Javier. Armonia delle sfere
Dal 21 Ottobre 2023 al 05 Novembre 2023
Roma
Luogo: Galleria Lavatoio Contumaciale
Indirizzo: Piazza Perin del Vaga 4
Orari: tutti i giorni dalle 16.00 alle 20.00
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@federazioneartisti.it
Sito ufficiale: http://www.federazioneartisti.it
Si inaugura a Roma Sabato 21 Ottobre 2023 alle ore 18.00 nell’ambito della VIII Edizione del RAW, Rome Art Week, manifestazione culturale per l’Arte Contemporanea di Roma, con il Patrocinio del Ministero della Cultura, di Roma Capitale Assessorato alla Cultura, la Sapienza Università di Roma, l’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’Arte in Roma, la Confederazione Italiana Unione delle professioni Intellettuali, con il supporto di Roma Capitale Assessorato ai Grandi Eventi Sport Turismo e Moda, la Mostra personale di Javierdal titolo Armonia delle Sfere, allestita nella sede della Galleria Lavatoio Contumaciale a Roma in Piazza Perin del Vaga 4, ubicato all’interno di uno splendido palazzo nel quartiere del Lungo Tevere Flaminio a ridosso del fiume, a pochi metri dal MAXXI il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. Venti le Opere selezionate realizzate dal 2020 ad oggi dal Maestro Javier. L’Evento espositivo, presentato da Francesco Ruggiero, è curato da Marco Bussagli e Grazia Menna. L’Inaugurazione si aprirà con la Performance di Louis Siciliano e Giovanni Imparato che eseguiranno musiche composte espressamente in frequenza armonica con le Opere esposte. L’Evento espositivo del Maestro Javier e la performance musicale di Louis Siciliano e Giovanni Imparato saranno documentati da un filmato per la regia di Margot Ruggiero.
Marco Bussagli, nel suo testo di presentazione dell’Artista dal titolo Javier Artista circolare, afferma … Diceva Michelangelo di sé stesso che aveva imparato l’Arte della Scultura succhiando il latte dalla sua balia che era la moglie di uno scalpellino nel piccolo borgo di Settignano della seconda metà del XV secolo. Questo vuol dire che l’Artista si sentiva prima di tutto uno Scultore, anche se i suoi ineguagliabili dipinti, tavole o affreschi che siano, sarebbero stati la Scuola nel mondo. Vasari definiva la Volta Sistina come della lucerna dell’Arte nostra, ma l’ambito nel quale Michelangelo si sentiva maggiormente a proprio agio era la Scultura perché ciascuno sceglie il linguaggio privilegiato con cui esprimere la propria creatività. Allora, senza voler fare paragoni impropri, si capisce bene perché l’indirizzo di posta elettronica (cambiano i tempi, ma non la sostanza!) dell’Artista che ho qui il piacere di presentare sia: javierscultore@gmail.com. Un’e-mail che è una vera e propria dichiarazione d’intenti e, nello stesso tempo, specchio di sé stessi e del modo di intendere la propria Arte. Le ho viste le Sculture di Javier, nato a Buenos Aires, ma ormai marchigiano da decenni, proprio come Osvaldo Licini, nato nella provincia di Fermo, vissuti nella sua Macerata, la città di Scipione, ma pure di Padre Matteo Ricci che seppe guardare a Oriente, come fece, nel XX secolo, da storico e linguista Giuseppe Tucci, pure lui marchigiano. Le ho viste le Sculture di Javier, dicevo, e poco hanno da invidiare a quelle di Enzo Cucchi. Frammenti a tutto tondo che sono schegge della realtà interiore coagulata dalla materia del mondo. Allora, perché siamo qui a presentare una sua Mostra di Pittura? Perché, come Michelangelo doveva dipingere per essere Scultore, così Javier non può fare a meno di quest’altra forma d’espressione per completare la sua felicità dell’Anima che, adesso, si dispiega nelle Opere che compongono la sua Armonia delle Sfere. Anzi, è qui, nell’ampio campo della pittura che Javier può abbandonarsi a quanto più gli interessa del linguaggio visivo: la sperimentazione. Non è un caso che le sue Opere siano realizzate mescolando insieme diversi medium e alcuni materiali, come gesso, smalti e terre colorate che, poi, finiscono per dialogare con tecniche storiche come quelle dei colori ad olio, ma pure con quelle acriliche e le tinte industriali, secondo quanto hanno fatto, prima di Javier, grandi Artisti come Jackson Pollock o Hans Hartung. Infatti, quel residuo di figurativismo che affiora nelle Opere scultoree, scompare quasi del tutto nelle