Giorgio de Chirico
Dal 06 Dicembre 2023 al 24 Febbraio 2024
Roma
Luogo: Tornabuoni Arte Roma
Indirizzo: Via Bocca di Leone 88
Orari: Martedì - Sabato 10.00-13.00 / 14.00-19.00
Telefono per informazioni: +39 06 98381010
E-Mail info: roma@tornabuoniarte.it
Sito ufficiale: http://www.tornabuoniart.com
Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma, io e mia moglie, quindi, si abiterebbe nel centro del centro del mondo.
G.de Chirico
Mercoledì 6 dicembre 2023 Tornabuoni Arte Roma inaugura una retrospettiva dedicata a Giorgio de Chirico, figura tra le più emblematiche nel dibattito artistico e culturale del Novecento.
Roma è stata una città chiave nella vita del Pictor optimus: qui studia le rovine antiche, rimane affascinato dalla Scuola di Atene di Raffaello nelle Stanze Vaticane e approfondisce aspetti della sua pittura metafisica. Vi si trasferirà in via definitiva nel 1944 e dal 1948 si stabilirà con la moglie nella casa-studio di Piazza di Spagna -oggi Fondazione Giorgio e Isa de Chirico- conquistando così una posizione strategica nel cuore artistico della città, con gli atelier di via Margutta e via del Babuino, il Caffè Greco in via Condotti e il Caffè Aragno di via del Corso.
In mostra una selezione di oltre trenta opere -tra pittura, scultura e disegno-, dai primi anni del Novecento fino agli anni Settanta, che restituisce la quasi interezza delle fasi di produzione e dei temi affrontati dall’artista.
Il percorso espositivo si apre con un lavoro appartenente al periodo böckliniano, La Passeggiata del 1909, proveniente dalla Collezione Roberto Casamonti di Firenze. L’influenza del simbolismo di Böcklin e di Klinger, maturata a Monaco di pari passo alla lettura di Nietzsche e Schopenhauer, tornerà a più riprese negli anni e nell’opera di de Chirico, nelle sue soluzioni iconografiche, visioni irrazionali e invenzioni nella messa in scena.
Due dipinti indagano il tema del nudo femminile: il primo del 1923, già nella collezione di Alberto Savinio ed esposto alla XIII Quadriennale di Roma del 1998. L’altro, del 1930, ritrae Cornelia Silbermann, conosciuta a Parigi nell’agosto del 1929, poi diventata sua musa. Con lei de Chirico intratterrà un lungo rapporto testimoniato da un carteggio di ventitré lettere, dal 1929 al giugno del 1951.
Alla produzione degli anni Trenta appartengono Combattimento di gladiatori del 1932, anche questo parte della Collezione Roberto Casamonti di Firenze, e Cavalli in riva al mare del 1935, già in collezione di Margherita Sarfatti, letterata e prima donna in Europa ad occuparsi di critica d’arte all’inizio del Novecento.
E’ del 1940 ...Ed ecco un gran drago..., disegno del ciclo per l’edizione dell’Apocalisse di Giovanni a cura di Raffaele Carrieri - In quella grande e strana casa che è l’Apocalisse [...] io sogno, incuriosito e felice, come il fanciullo, tra i suoi balocchi, nella notte di Natale (G. de Chirico).
In mostra anche due autoritratti: Autoritratto delle nuvole del 1948 e Autoritratto come pittore in costume del Settecento del 1957, dove de Chirico utilizza l’escamotage dell’abito antico acuendo così il fascino della composizione: il vestito moderno non è interessante da dipingere [...] il vestito antico offre molte più possibilità per fare della pittura e dimostrare quello che si sa fare (G. de Chirico).
In una fase più matura della sua produzione artistica, de Chirico rielabora i soggetti degli anni Dieci, Venti e Trenta sotto una nuova luce, con colori accesi e atmosfere più serene rispetto a quelle severe e cupe della prima Metafisica, come si vede in Ettore e Andromaca del 1950, Piazza d’Italia con piedistallo vuoto del 1955 e Bagni Misteriosi del 1968.
