In punta di pennello. Natura e cultura nell’arte giapponese
Dal 23 Giugno 2023 al 29 Settembre 2023
Roma
Luogo: Istituto Giapponese di Cultura in Roma
Indirizzo: Via Antonio Gramsci 74
Orari: Giugno e settembre lun-ven 9.00-12.30 / 13.30-17.00 Luglio lun-ven 9.00-12.30 / 13.00-16.30 Agosto CHIUSO
Curatori: Marco Maovaz
Costo del biglietto: Ingresso libero fino a esaurimento posti
Telefono per informazioni: +39 06 3224754/94
Sito ufficiale: http://www.jfroma.it
In collaborazione con il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS) dell’Università degli Studi di Perugia, il 22 giugno alle ore 18.00 inaugura IN PUNTA DI PENNELLO. Natura e Cultura nell’arte giapponese, con visita guidata del curatore Marco Maovaz alle dieci sezioni che raccontano pennello e inchiostro in Giappone.
A orientare il visitatore nel percorso – segnato da kakemono e oggettistica – saranno la bellissima poetessa Ono no Komachi, il maestro Matsuo Bashō, il leggendario artista Hokusai e il grande pittore Maruyama Ōkyo, per tacer degli altri protagonisti di animazioni originali.
Introdotta “in persona” da Hokusai – artista giapponese ben noto in occidente – la mostra si sviluppa in dieci sezioni in cui le opere e i manufatti esposti sono presentati e spiegati attraverso dei video animati da alcuni dei più noti personaggi della storia della cultura giapponese.
L’arte della calligrafia è introdotta da un’opera attribuita a Yishan Yining – Issan Ichinei (1247-1317), il monaco cinese che nel XIII secolo diffuse lo Zen tra i samurai e i feudatari nipponici.
Matsuo Bashō (1644-1694) uno dei più illustri poeta giapponese, spiega perché una sua lettera in mostra è trattata come un’opera d’arte.
Maruyama Ōkyo (1733-1795), il pittore più influente del Settecento giapponese, partendo da una sua pittura raffigurante un gallo e una gallina spiega i caratteri della sua scuola di pittura accademica basata sull’osservazione dal vero.
Sesson Shūkei (1852-1918), il più grande pittore del Cinquecento giapponese illustra, a partire da un’opera a lui attribuita, la tradizione dei paesaggi realizzati con le macchie di inchiostro.
La pittura zen è rappresentata, tra l’altro, da un Enso o cerchio dell’illuminazione, dipinto da Kobori Enshū nel Seicento. Enshū è stato un talentuoso ed eclettico feudatario che durante la vita ha rinnovato l’arte dei giardini, la cerimonia del tè e l’ikebana, cioè l’arte della disposizione dei fiori.
Watanabe Seitei, il pittore che sbalordì nel 1878 gli impressionisti con le sue capacità tecniche, è presente in mostra con un dittico e con un taccuino di disegni.
A orientare il visitatore nel percorso – segnato da kakemono e oggettistica – saranno la bellissima poetessa Ono no Komachi, il maestro Matsuo Bashō, il leggendario artista Hokusai e il grande pittore Maruyama Ōkyo, per tacer degli altri protagonisti di animazioni originali.
Introdotta “in persona” da Hokusai – artista giapponese ben noto in occidente – la mostra si sviluppa in dieci sezioni in cui le opere e i manufatti esposti sono presentati e spiegati attraverso dei video animati da alcuni dei più noti personaggi della storia della cultura giapponese.
L’arte della calligrafia è introdotta da un’opera attribuita a Yishan Yining – Issan Ichinei (1247-1317), il monaco cinese che nel XIII secolo diffuse lo Zen tra i samurai e i feudatari nipponici.
Matsuo Bashō (1644-1694) uno dei più illustri poeta giapponese, spiega perché una sua lettera in mostra è trattata come un’opera d’arte.
Maruyama Ōkyo (1733-1795), il pittore più influente del Settecento giapponese, partendo da una sua pittura raffigurante un gallo e una gallina spiega i caratteri della sua scuola di pittura accademica basata sull’osservazione dal vero.
Sesson Shūkei (1852-1918), il più grande pittore del Cinquecento giapponese illustra, a partire da un’opera a lui attribuita, la tradizione dei paesaggi realizzati con le macchie di inchiostro.
La pittura zen è rappresentata, tra l’altro, da un Enso o cerchio dell’illuminazione, dipinto da Kobori Enshū nel Seicento. Enshū è stato un talentuoso ed eclettico feudatario che durante la vita ha rinnovato l’arte dei giardini, la cerimonia del tè e l’ikebana, cioè l’arte della disposizione dei fiori.
Watanabe Seitei, il pittore che sbalordì nel 1878 gli impressionisti con le sue capacità tecniche, è presente in mostra con un dittico e con un taccuino di disegni.
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