Igor Stelluti. [i-so-la-zió-ni]
![Igor Stelluti. [i-so-la-zió-ni], CityLab 971, Roma Igor Stelluti. [i-so-la-zió-ni], CityLab 971, Roma](http://www.arte.it/foto/600x450/75/119873-i-so-la-zio-ni_banner_jpg-1-scaled.jpg)
Dal 20 Agosto 2021 al 05 Settembre 2021
Roma
Luogo: CityLab 971
Indirizzo: Via Salaria 971
Orari: dal Lunendì al Venerdì 17.00-20.00 previa prenotazione all’indirizzo press.isolazioni@gmail.com e con l'applicazione di tutte le misure e le norme in vigore rispetto all'emergenza covid-19 (sarà necessario il green pass)
Curatori: Federica Acierno
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 960 30 764
E-Mail info: info@medinaroma.com
Sito ufficiale: http://www.medinaroma.com
[Umberto Eco, Opera aperta, 1962]
[i-so-la-zió-ni] indaga il tema dell’alienazione dell’uomo nella contemporaneità post-moderna. L’alienazione, quale categoria della dialettica hegeliana, esprime il momento della scissione, del divenir-altro dello spirito che si riversa nella creazione artistica. L’alienazione dello spirito si identifica nello spazio con la natura, nel tempo con la storia. E sono proprio questi due ingredienti, natura e storia, i principi generatori e la linfa vitale delle opere in mostra.
Il tema viene declinato da Igor Stelluti in tre tipologie di lavori accomunati da un condiviso filo conduttore: l’uso del nastro isolante. Quest’ultimo è rappresentazione materiale della sintesi, è ciò che tiene insieme il tutto pur tenendo ogni singola parte isolata. Il nastro isolante diviene espressione della forzatura dello stare insieme e dell’essere contemporaneamente e necessariamente separati. L’isolamento nega l’accostamento e l’accostamento nega, a sua volta, il suo contrario: tale condizione si sovrappone a quella dell’alienazione dell’individuo nella condivisione forzata imposta da una società virtualmente interconnessa.
L’isolamento emerge in opere di natura concettuale informale come emarginazione dell’immaginario dal reale. Le tele rinunciano al perseguimento di un mero risultato estetico e percettivo in favore di una dimensione altra, ascetica ed eremitica.
Opere naturalistiche, strettamente legate al background geologico e vertenziale-ecologista, pongono l’accento sul distacco dell’uomo dalla natura come risorsa primaria e che oggi, nella crisi climatica, torna con manifestazioni meteorologiche violente.
Ulteriore declinazione dell’argomento si compie nella ricerca sull’isolazione delle aree urbane post-industriali (da rigenerare) dal contesto sociale.
L’uomo, per sua “natura” necessita di liberarsi e svincolarsi dagli effetti estranei e dannosi della civiltà e della cultura e da quanto vi è di artificioso e alienante nelle società urbane e industriali, per riaccostarsi a una mitica condizione di vita regolata dall’istinto.
La natura e la storia, nella loro essenzialità fenomenica e ideale, dialogano con il nastro isolante che tuttavia non riesce a domarle o reprimerle. Forze distruttrici, ignote, imprevedibili e temibili e la natura umana rifuggono la sintesi per isolarsi.
Interviene allora l’artista che attraverso la sua eletta sensibilità fa delle sue opere una lente d’ingrandimento poeticamente sintetica ed onnicomprensiva.
Stelluti riscopre il legame con la natura in una mostra che supera il disagio dell’uomo moderno nella civiltà altamente tecnologica, mediatica e industriale. In tal senso l’alienazione diviene tappa necessaria del divenire dello spirito che si arricchisce ed espande per pervenire ad una visione sinottica dell’alienazione intesa come fenomeno positivo.
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