Fraternità
Dal 12 Novembre 2021 al 18 Novembre 2021
Roma
Luogo: Galleria Medina
Indirizzo: Via Angelo Poliziano 32-34
Orari: dal Lunedì al Venerdì 10:00-13:00 / 15:00-19:00
Curatori: Francesco Astiaso García
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@medinaroma.com
Sito ufficiale: http://www.medinaroma.com
In questo tempo di crisi, segnato dalla pandemia, da guerre, migrazioni, cambiamenti climatici e difficoltà economiche, riconoscerci fratelli è di vitale importanza! La fraternità nasce dalla consapevolezza del valore inestimabile d’ogni essere umano, della sua dignità e fragilità, della sua sacralità. L’autentica fraternità promuove ogni uomo e tutto l’uomo.
Veniamo da una stagione affascinata dal mito relativista nella quale si è fatta passare l’idea che per essere liberi si debba necessariamente sciogliere ogni legame, obbligazione o appartenenza. Il pensiero dominante di questa società progressista e laicizzata è stato caratterizzato dalla volontà di superare ogni dogma e certezza morale, in favore dell’autoaffermazione della piena libertà individuale, verso un sincretismo incolore che relativizza ogni credo. Le premesse di un tale modello si sono svelate ovviamente false e questo non può essere che un bene; soprattutto oggi rischiamo di cadere in estremismi di segno opposto i quali portano verso l’integralismo identitario sfociando facilmente in chiusura e fondamentalismo. Diffidiamo da chi, con la scusa di una presunta difesa degli interessi nazionali, alimenta nuovi egoismi sfaldando il senso sociale.
Dobbiamo evitare la dinamica degli estremismi e delle polarizzazioni che armano la disperazione portandoci alla logica dello scontro di civiltà; la nostra epoca necessita più che mai di dialogo e di sintesi, saremo capaci armonizzare le contraddizioni? Come diceva Dante Alighieri: “il contrario di un errore non è la verità ma l’errore di segno opposto“, la verità è dunque il sentiero stretto tra due errori di segno contrario. Abbiamo bisogno di una nuova proposta culturale che sappia superare la paurosa contrapposizione tra l’universalismo senza identità e il localismo identitario; ciò a cui aspiriamo è l’unità non l’uniformità.
La storia insegna… …quando mancano il dialogo e la fraternità assistiamo a logiche di disgregazione, scarto e dominio. Le quali indeboliscono o strumentalizzano i sentimenti di appartenenza. “Il mondo non è mai stato più minacciato o più diviso, siamo sull’orlo di un abisso e ci muoviamo nella direzione sbagliata”, ha affermato un mese fa il segretario generale dell’ONU, Guterres.
Del resto la pandemia doveva liberare le nostre energie creative mentre invece rischiamo di essere più poveri e più cattivi; una cosa è certa, al di fuori della fraternità non può esserci altro che la distruzione della dimensione sociale della convivenza umana. Cercare e promuovere la fraternità è dunque uno dei compiti attuali più urgenti e pressanti che deve coinvolgere necessariamente tutti gli attori della politica, dell’economia, della cultura e delle religioni. Dobbiamo essere parte attiva nel sostegno delle società ferite, siamo corresponsabili della sorte di ognuno dei nostri fratelli. Ora che la pandemia chiede un prezzo alto in termini di lutti, di restrizioni e di ricadute economiche e sociali, risulta ancora più facile solleticare con parole studiate il risentimento della protesta anti-sistema e del vittimismo di tanti.
Qui entrano in campo gli artisti… …dopotutto la parola latina per arte è “ars” – la radice “ar” può essere tradotta con i termini “congiunzione”, unione; gli artisti sono i maestri dell’armonia, l’armonia è la scienza dell’equilibrio tra gli opposti, la bellezza si sa, non è assenza, bensì, equilibrio di contrasti. L’arte può aiutarci a scoprire l’umanità che ci accomuna superando le categorie e le etichette attraverso le quali giudichiamo e ghettizziamo con troppa facilità.
