L’atelier romano di Giovanni Hajnal
Dal 09 Maggio 2014 al 15 Giugno 2014
Roma
Luogo: Istituto Balassi - Accademia d’Ungheria in Roma
Indirizzo: via Giulia 1
Orari: lun-ven 10-19.30; sab 10-12.30 / 13.30-19.30; dom 10-12.30 / 13.30-18
Curatori: Kata Balàzs, Pál Nèmeth
Enti promotori:
- Ministero delle Risorse Umane di Ungheria
- Fondo Nazionale Culturale (NKA)
- Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede
- Pontificio Consilio della Cultura
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 6889671
E-Mail info: accademiadungheria@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.roma.balassiintezet.hu
La figura più nota e forse di maggiore influsso, per quanto riguarda la presenza dell’arte visiva ungherese a Roma, fu János Hajnal (1913-2010). Il giovane artista di eccellente talento, allievo di Vilmos Aba-Novák, si stabilì a Roma nel 1948, dove visse e operò, col nome di Giovanni Hajnal, fino alla sua morte, avvenuta nel 2010. Risulta quasi impossibile mettere insieme lo straordinariamente vasto operato di Hajnal. Le sue opere più note sono le vetrate della Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, dell’Aula delle udienze Pontificie Paolo VI del Vaticano e del Duomo di Milano, nonché i mosaici della Chiesa di San Leone Magno di Roma.
Tra le centinaia di artisti ungheresi passati nella Città Eterna nel corso degli ultimi due secoli, forse nessuno riuscì ad inserirsi nell’arte di Roma quanto Hajnal. Nelle sue opere si incontrano due grandi dimensioni della cultura europea, il Nord e il Sud: Hajnal fu un ”pittore nordico” che divenne tutt’uno con l’Italia e con il Mediterraneo. Portò a Roma ciò che lì mancava e questo lo fece con la sua geniale forza creativa, in modo tale che Roma e l’Italia lo avvertirono come qualcosa che era sempre appartenuto loro. Il mondo creativo di Hajnal è un insieme di umiltà, di enorme conoscenza professionale e di simbolismo mutuato dagli artisti medievali, nonché di un linguaggio incredibilmente fecondo e tutt’ora valido nell’arte moderna. Grazie alla sua cultura letteraria e musicale, le sue vetrate, i suoi mosaici, le sue illustrazioni per i libri, non sono mai decorazioni bensì delle interpretazioni di pieno valore.
Dunque non c’è bisogno di ”redimere” Hajnal, poiché al di fuori di Amerigo Tot non vi è alcun altro artista ungherese così presente in Italia quanto lui. C’è bisogno di scoprire piuttosto ”l’altro” Hajnal. L’arte di Hajnal è molto più complessa e molto più estesa delle note vetrate e dei mosaici. L’obiettivo della mostra all’Accademia d’Ungheria in Roma è quello di illustrare le nuove dimensioni dell’arte di Hajnal, accanto a quelle sacre quelle personali, accanto alle opere progettate per spazi pubblici quelle della sfera privata e delle lotte interne dell’artista.
La tematica della mostra “L’atelier romano di Giovanni Hajnal” si divide in tre parti. Nella prima sala troviamo alcune illustrazioni delle serie di “Trilussa” e di “Regola Sanitaria”. A queste vengono aggiunte altre due opere eseguite con la tecnica batic nella prima fase dell’artista. Il centro della mostra sono gli autoritratti e quei dipinti che ci fanno conoscere Hajnal tramite un’autoriflessione. Nella terza sala si possono ammirare disegni colorati di “animali”. Essi vogliono stupirci ed affascinarci e spingerci ad esprimere i sentimenti umani, conflitti interne, i brividi della paura e dell’essere rinchiuso. La maggior parte delle opere non era mai stata esposta al pubblico. In occasione della mostra sará pubblicato un catalogo con un saggio di Kata Balàzs, storica d’arte e curatrice.
La mostra sarà inaugurata dal prof. László Csorba, direttore generale del Museo Nazionale Ungherese (Budapest).
Tra le centinaia di artisti ungheresi passati nella Città Eterna nel corso degli ultimi due secoli, forse nessuno riuscì ad inserirsi nell’arte di Roma quanto Hajnal. Nelle sue opere si incontrano due grandi dimensioni della cultura europea, il Nord e il Sud: Hajnal fu un ”pittore nordico” che divenne tutt’uno con l’Italia e con il Mediterraneo. Portò a Roma ciò che lì mancava e questo lo fece con la sua geniale forza creativa, in modo tale che Roma e l’Italia lo avvertirono come qualcosa che era sempre appartenuto loro. Il mondo creativo di Hajnal è un insieme di umiltà, di enorme conoscenza professionale e di simbolismo mutuato dagli artisti medievali, nonché di un linguaggio incredibilmente fecondo e tutt’ora valido nell’arte moderna. Grazie alla sua cultura letteraria e musicale, le sue vetrate, i suoi mosaici, le sue illustrazioni per i libri, non sono mai decorazioni bensì delle interpretazioni di pieno valore.
Dunque non c’è bisogno di ”redimere” Hajnal, poiché al di fuori di Amerigo Tot non vi è alcun altro artista ungherese così presente in Italia quanto lui. C’è bisogno di scoprire piuttosto ”l’altro” Hajnal. L’arte di Hajnal è molto più complessa e molto più estesa delle note vetrate e dei mosaici. L’obiettivo della mostra all’Accademia d’Ungheria in Roma è quello di illustrare le nuove dimensioni dell’arte di Hajnal, accanto a quelle sacre quelle personali, accanto alle opere progettate per spazi pubblici quelle della sfera privata e delle lotte interne dell’artista.
La tematica della mostra “L’atelier romano di Giovanni Hajnal” si divide in tre parti. Nella prima sala troviamo alcune illustrazioni delle serie di “Trilussa” e di “Regola Sanitaria”. A queste vengono aggiunte altre due opere eseguite con la tecnica batic nella prima fase dell’artista. Il centro della mostra sono gli autoritratti e quei dipinti che ci fanno conoscere Hajnal tramite un’autoriflessione. Nella terza sala si possono ammirare disegni colorati di “animali”. Essi vogliono stupirci ed affascinarci e spingerci ad esprimere i sentimenti umani, conflitti interne, i brividi della paura e dell’essere rinchiuso. La maggior parte delle opere non era mai stata esposta al pubblico. In occasione della mostra sará pubblicato un catalogo con un saggio di Kata Balàzs, storica d’arte e curatrice.
La mostra sarà inaugurata dal prof. László Csorba, direttore generale del Museo Nazionale Ungherese (Budapest).
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