Gastone Bai. L'arca e la canapa
Dal 15 Settembre 2016 al 30 Settembre 2016
Roma
Luogo: Galleria Angelica
Indirizzo: via di S. Agostino 11
Gastone Bai nasce a Sarteano, provincia di Siena, dove risiede.
Dopo una lunga carriera di insegnamento nel campo artistico, dai primi anni ottanta si dedica esclusivamente alla creazione delle sue opere.
Per quasi venti anni si è dedicato alla realizzazione delle sue sculture, ceramiche e gres, diventando uno tra i massimi esponenti italiani, con ampi riconoscimenti di pubblico e critica tributatigli incessantemente nel tempo.
Dalla seconda metà degli anni ottanta ha iniziato ad affiancare alle sculture una produzione di dipinti, mantenendo sempre vivo il richiamo alla materia espressiva, così che spesso i suoi quadri sono sia dipinti che sculture.
Lavora tra lo studio ed il laboratorio di Sarteano. Alcune sue opere sono state acquistate da importanti istitti bancari come il Credito Cooperativo e la Vollsbank ed altre prestigiose sedi istituzionali.
Un suo crocefisso è stato commissionato dal capitolo della cattedrale di Friburgo, dove ancora oggi è esposto.
“Senza mutamento non c’è storia. Senza regolarità non c’è tempo”. Così scrive George Kubler riferendosi alla permanenza e al mutamento. Questa riflessione si adatta perfettamente alla continuità di trasformazione e di metamorfosi dell’astrazione, avvenuta nel tempo. Gastone Bai è tra gli eredi depositari di tale concezione di pensiero, che da quasi un secolo riesce sempre a stupire e a sorprendere, offrendo nuove e originali soluzioni espressive. Bai, partendo dal substrato tramandato dalla tradizio- ne astratta, si evolve con un’impostazione del tutto personale e innovativa. La vibrazione del colore è una delle esperienze più toccanti, che si possono sperimentare: colorare è un’opera senza fine e rimanda ad un continuo ritmo interiore di musicalità, di solarità, di percezione innata, che si proietta nel mondo della creatività e dell’intuito inventivo, in un gioco fantastico proteso all’infinito. In linea con queste considerazioni, si articola l’azione pittorica di Bai, per il quale l’elemento cromatico assurge a connotazione primaria distintiva e acquista un carattere suo proprio, una propria “intima” natura identificativa inconfondibile, che gli permette di utilizzare la tavolozza colorata, generando effetti di profondità scenica e infondendo plasticità tridimensionale all’intera composizione. I quadri si distinguono per la fremente e sferzante tensio- ne creativa e per la potente forza intrinseca di trasmissione di movimento, tramite la gamma cromatica, declinata secondo variazioni e gradazioni di sfumature tonali dalla vivace lucentezza e corposa densità. La passione viscerale e inesauribile per la pittura sfocia in una personalizzata e soggettiva formula espressiva di pittura “energetica” che diventa al contempo pittura concettuale e di metafora e si traduce in una pittura di riflessione e di visione introspettiva. Lo spirito d’inventiva trasmette nei quadri una speciale dimensione di carica energetica, che produce movimento e infonde un senso di dinamismo strutturale. Egli utilizza l’energia contenuta in simbolismi di genesi universale, inglobando anche parole, scelte da un frasario, plasmato e amalgamato insieme al colore e alla materia, che vengono inseriti per integrare e arricchire la valenza contenutistica e sostanziale del linguaggio comunicativo. Ad essi associa e accorpa elementi, segni, materiali e componenti di inedita e innovativa proiezione, ottenendo soluzioni pregnanti a livello energetico e intrise di messaggi e codici subliminali. La pittura di Bai si snoda e si dipana in nome di un principio cardine, per il quale tutto è fatto di energia ed emana e sprigiona energia, che si propaga e si espande oltrepassando la soglia limite del confine circoscritto e delimitato dalla superficie pittorica, avvolgendo lo spettatore in una prospettiva di avvincente e intrigante orchestrazione scenica. Egli esegue delle stratificazioni, delle sovrapposizioni e delle modulazioni materiche, talvolta generando volutamente dei contrasti e delle dicotomie visive e concentrandosi sul potente valore semantico del rapporto segno-colore-materia. Anche se non visibile e concretamente tangibile nel prodotto finale, l’energia insita nei dipinti si conserva intatta e rimane sempre presente e attiva, sprigionandosi a tutto tondo con costante e continuata intensità e spostando e catalizzando l’attenzione del fruitore sul piano emotivo ed emozionale, per alimentare una visione approfondita, non soltanto nell’impatto estetico, ma anche e soprattutto nell’approccio fortemente introspettivo.
“Il colore può vivere in sé, oppure sostanzialmente ricreato dalla luce. Il primo appartiene al gusto, il secondo alla pittura” (Virgilio Guidi). Aderendo a questo assioma, Bai ha ben compreso, che affinché un colore possa esprimere in pienezza l’essenza energetica di cui si rende portavoce, bisogna potenziarlo e valorizzarlo al massimo nel rapporto con la luce e con le combinazioni delle fonti luminose e dei giochi chiaroscurali di luci/ombre, amalgamandolo con equilibrata armonia d’insieme. Per lui la luce non equivale soltanto alla metafora dell’origine del- le cose, ma indica l’energia e la potenza stessa della materia. Il rapporto luce-materia acquista un risvolto fondamentale nel suo fare arte: la materia, nelle sue stratificazioni e commistioni cromatiche, viene quasi “sospesa” in un sottile e acuto “gioco” di percezioni sensoriali inattese da parte dell’osservatore, il cui sguardo viene canalizzato e indirizzato dalle vibrazioni e pulsioni luminose. Inoltre, è essenziale il movimento, che il colore assume nello spazio. Da qui la dimensione applicativa del flusso dinamico delle cromie, trasferite e trasportate dentro le ambientazioni narrative. L’assenza di figurazione classica e tradizionale viene sostituita dall’impronta di astrattismo informale e materico e dal linguaggio fatto da componenti cifrate e codificate, che viene governato e dominato dal- la compenetrante colorazione. Nell’incalzante passione per la “sua” pittura, per lo strumento che sente profondamente suo e che visceralmente gli appartiene, Bai si rivolge alla ricerca della miglior qualità espressiva e tecnica dell’opera, oltre le mode spicciole e le tendenze superficiali e approssimative, oltre la semplice emulazione copiativa e fotografica, per approdare a una pittura atipica, insolita e non consueta, con risultati accattivanti e di curiosa e stimolante chiave interpretativa, mai banalmente scontata, ma sempre da scoprire, innescando una condivisione libera e interattiva con lo spettatore.
Elena Gollini
giornalista e curatrice d’arte
L'artista sarà presente al cocktail in galleria sabato 17 settembre alle 18.
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