FotoLeggendo 2018. XIV Edizione
Dal 08 Giugno 2018 al 10 Giugno 2018
Roma
Luogo: Officine Fotografiche Roma
Indirizzo: via Giuseppe Libetta 1
Telefono per informazioni: +39 06 97274721
E-Mail info: of@officinefotografiche.org
Sito ufficiale: http://www.fotoleggendo.it
FotoLeggendo torna per il quattordicesimo anno a Roma con le sue attese mostre fotografiche, le letture dei portfolio, le installazioni, le proiezioni, i dibattiti, le conferenze che coinvolgono per più di un mese il mondo della fotografia del panorama nazionale e internazionale. Ideato e prodotto da Officine Fotografiche Roma, associazione attiva nella capitale e a Milano, FotoLeggendo è un appuntamento che si rinnova continuamente, negli spazi e nei linguaggi, grazie anche all’ampia rete di collaborazioni creata nel corso degli anni.
Le giornate di apertura saranno tre, come di consueto: 8-9-10 Giugno 2018, nelle quali si concentreranno anche le attività gratuite aperte al pubblico. FotoLeggendo nel 2018 torna negli spazi informali, nei locali, nelle vie che ospitano le mostre e gli incontri, nell’area intorno a Via Libetta (Quartiere Ostiense). Parallelamente e nei giorni successivi, una serie di mostre inaugurerà presso alcuni spazi e gallerie private: 001, ISFCI, Roam, WSP Photography, Leporello, AAMOD – Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cowall – coworking creatività cultura, l’IISS Cine-tv Roberto Rossellini (succursale) e una grande mostra retrospettiva chiuderà le inaugurazioni il 22 giugno presso il Museo di Roma in Trastevere.
Quest’anno nelle intenzioni del direttore artistico Emilio D’Itri c’è l’idea di coinvolgere il pubblico in una festa della fotografia più che sottolineare il suo essere un Festival. Ed è in fondo questa da sempre, la vera anima di FotoLeggendo che ogni anno si reinventa in nuovi spazi e con nuove collaborazioni mantenendo sempre intatta la capacità di stupire accogliendo linguaggi diversi ed innovativi pur non perdendo l’occasione di riflettere sui grandi temi dell’attualità.
Con l’avvento della “smart photography” la fotografia da una parte ha perso un po’ della sua purezza diventando accessibile a tutti, dall’altra ha sviluppato un linguaggio più complesso e ricco di contaminazioni legate alle nuove tecnologie. Sembra accresciuta la voglia di osservare il mondo, di raccontarlo e di raccontarsi ma con tecniche innovative, sempre più lontane dall’idea classica di fotografia.
Rappresentante esemplare della metamorfosi che ha attraversato il linguaggio fotografico in questi ultimi anni è Stefano De Luigi, fotografo dell’Agenzia VII, nato e cresciuto nel mondo del fotogiornalismo. Assieme a Michela Battaglia ha dato vita a “Babel”, un progetto ispirato ad un fatto di cronaca che ha scosso l’Europa (l’attentato al Bataclan di Parigi), per indagarne le cause. “Regalando delle immagini gradevoli all’impatto che deflagrano a uno sguardo più attento. Mimmo Rotella strizza l’occhio ai videogiochi” (Chiara Oggioni Tiepolo, curatrice). Raccontato ed allestito in maniera volutamente straniante, nei locali di Officine Fotografiche.
Altri importanti ospiti di quest’anno sono: Igor Posner con il bellissimo lavoro su San Pietroburgo “Past Perfect Continuous” (a cura di Lina Pallotta e ospitato da Officine Fotografiche); Mathieu Asselin con l’installazione “Monsanto-The book” (tratta dall’omonimo libro/inchiesta vincitore di premi a Fotobook Kassel, ai Rencontres de la photographie – Arles e a Paris Photo); Matthieu Gafsou (membro del nuovo collettivo MAPS) con “Only God Can Judge Me” (presso Officine Fotografiche) sull’ambiente della droga a Losanna.
Nello spazio Loft è allestito il toccante lavoro di Mayumi Suzuki “The Restoration Will” a cura di Laura De Marco sul recupero della sua memoria familiare dopo il terremoto del Giappone del 2011 che ha distrutto completamente la sua casa e la sua famiglia. Tra le mostre più sorprendenti c’è “Traces”, curata da Daria Scolamacchia e ospitata sempre nello spazio Loft, dell’affermata artista polacca Weronika Gęsicka che indaga la manipolazione delle immagini, a partire da foto stock americane degli anni ‘50, da lei recuperate e rielaborate.
Non può mancare come ogni anno l‘International Photobook Dummy Award di Kassel, l’esposizione dei migliori prototipi di libri fotografici selezionati nel prestigioso premio tedesco (spazio Loft).
Attesissimo è “La Crepa” di Carlos Spottorno e Guillermo Abril, presentato per la prima volta in Italia, in esposizione nel cortile di Officine Fotografiche (a cura di Laura Carnemolla) . Il progetto, nato da un’inchiesta de El País Semanal, ha prodotto un libro “che ha qualcosa del romanzo fotografico, ma nulla di quello che racconta è romanzato, è tutto vero” (Le Monde) e che è divenuto un caso nel mondo dell’editoria: 4 edizioni in quattro lingue e 25.000 copie vendute.