sue creazioni pittoriche. Un momento centrale nel percorso di Javier e della sua voglia di sperimentare fu certo la realizzazione, nel 2011, di un’Opera come Amore e poesia, frutto della frequentazione della Scuola del Graffito di Montemurro. Qui, da più di dieci anni (prima edizione 2010), si tiene un raduno di Artisti internazionali che vengono ad apprendere una tecnica messa a punto dal Maestro Giuseppe Antonello Leone, quella del Graffito a colori multistrato. Si tratta di un’esperienza unica che può essere vissuta solo in questo Comune del potentino perché la materia prima è costituita dalle arenarie del Quaternario reperibili in quest’area della Basilicata. Esse vengono colorate con pigmenti, stese con la spatola, e poi incise con lo stilo per farne dei grandi pannelli che trasformano il paese in una sorta di Museo a cielo aperto. Per questo, le Opere presentate in Mostra, sono il risultato di stratificazioni multiple che danno profondità al risultato visivo. Allora, l’Armonia delle Sfere che si spande dalla materia pittorica sovrapposta, furiosamente direi, sulle tavole esposte, diviene metafora del cosmo interiore dell’Artista. Fa una sorta di dripping siderale Javier che, se prende le mosse dall’esperienza di Pollock, poi dipana la propria creatività attraverso un percorso originale che trasforma il colore sfilacciato in grumi rappresi sulla superficie del quadro, a mimare le orbite dei Pianeti e le traiettorie delle Comete. Sono le Opere dell’Artista argentino, un concentrato vitale di energia che è stata forzatamente confinata in uno spazio dal quale cerca invano di liberarsi. Il risultato è una felice suggestione dinamica che pare estendersi al di là dei limiti fisici del supporto, come se si trattasse di fotogrammi dell’Anima colti in un momento preciso. Per questo, le Opere non hanno un soggetto specifico, ma sono tutte dei Senza titolo perché sono momenti diversi di una storia lunghissima che non si è ancora conclusa e neppure completata. Appese alle pareti bianche del Lavatoio Contumaciale di Grazia Menna, sono altrettante finestre aperte su un universo pittorico che, continuamente, ti conduce dentro e fuori di te, in un viaggio fra sogno e realtà di cui l’Artista ha saputo segnare così sapientemente la soglia. Javier, però, si diverte anche a giocare su un’altra ambiguità che è un altro segreto del fascino della sua Pittura e che affonda le radici in quanto, già da tempo, era stato indicato da quella mitica figura che fu Ermete Trismegisto: ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso. L’infinitamente grande è identico all’infinitamente piccolo. Allora, basta cambiare
il punto di vista e le Armonie delle Sfere subito diventano armonie delle cellule. Così, le Galassie e le tracce siderali diventano il citoplasma cellulare, gli ammassi stellari, sono vortici di ribosomi, e le nebulose gli sfilacciati apparati di Globi, reticoli endoplasmatici e ammassi proteici. Viene in mente la Pittura organica del pittore cileno Robert Matta con le sue luci plastiche e i suoi giochi luministici cellulari, costruiti intorno agli spermatozoi del colore che vagolano senza sosta in un citoplasma di materia pittorica. Allora si capisce il motivo per cui ho pensato di definire Javier Pittore circolare, perché la sua Opera suggerisce una continuità della Natura e delle sue armonie che l’occhio dell’Artista ha saputo scovare tanto fra le profondità delle Galassie, quanto negli interstizi intercellulari. Aggiunge Grazia Menna … l’Artista italo-argentino Javier che risiede a Macerata da oltre 40 anni non può appartenere ad una sola categoria artistica, difatti le sue opere spaziano dalla pittura, alla scultura, alla scrittura con cui dà sostanza ai suoi pensieri che quasi si avvicinano alla poesia, ma che lui stesso definisce espressione della sua anima in parole. Nel 2011 con la frequentazione della Scuola del Graffito di Montemurro realizza l’opera “Amore e poesia”; proseguendo l’esperienza di Montemurro continua con la realizzazione di graffiti attraverso l’uso di varie calci colorate. Ammirando le opere scelte per questa personale, lo sguardo dell’osservatore si perde tra le evoluzioni del segno pittorico, immergendolo nell’ipnosi delle forme-non forme, perdendosi nella spazialità rappresentata.
