogo: z2o Sara Zanin
Indirizzo: Via della Vetrina 21
Orari: martedì-sabato 13-19 (o su appuntamento)
Curatori: Davide Ferri
E-Mail info: info@z2ogalleria.it
Sito ufficiale: http://www.z2ogalleria.it
Verticale terra è una mostra di Fabrizio Prevedello e Michele Tocca, non una doppia personale, ma un dialogo tra due poetiche lungo il filo di un unico racconto, che coinvolge le tre sale della galleria e fa incontrare i linguaggi dei due artisti – la scultura nel caso di Prevedello, la pittura nel caso di Tocca – sulla base di prospettive e movimenti dello sguardo tracciati dalle loro opere, e alcune, pur vaghe, ricorrenze tematiche.
Il lavoro di Prevedello si sviluppa attraverso alcuni materiali d’elezione – differenti tipi di marmo, ma anche ardesia, onice e gesso – ritrovati e prelevati nel paesaggio, in particolare quello delle Alpi Apuane, dove l’artista ha scelto di vivere che è da sempre fonte di sollecitazioni per il suo lavoro. Molte sue sculture nascono a partire da frammenti di luoghi conosciuti e attraversati camminando che, combinati, assemblati o isolati in strutture realizzate con materiali da costruzione come il cemento armato e il ferro (e attraverso una gestualità bassa, che include uno spettro di azioni declinabili in verbi all’infinito) danno vita a forme compostamente tridimensionali. Molto spesso i suoi lavori, pur lasciando intravedere la possibilità di un dentro, di un sotto e di un rovescio, non si discostano dal muro, e offrono allo spettatore un verso privilegiato, superfici e campiture capaci di espandere, nello spazio, il carattere di un paesaggio o indicazioni provenienti da paesaggi diversi, dispositivi in grado di riconfigurare e reinventare la visione di un luogo.
I lavori di Tocca sembrano invece nascere da visioni minime e ordinarie, di cose incontrate nel corso di passeggiate o all’interno dello spazio domestico, in zone marginali, e di cui ogni dipinto è un ritratto, la traduzione di un ‘qui e ora’ della cosa che si basa su processo di registrazione del dato visivo e atmosferico dal vivo. La pittura di Tocca può dunque coincidere con il paesaggio, un paesaggio che reca le tracce di suggestioni che vengono inevitabilmente dalla storia (in particolare dal vedutismo e da una certa pittura di viaggio), o far combaciare il quadro con l’immagine di un oggetto che, dipinto su un piano indefinito, conserva, nelle pieghe e nelle impurità di superficie, le tracce del tempo e dell’atmosfera. I soggetti dei quadri di Tocca chiamano lo spettatore a uno sguardo diretto e ravvicinato, spingendolo verso il basso o verso l’alto (verso una linea dell’orizzonte che può sfiorare il margine superiore del dipinto) e, ripetuti in serie, registrano minime variazioni di luce e atmosfera che determinano il timbro e il tono generale dei dipinti.
Verticale terra è dunque una mostra di superfici, a tratti dure e taglienti a tratti polverose e brumose, un dialogo tra campiture – la gamma di bianchi, grigi e neri dei marmi di Prevedello e la tavolozza terrosa dei dipinti di Tocca, di gialli, grigi e marroni – che può assumere le forme di un confronto o di uno spartito in cui differenti toni si attivano e rilanciano reciprocamente. I lavori di Tocca e Prevedello vengono inoltre accostati sulla base di alcuni aspetti di natura formale: la tendenza di entrambi a costruire immagini che si articolano attorno a un primo piano molto ravvicinato, un primo piano stretto, con lievi accenni di profondità in costante equilibrio e contrasto con la tattilità di superficie.
Verticale terra è anche il racconto di un movimento che ha a che fare con l’articolazione dei lavori in mostra: dall’idea di un paesaggio che si dispiega in verticale, di salita e progressione verso l’alto, a una discesa verso il piano orizzontale (che coincide con i lavori esposti nell’ultima sala), verso il basso e la zona di terra più prossima ai piedi, approdo del dialogo tra Michele Tocca e Fabrizio Prevedello. Davide Ferri
Opening days: venerdì 23 & sabato 24 aprile, dalle 13 alle 19
Il lavoro di Prevedello si sviluppa attraverso alcuni materiali d’elezione – differenti tipi di marmo, ma anche ardesia, onice e gesso – ritrovati e prelevati nel paesaggio, in particolare quello delle Alpi Apuane, dove l’artista ha scelto di vivere che è da sempre fonte di sollecitazioni per il suo lavoro. Molte sue sculture nascono a partire da frammenti di luoghi conosciuti e attraversati camminando che, combinati, assemblati o isolati in strutture realizzate con materiali da costruzione come il cemento armato e il ferro (e attraverso una gestualità bassa, che include uno spettro di azioni declinabili in verbi all’infinito) danno vita a forme compostamente tridimensionali. Molto spesso i suoi lavori, pur lasciando intravedere la possibilità di un dentro, di un sotto e di un rovescio, non si discostano dal muro, e offrono allo spettatore un verso privilegiato, superfici e campiture capaci di espandere, nello spazio, il carattere di un paesaggio o indicazioni provenienti da paesaggi diversi, dispositivi in grado di riconfigurare e reinventare la visione di un luogo.
I lavori di Tocca sembrano invece nascere da visioni minime e ordinarie, di cose incontrate nel corso di passeggiate o all’interno dello spazio domestico, in zone marginali, e di cui ogni dipinto è un ritratto, la traduzione di un ‘qui e ora’ della cosa che si basa su processo di registrazione del dato visivo e atmosferico dal vivo. La pittura di Tocca può dunque coincidere con il paesaggio, un paesaggio che reca le tracce di suggestioni che vengono inevitabilmente dalla storia (in particolare dal vedutismo e da una certa pittura di viaggio), o far combaciare il quadro con l’immagine di un oggetto che, dipinto su un piano indefinito, conserva, nelle pieghe e nelle impurità di superficie, le tracce del tempo e dell’atmosfera. I soggetti dei quadri di Tocca chiamano lo spettatore a uno sguardo diretto e ravvicinato, spingendolo verso il basso o verso l’alto (verso una linea dell’orizzonte che può sfiorare il margine superiore del dipinto) e, ripetuti in serie, registrano minime variazioni di luce e atmosfera che determinano il timbro e il tono generale dei dipinti.
Verticale terra è dunque una mostra di superfici, a tratti dure e taglienti a tratti polverose e brumose, un dialogo tra campiture – la gamma di bianchi, grigi e neri dei marmi di Prevedello e la tavolozza terrosa dei dipinti di Tocca, di gialli, grigi e marroni – che può assumere le forme di un confronto o di uno spartito in cui differenti toni si attivano e rilanciano reciprocamente. I lavori di Tocca e Prevedello vengono inoltre accostati sulla base di alcuni aspetti di natura formale: la tendenza di entrambi a costruire immagini che si articolano attorno a un primo piano molto ravvicinato, un primo piano stretto, con lievi accenni di profondità in costante equilibrio e contrasto con la tattilità di superficie.
Verticale terra è anche il racconto di un movimento che ha a che fare con l’articolazione dei lavori in mostra: dall’idea di un paesaggio che si dispiega in verticale, di salita e progressione verso l’alto, a una discesa verso il piano orizzontale (che coincide con i lavori esposti nell’ultima sala), verso il basso e la zona di terra più prossima ai piedi, approdo del dialogo tra Michele Tocca e Fabrizio Prevedello. Davide Ferri
Opening days: venerdì 23 & sabato 24 aprile, dalle 13 alle 19
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