Alessandro Cosmelli e Gaia Light presentano in anteprima la video istallazione “The Buzz Project” un ritratto simbolico di metropoli contemporanee arrivato alla sua ottava tappa: suggestive immagini scattate rigorosamente dai finestrini dei bus di Milano, Brooklyn, San Paolo,L’Avana, Mumbai, Istanbul, Città del Messico e Parigi (quest’ultime due serie inedite e presentate in esclusiva per FotoLeggendo nelle sole giornate inaugurali presso il Circolo degli Illuminati). “La serie Buzz Project è un tentativo ambizioso di documentare l’ecosistema urbano contemporaneo e i suoi abitanti: l’urbanità e gli urbanizzati, come vivono, prosperano o semplicemente sopravvivono in un habitat urbano globalizzato in tutto il mondo, in un tempo che non ha precedenti, in cui l’urbanizzazione è su scala planetaria e in continua espansione”.
Alcune mostre di giovani autori sono selezionati dai concorsi legati al festival, Premio FotoLeggendo e Premio Tabò, e dal gemellaggio con il festival francese Boutographies – rencontres photographiques de Montpellier. “Dead Sea” è la mostra del Premio Fotoleggendo 2017, del fotografo Carlo Lombardi (a cura di Eliana Bambino). Ancora per il Premio Boutographies il lavoro di Cédric Calandrau dal titolo “France 98”, un lavoro di recupero e rielaborazione di alcuni scatti realizzati quando era poco più che un bambino.
Presso l’IISS Cine-tv Roberto Rossellini (sede succursale di via G. Libetta), accanto alle mostre degli allievi della scuola serale coordinata da Aldo Cimaglia, il giovane fotografo di Zona Giovanni Pulice, che lavora da anni sul tema dell’immigrazione, grande emergenza sociale contemporanea, presenta “Displaced”, sulla vita dei giovani richiedenti asilo e rifugiati in Italia e racconta le loro difficoltà d’integrazione, in alcuni casi superate attraverso lo sport. La mostra è realizzata in collaborazione con Sport Senza Frontiere Onlus e UNHCR.
Nello spazio Cowall – coworking creatività cultura, si aprono infine la mostra di Andrea Petrosino con il lavoro sulle Case Parcheggio di Taranto e i ritratti delle band indie della fotografa Giulia Razzauti
Nel fine settimana dell’inaugurazione saranno aperte anche una collettiva open air sul ponte pedonale della metro B Garbatella, con le foto degli studenti di Officine Fotografiche per gentile concessione di Atac, e alcune mostre dei lavori degli allievi presso la succursale di via G. Libetta dell’IISS Roberto Rossellini. A sorpresa, ci sarà anche una mostra/istallazione open air, a Via Libetta, sempre degli studenti di Officine Fotografiche.
Nell’ambito del circuito del festival, che apre le sue porte subito dopo le giornate inaugurali, le mostre spaziano dai temi sociali ai racconti intimi. Tra i temi di grande attualità affrontati c’è la salute, minacciata dall’obesità dilagante. Come dice l’autrice Silvia Landi “per molto tempo l’azzeramento della fame nel mondo è stata considerata una delle più grandi sfide dell’umanità, ma oggi una nuova emergenza chiamata Globesity, sta minacciando la salute del globo” (presso WSP Photography).
Il lavoro minorile è una grave piaga planetaria legata al divario ricchi/poveri e ce la racconta Valerio Muscella con “Haraket” un’indagine sull’industria del tessile in Turchia. La mostra è ospitata all’interno della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Centrale di Montemartini, via Ostiense).
“Susy nuda” è una storia d’amore e insieme un album di famiglia, nel racconto di Valentina Sestieri, figlia di Lorenzo, autore delle fotografie (presso 001).
La galleria Roam presenta #HashtagRome, un progetto che esplora il rapporto tra fotografia e social media dedicato alla città di Roma. La galleria Leporello presenta due mostre legate a due progetti editoriali di Valentino Barachini e di Sara Palmieri.
“When it twill be tomorrow” è un importante retrospettiva di Sylvia Plachy fotografa ungherese, che apre il 22 giugno al Museo di Roma in Trastevere. Americana d’adozione (e madre dell’attore Adrien Brody) la Plachy espone gli scatti di oltre sessant’anni di lavoro, dal 1958 al 2018. Come afferma la curatrice Gabriella Csizek: “Comunicando i vari livelli d’emozione che accompagnano l’inevitabilità dell’attesa, con compassione e senso dell’umorismo, Sylvia conduce lo spettatore in un viaggio che mostra la sua capacità unica di creare immagini”. La mostra è prodotta dal Robert Capa Contemporary Photography Center di Budapest e viene presentata a Roma con il supporto dell’Accademia d’Ungheria.
Nelle tre giornate inaugurali, 8-9-10 Giugno le mostre osserveranno il seguente orario: venerdì 8 giugno dalle 18 alle 22, sabato 9 e domenica 10 giugno, dalle 10 alle 22.
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