Inaugurazione Sabato 21 Ottobre 2023 alle ore 18.00
PROLOGO
Le composizioni volumetriche delle Opere di Javier sono in costante movimento trasmettendo informazioni verso tutto il cosmo. Il visitatore si riconosce immerso nel dialogo di energetiche vibrazioni musicali cosmiche, armonia delle sfere che lo fanno fremere di plastiche ispirazioni nel silenzio ieratico dello spazio infinito di mari inesauribili, nudo sangue di potenza pulsante, potente, portante, che la natura fa talamo e nutrimento per maree di intuizioni e poi ripetersi nella forma modellata di nuovo mistero, e pulsare nuovamente in acquee sfere, sempre più grandi per ritornare nella forma a pulsare sempre più lontano, a formare globi di cieli armonici che s’incontrano e si scontrano in infiniti cori di voci di dei condensandosi nelle cristallizzazioni dei codici minerali di quei linguaggi volumetrici stimolando l’artista a farne liquidi poemi di statica velocità organica e nuovamente volare, pulsare, balzare, planare e approdare. Così l’Opera di Javier diventa musica organica silente che incide, come nelle composizioni musicali di Hildegard von Bingen, arcani nello spazio interiore dell’osservatore, avvolgendolo negli impetuosi flutti delle pulsazioni cosmiche, nelle maree gravitazionali animiche, a fare di gravità forma e della forma movimento di gravità, divenendo vita senziente di forme cosmiche, all’origine della parte mitica della natura umana. Non è fantasia quindi ciò che affiora dallo sguardo all’Anima contemplante, bensì promessa di novità che sazi la sete di guardare, odorare, gustare, toccare, ascoltare, per intuire e salpare ancora più oltre, verso nuove conoscenze più grandi e definite. Il pensiero di Javier opera trasfigurare i volumi in archetipi amplificatori dell’energia di vita eterna, nascosta in ogni anfratto interno dello spazio naturale, onde possano giungere a noi, da quei portali, echi di mondi sconfinati che rimarrebbero chiusi e sconosciuti per sempre se l’artista non facesse breccia in tale ignoto. E creare il ponte che potrà un giorno portare verso quei mondi ad assaporarli e rendere la vita sempre più viva.
Javier nasce a Buenos Aires Argentina il 20.01.1966 risiede a Macerata da 50 anni. Esegue le sue opere con tecniche varie e molta sperimentazione, utilizzando l’olio, l’acrilico, i gessi, gli smalti. le terre colorate e preparandosi i colori con pigmenti vari. Con le tecniche di affresco apprese realizza i graffiti di Montemurro con calci colorate assieme al Maestro Giuseppe Antonello Leone seguendo le tecniche di Carlo levi. Realizza Opere di Arte Sacra, con tecniche a bassorilievo e sbalzi con supporti in tela, legno, ferro, rame e l’alluminio. Ha partecipato a numerose Mostre ed estemporanee di Pittura. Ha eseguito manifesti per il Teatro, disegnato Scenografie e altre manifestazioni teatrali recitando le sue poesie. Le sue Opere sono in collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali.