Papa Francesco ci ha proposto a modello la figura di Orfeo; Orfeo, per fuggire al canto ammaliatore delle sirene, intonò una melodia più bella; contro le urla dirette allo stomaco ci servono melodie che parlano al cuore… Orfeo suonò la sua lira, con tanta arte e veemenza che persino le sirene si fermarono ad ascoltarlo. In fin dei conti non si può educare senza indurre il cuore alla bellezza.
Siamo stati fatti per la pienezza… …che si raggiunge solo nell’amore. La logica dell’amore è l’unica capace di salvare il mondo. Come artisti siamo chiamati a dare acqua all’umanità, a far battere il cuore del mondo! Tutto ciò che è umano ci riguarda! La fraternità è il compimento dell’umanità stessa, la vera rivoluzione è quella che prende su di sé il dolore dell’altro, del diverso… nessuno si salva da solo! Del resto, la felicità, come la bellezza, dipende dalle relazioni, dai nostri legami con il creato e con il prossimo, con noi stessi e con il Creatore.
Come tradurre artisticamente e poeticamente queste riflessioni sociali e spirituali? Questa è stata la sfida con la quale ho voluto lanciare il PROGETTO FRATERNITÀ: per fare della mostra un’occasione preziosa di dialogo ed incontro. Mai come oggi è il tempo dell’ascolto e del confronto.
“Convocate il pensiero” diceva Paolo VI, “Convocate le menti” sollecitava Dossetti. “Convocate gli artisti” aggiungo io. Solo con loro potremo riaprire un dibattito alto, di idee e visioni!
Saranno stati capaci i talentuosi artisti del Salotto di Diotima di intercettare la domanda di senso che abita il cuore degli uomini?Questo lo lasceremo giudicare a voi! In conclusione non mancate quindi all’inaugurazione della mostra FRATERNITÀ!
Venerdì 12 Novembre alle ore 18
Artisti partecipanti:
Gea Albanese
Anna Maria Bagnato
Gabriella Cannata
Giovanna Cataldo
Maria Cipriano
Massimo D’Angelo
Adele Ercolano
Marta Fabbri
Patrizia Langher
Ruggero Lenci
Blanca Moreno de Barreda
Alessandra Meschini
Amelia Mutti
Viviana Pallotta
Alessandra Pediconi
Magda Quesada
Lilli Rizzuto
Lucia Russo
Stefano Tagliati
Carmen Tubío
Aurea Vattuone
Veniamo da una stagione affascinata dal mito relativista nella quale si è fatta passare l’idea che per essere liberi si debba necessariamente sciogliere ogni legame, obbligazione o appartenenza. Il pensiero dominante di questa società progressista e laicizzata è stato caratterizzato dalla volontà di superare ogni dogma e certezza morale, in favore dell’autoaffermazione della piena libertà individuale, verso un sincretismo incolore che relativizza ogni credo. Le premesse di un tale modello si sono svelate ovviamente false e questo non può essere che un bene; soprattutto oggi rischiamo di cadere in estremismi di segno opposto i quali portano verso l’integralismo identitario sfociando facilmente in chiusura e fondamentalismo. Diffidiamo da chi, con la scusa di una presunta difesa degli interessi nazionali, alimenta nuovi egoismi sfaldando il senso sociale.
Dobbiamo evitare la dinamica degli estremismi e delle polarizzazioni che armano la disperazione portandoci alla logica dello scontro di civiltà; la nostra epoca necessita più che mai di dialogo e di sintesi, saremo capaci armonizzare le contraddizioni? Come diceva Dante Alighieri: “il contrario di un errore non è la verità ma l’errore di segno opposto“, la verità è dunque il sentiero stretto tra due errori di segno contrario. Abbiamo bisogno di una nuova proposta culturale che sappia superare la paurosa contrapposizione tra l’universalismo senza identità e il localismo identitario; ciò a cui aspiriamo è l’unità non l’uniformità.
