Gianni Asdrubali. Lo spazio impossibile
![Gianni Asdrubali, Stoide, 2006, pittura industriale su forex Gianni Asdrubali, Stoide, 2006, pittura industriale su forex](http://www.arte.it/foto/600x450/c2/77547-2006-Stoide-Pittura_industriale_su_forex_ph_Antonio_Idini.jpg)
Dal 17 Aprile 2018 al 10 Giugno 2018
Roma
Luogo: Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese
Indirizzo: viale Fiorello La Guardia 6
Orari: da martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30). Sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30). Dal 1 giugno: da martedì a venerdì ore 13.00 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30). Sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
Curatori: Marco Tonelli
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museocarlobilotti.it
Dal 18 aprile al 10 giugno 2018 (con inaugurazione il 17 aprile alle 18.30) il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese ospita il progetto di pittura dell’artista Gianni Asdrubali Lo spazio impossibile, promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curato dal critico d’arte Marco Tonelli con il sostegno della galleria milanese Matteo Lampertico e della galleriafiorentina Santo Ficara. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Nelle sale al piano terreno saranno esposte alcune grandi installazioni pittoriche su tela, legno, forex e plexiglass dei cicli Tromboloide, Stoide e Zigrostoide, Steztastess, Tetrazoide, Sverzeke, Zanorre e Zesenne, realizzati da Asdrubali nel corso della sua ricerca dal 1979 fino a oggi.
Di fronte al ninfeo seicentesco, un’orda di Tromboloidi invade l’intera lunghezza della parete principale in un condensato di segni compatti che corrono in tutte le direzioni. La vasca del ninfeo incornicia, da sola, un Tromboloide che entra in relazione agli altri con diversa prossimità.
Il grande Stoide esplode irregolare sulla parete di fondo, mentre nella stanza accanto si ricompatta nella grande opera costituita da otto opere unite nel muro di Zigrostoide. Lo stesso segno stride e si annulla di nuovo nella parete Steztastess, mentre con un tratto largo si congela in Tetrazoide. L’ultima stanza ospita i cicli dei verdi, degli azzurri e dei rossi di Zanorre, Sverzeke e Zesenne, su tela e su plexiglass, agganciati al muro o in sospensione, ultimo risultato del lavoro dell’artista.
Le opere in mostra si dislocano nello spazio espositivo fino a fondersi con esso in un “unicum spaziale” che sfonda verso una nuova dimensione percettiva e mentale. Tale dimensione pone l’osservatore su un bordo instabile che lo costringe ad alterare continuamente il proprio punto di vista per spostare il limite e trovare nuove configurazioni di realtà.
La mostra composta è una “istantanea” che assembla opere create in periodi differenti ma in grado di trasmettere allo spettatore una sola emozione, fondendo contenitore e contenuto per dare vita a una sola vibrazione.
Opere che sono definite dall’artista come “unico corpo che si dà e si nega nello stesso istante, uno spazio compatto perché pieno di vuoto, non euclideo, curvilineo, magico, ipnotico, adimensionale”.
Diversamente da quanto avviene tradizionalmente con singoli dipinti collocati su parete secondo ordini lineari e ordinati, la mostra rende in tutta la sua vivace drammaticità e velocità la concezione spaziale e pittorica di Asdrubali.
A differenza di ambientazioni sonore e tecnologiche, Asdrubali indaga con questo progetto la possibilità di vivere un’esperienza virtuale in tutta la sua concretezza plastica e coinvolgente quasi utilizzasse elementi tecnologici e immersivi, tipici della nostra contemporaneità.
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