Marco Bussagli, nel suo testo di presentazione dell’Artista dal titolo Javier Artista circolare, afferma … Diceva Michelangelo di sé stesso che aveva imparato l’Arte della Scultura succhiando il latte dalla sua balia che era la moglie di uno scalpellino nel piccolo borgo di Settignano della seconda metà del XV secolo. Questo vuol dire che l’Artista si sentiva prima di tutto uno Scultore, anche se i suoi ineguagliabili dipinti, tavole o affreschi che siano, sarebbero stati la Scuola nel mondo. Vasari definiva la Volta Sistina come della lucerna dell’Arte nostra, ma l’ambito nel quale Michelangelo si sentiva maggiormente a proprio agio era la Scultura perché ciascuno sceglie il linguaggio privilegiato con cui esprimere la propria creatività. Allora, senza voler fare paragoni impropri, si capisce bene perché l’indirizzo di posta elettronica (cambiano i tempi, ma non la sostanza!) dell’Artista che ho qui il piacere di presentare sia: javierscultore@gmail.com. Un’e-mail che è una vera e propria dichiarazione d’intenti e, nello stesso tempo, specchio di sé stessi e del modo di intendere la propria Arte. Le ho viste le Sculture di Javier, nato a Buenos Aires, ma ormai marchigiano da decenni, proprio come Osvaldo Licini, nato nella provincia di Fermo, vissuti nella sua Macerata, la città di Scipione, ma pure di Padre Matteo Ricci che seppe guardare a Oriente, come fece, nel XX secolo, da storico e linguista Giuseppe Tucci, pure lui marchigiano. Le ho viste le Sculture di Javier, dicevo, e poco hanno da invidiare a quelle di Enzo Cucchi. Frammenti a tutto tondo che sono schegge della realtà interiore coagulata dalla materia del mondo. Allora, perché siamo qui a presentare una sua Mostra di Pittura? Perché, come Michelangelo doveva dipingere per essere Scultore, così Javier non può fare a meno di quest’altra forma d’espressione per completare la sua felicità dell’Anima che, adesso, si dispiega nelle Opere che compongono la sua Armonia delle Sfere. Anzi, è qui, nell’ampio campo della pittura che Javier può abbandonarsi a quanto più gli interessa del linguaggio visivo: la sperimentazione. Non è un caso che le sue Opere siano realizzate mescolando insieme diversi medium e alcuni materiali, come gesso, smalti e terre colorate che, poi, finiscono per dialogare con tecniche storiche come quelle dei colori ad olio, ma pure con quelle acriliche e le tinte industriali, secondo quanto hanno fatto, prima di Javier, grandi Artisti come Jackson Pollock o Hans Hartung. Infatti, quel residuo di figurativismo che affiora nelle Opere scultoree, scompare quasi del tutto nelle sue creazioni pittoriche. Un momento centrale nel percorso di Javier e della sua voglia di sperimentare fu certo la realizzazione, nel 2011, di un’Opera come Amore e poesia, frutto della frequentazione della Scuola del Graffito di Montemurro. Qui, da più di dieci anni (prima edizione 2010), si tiene un raduno di Artisti internazionali che vengono ad apprendere una tecnica messa a punto dal Maestro Giuseppe Antonello Leone, quella del Graffito a colori multistrato. Si tratta di un’esperienza unica che può essere vissuta solo in questo Comune del potentino perché la materia prima è costituita dalle arenarie del Quaternario reperibili in quest’area della Basilicata. Esse vengono colorate con pigmenti, stese con la spatola, e poi incise con lo stilo per farne dei grandi pannelli che trasformano il paese in una sorta di Museo a cielo aperto. Per questo, le Opere presentate in Mostra, sono il risultato di stratificazioni multiple che danno profondità al risultato visivo. Allora, l’Armonia delle Sfere che si spande dalla materia pittorica sovrapposta, furiosamente direi, sulle tavole esposte, diviene metafora del cosmo interiore dell’Artista. Fa una sorta di dripping siderale Javier che, se prende le mosse dall’esperienza di Pollock, poi dipana la propria creatività attraverso un percorso originale che trasforma il colore sfilacciato in grumi rappresi sulla superficie del quadro, a mimare le orbite dei Pianeti e le traiettorie delle Comete. Sono le Opere dell’Artista argentino, un concentrato vitale di energia che è stata forzatamente confinata in uno spazio dal quale cerca invano di liberarsi. Il risultato è una felice suggestione dinamica che pare estendersi al di là dei limiti fisici del supporto, come se si trattasse di fotogrammi dell’Anima colti in un momento preciso. Per questo, le Opere non hanno un soggetto specifico, ma sono tutte dei Senza titolo perché sono momenti diversi di una storia lunghissima che non si è ancora conclusa e neppure completata. Appese alle pareti bianche del Lavatoio Contumaciale di Grazia Menna, sono altrettante finestre aperte su un universo pittorico che, continuamente, ti conduce dentro e fuori di te, in un viaggio fra sogno e realtà di cui l’Artista ha saputo segnare così sapientemente la soglia. Javier, però, si diverte anche a giocare su un’altra ambiguità che è un altro segreto del fascino della sua Pittura e che affonda le radici in quanto, già da tempo, era stato indicato da quella mitica figura che fu Ermete Trismegisto: ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso. L’infinitamente grande è identico all’infinitamente piccolo. Allora, basta cambiare