Su questi ultimi nel 1973 il pittore scrive - L'idea dei "bagni misteriosi" mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimento. Ebbi l'impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che stavano fermi, e si muovevano, ed a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori della piscina pavimento (G. de Chirico).
G.de Chirico
Mercoledì 6 dicembre 2023 Tornabuoni Arte Roma inaugura una retrospettiva dedicata a Giorgio de Chirico, figura tra le più emblematiche nel dibattito artistico e culturale del Novecento.
Roma è stata una città chiave nella vita del Pictor optimus: qui studia le rovine antiche, rimane affascinato dalla Scuola di Atene di Raffaello nelle Stanze Vaticane e approfondisce aspetti della sua pittura metafisica. Vi si trasferirà in via definitiva nel 1944 e dal 1948 si stabilirà con la moglie nella casa-studio di Piazza di Spagna -oggi Fondazione Giorgio e Isa de Chirico- conquistando così una posizione strategica nel cuore artistico della città, con gli atelier di via Margutta e via del Babuino, il Caffè Greco in via Condotti e il Caffè Aragno di via del Corso.
In mostra una selezione di oltre trenta opere -tra pittura, scultura e disegno-, dai primi anni del Novecento fino agli anni Settanta, che restituisce la quasi interezza delle fasi di produzione e dei temi affrontati dall’artista.
Il percorso espositivo si apre con un lavoro appartenente al periodo böckliniano, La Passeggiata del 1909, proveniente dalla Collezione Roberto Casamonti di Firenze. L’influenza del simbolismo di Böcklin e di Klinger, maturata a Monaco di pari passo alla lettura di Nietzsche e Schopenhauer, tornerà a più riprese negli anni e nell’opera di de Chirico, nelle sue soluzioni iconografiche, visioni irrazionali e invenzioni nella messa in scena.
Due dipinti indagano il tema del nudo femminile: il primo del 1923, già nella collezione di Alberto Savinio ed esposto alla XIII Quadriennale di Roma del 1998. L’altro, del 1930, ritrae Cornelia Silbermann, conosciuta a Parigi nell’agosto del 1929, poi diventata sua musa. Con lei de Chirico intratterrà un lungo rapporto testimoniato da un carteggio di ventitré lettere, dal 1929 al giugno del 1951.
Alla produzione degli anni Trenta appartengono Combattimento di gladiatori del 1932, anche questo parte della Collezione Roberto Casamonti di Firenze, e Cavalli in riva al mare del 1935, già in collezione di Margherita Sarfatti, letterata e prima donna in Europa ad occuparsi di critica d’arte all’inizio del Novecento.
E’ del 1940 ...Ed ecco un gran drago..., disegno del ciclo per l’edizione dell’Apocalisse di Giovanni a cura di Raffaele Carrieri - In quella grande e strana casa che è l’Apocalisse [...] io sogno, incuriosito e felice, come il fanciullo, tra i suoi balocchi, nella notte di Natale (G. de Chirico).
In mostra anche due autoritratti: Autoritratto delle nuvole del 1948 e Autoritratto come pittore in costume del Settecento del 1957, dove de Chirico utilizza l’escamotage dell’abito antico acuendo così il fascino della composizione: il vestito moderno non è interessante da dipingere [...] il vestito antico offre molte più possibilità per fare della pittura e dimostrare quello che si sa fare (G. de Chirico).
In una fase più matura della sua produzione artistica, de Chirico rielabora i soggetti degli anni Dieci, Venti e Trenta sotto una nuova luce, con colori accesi e atmosfere più serene rispetto a quelle severe e cupe della prima Metafisica, come si vede in Ettore e Andromaca del 1950, Piazza d’Italia con piedistallo vuoto del 1955 e Bagni Misteriosi del 1968.
Su questi ultimi nel 1973 il pittore scrive - L'idea dei "bagni misteriosi" mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimento. Ebbi l'impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che stavano fermi, e si muovevano, ed a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori della piscina pavimento (G. de Chirico).
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