La storia insegna… …quando mancano il dialogo e la fraternità assistiamo a logiche di disgregazione, scarto e dominio. Le quali indeboliscono o strumentalizzano i sentimenti di appartenenza. “Il mondo non è mai stato più minacciato o più diviso, siamo sull’orlo di un abisso e ci muoviamo nella direzione sbagliata”, ha affermato un mese fa il segretario generale dell’ONU, Guterres.
Del resto la pandemia doveva liberare le nostre energie creative mentre invece rischiamo di essere più poveri e più cattivi; una cosa è certa, al di fuori della fraternità non può esserci altro che la distruzione della dimensione sociale della convivenza umana. Cercare e promuovere la fraternità è dunque uno dei compiti attuali più urgenti e pressanti che deve coinvolgere necessariamente tutti gli attori della politica, dell’economia, della cultura e delle religioni. Dobbiamo essere parte attiva nel sostegno delle società ferite, siamo corresponsabili della sorte di ognuno dei nostri fratelli. Ora che la pandemia chiede un prezzo alto in termini di lutti, di restrizioni e di ricadute economiche e sociali, risulta ancora più facile solleticare con parole studiate il risentimento della protesta anti-sistema e del vittimismo di tanti.
Qui entrano in campo gli artisti… …dopotutto la parola latina per arte è “ars” – la radice “ar” può essere tradotta con i termini “congiunzione”, unione; gli artisti sono i maestri dell’armonia, l’armonia è la scienza dell’equilibrio tra gli opposti, la bellezza si sa, non è assenza, bensì, equilibrio di contrasti. L’arte può aiutarci a scoprire l’umanità che ci accomuna superando le categorie e le etichette attraverso le quali giudichiamo e ghettizziamo con troppa facilità.
Papa Francesco ci ha proposto a modello la figura di Orfeo; Orfeo, per fuggire al canto ammaliatore delle sirene, intonò una melodia più bella; contro le urla dirette allo stomaco ci servono melodie che parlano al cuore… Orfeo suonò la sua lira, con tanta arte e veemenza che persino le sirene si fermarono ad ascoltarlo. In fin dei conti non si può educare senza indurre il cuore alla bellezza.
Siamo stati fatti per la pienezza… …che si raggiunge solo nell’amore. La logica dell’amore è l’unica capace di salvare il mondo. Come artisti siamo chiamati a dare acqua all’umanità, a far battere il cuore del mondo! Tutto ciò che è umano ci riguarda! La fraternità è il compimento dell’umanità stessa, la vera rivoluzione è quella che prende su di sé il dolore dell’altro, del diverso… nessuno si salva da solo! Del resto, la felicità, come la bellezza, dipende dalle relazioni, dai nostri legami con il creato e con il prossimo, con noi stessi e con il Creatore.
Come tradurre artisticamente e poeticamente queste riflessioni sociali e spirituali? Questa è stata la sfida con la quale ho voluto lanciare il PROGETTO FRATERNITÀ: per fare della mostra un’occasione preziosa di dialogo ed incontro. Mai come oggi è il tempo dell’ascolto e del confronto.
“Convocate il pensiero” diceva Paolo VI, “Convocate le menti” sollecitava Dossetti. “Convocate gli artisti” aggiungo io. Solo con loro potremo riaprire un dibattito alto, di idee e visioni!
Saranno stati capaci i talentuosi artisti del Salotto di Diotima di intercettare la domanda di senso che abita il cuore degli uomini?Questo lo lasceremo giudicare a voi! In conclusione non mancate quindi all’inaugurazione della mostra FRATERNITÀ!
Venerdì 12 Novembre alle ore 18
Artisti partecipanti:
Gea Albanese
Anna Maria Bagnato
Gabriella Cannata
Giovanna Cataldo
Maria Cipriano
Massimo D’Angelo
Adele Ercolano
Marta Fabbri
Patrizia Langher
Ruggero Lenci
Blanca Moreno de Barreda
Alessandra Meschini
Amelia Mutti
Viviana Pallotta
Alessandra Pediconi
Magda Quesada
Lilli Rizzuto
Lucia Russo
Stefano Tagliati
Carmen Tubío
Aurea Vattuone
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