il punto di vista e le Armonie delle Sfere subito diventano armonie delle cellule. Così, le Galassie e le tracce siderali diventano il citoplasma cellulare, gli ammassi stellari, sono vortici di ribosomi, e le nebulose gli sfilacciati apparati di Globi, reticoli endoplasmatici e ammassi proteici. Viene in mente la Pittura organica del pittore cileno Robert Matta con le sue luci plastiche e i suoi giochi luministici cellulari, costruiti intorno agli spermatozoi del colore che vagolano senza sosta in un citoplasma di materia pittorica. Allora si capisce il motivo per cui ho pensato di definire Javier Pittore circolare, perché la sua Opera suggerisce una continuità della Natura e delle sue armonie che l’occhio dell’Artista ha saputo scovare tanto fra le profondità delle Galassie, quanto negli interstizi intercellulari. Aggiunge Grazia Menna … l’Artista italo-argentino Javier che risiede a Macerata da oltre 40 anni non può appartenere ad una sola categoria artistica, difatti le sue opere spaziano dalla pittura, alla scultura, alla scrittura con cui dà sostanza ai suoi pensieri che quasi si avvicinano alla poesia, ma che lui stesso definisce espressione della sua anima in parole. Nel 2011 con la frequentazione della Scuola del Graffito di Montemurro realizza l’opera “Amore e poesia”; proseguendo l’esperienza di Montemurro continua con la realizzazione di graffiti attraverso l’uso di varie calci colorate. Ammirando le opere scelte per questa personale, lo sguardo dell’osservatore si perde tra le evoluzioni del segno pittorico, immergendolo nell’ipnosi delle forme-non forme, perdendosi nella spazialità rappresentata.
Inaugurazione Sabato 21 Ottobre 2023 alle ore 18.00
PROLOGO
Le composizioni volumetriche delle Opere di Javier sono in costante movimento trasmettendo informazioni verso tutto il cosmo. Il visitatore si riconosce immerso nel dialogo di energetiche vibrazioni musicali cosmiche, armonia delle sfere che lo fanno fremere di plastiche ispirazioni nel silenzio ieratico dello spazio infinito di mari inesauribili, nudo sangue di potenza pulsante, potente, portante, che la natura fa talamo e nutrimento per maree di intuizioni e poi ripetersi nella forma modellata di nuovo mistero, e pulsare nuovamente in acquee sfere, sempre più grandi per ritornare nella forma a pulsare sempre più lontano, a formare globi di cieli armonici che s’incontrano e si scontrano in infiniti cori di voci di dei condensandosi nelle cristallizzazioni dei codici minerali di quei linguaggi volumetrici stimolando l’artista a farne liquidi poemi di statica velocità organica e nuovamente volare, pulsare, balzare, planare e approdare. Così l’Opera di Javier diventa musica organica silente che incide, come nelle composizioni musicali di Hildegard von Bingen, arcani nello spazio interiore dell’osservatore, avvolgendolo negli impetuosi flutti delle pulsazioni cosmiche, nelle maree gravitazionali animiche, a fare di gravità forma e della forma movimento di gravità, divenendo vita senziente di forme cosmiche, all’origine della parte mitica della natura umana. Non è fantasia quindi ciò che affiora dallo sguardo all’Anima contemplante, bensì promessa di novità che sazi la sete di guardare, odorare, gustare, toccare, ascoltare, per intuire e salpare ancora più oltre, verso nuove conoscenze più grandi e definite. Il pensiero di Javier opera trasfigurare i volumi in archetipi amplificatori dell’energia di vita eterna, nascosta in ogni anfratto interno dello spazio naturale, onde possano giungere a noi, da quei portali, echi di mondi sconfinati che rimarrebbero chiusi e sconosciuti per sempre se l’artista non facesse breccia in tale ignoto. E creare il ponte che potrà un giorno portare verso quei mondi ad assaporarli e rendere la vita sempre più viva.
Javier nasce a Buenos Aires Argentina il 20.01.1966 risiede a Macerata da 50 anni. Esegue le sue opere con tecniche varie e molta sperimentazione, utilizzando l’olio, l’acrilico, i gessi, gli smalti. le terre colorate e preparandosi i colori con pigmenti vari. Con le tecniche di affresco apprese realizza i graffiti di Montemurro con calci colorate assieme al Maestro Giuseppe Antonello Leone seguendo le tecniche di Carlo levi. Realizza Opere di Arte Sacra, con tecniche a bassorilievo e sbalzi con supporti in tela, legno, ferro, rame e l’alluminio. Ha partecipato a numerose Mostre ed estemporanee di Pittura. Ha eseguito manifesti per il Teatro, disegnato Scenografie e altre manifestazioni teatrali recitando le sue poesie. Le sue Opere sono in collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali.
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