Laika. Art is (not) a game
Dal 11 Marzo 2023 al 22 Aprile 2023
Roma
Luogo: Rosso20sette arte contemporanea
Indirizzo: Via del Sudario 39
Orari: dal martedì al sabato 11-19
Curatori: Tiziana Cino e Stefano Ferraro
Telefono per informazioni: +39 06 64761113
E-Mail info: info@rosso27.com
Sito ufficiale: http://www.rosso27.com
Il giorno 11 marzo 2023 alle ore 18.00, Rosso20sette arte contemporanea presenta la mostra Art is (not) a game della street artist italiana Laika, a cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro, accompagnata da un testo di Edoardo Marcenaro.
Edoardo Marcenaro nel testo critico presenta il lavoro dell’artista: “Laika ama definirsi una “attacchina romana”, attiva dal 2019, con un nome omaggio alla cagnolina Laika, primo essere vivente nello spazio. “Usa la maschera per esprimere la propria arte senza filtri, preservando la sua vita privata. Non è importante sapere chi c’è dietro la maschera: davanti c’è una donna che con ironia interpreta la realtà”. Le sue opere infatti parlano da sé, facendo venire in secondo piano la curiosità di sapere chi sia “la Banksy italiana”, come spesso la definisce la stampa internazionale: una studentessa dell’accademia di belle arti particolarmente brava o una top manager di qualche multinazionale che a un certo punto ha deciso di cambiare vita? Se guardiamo i lavori di Laika comparsi su muri, stampe e adesivi negli ultimi quattro anni potrebbe essere entrambe le persone. [...]
La Galleria Rosso20sette propone la prima mostra personale di Laika, con una serie di opere in cui ripercorre la sua “arte senza filtri”, contraddistinta da un’ironia a dir poco unica. Oltre ad alcuni dei lavori sopra menzionati, troviamo innanzitutto le opere dedicate ad Angela Davis (“Sweet Black Angel”), Patrick Zaki e Giulio Regeni (“L’abbraccio”), Gino Strada (“Le lacrime di Kabul”), e poi la serie “No eyez on me project” con i ritratti di Greta Thunberg – Barbie girl e Matteo Salvini - Baywatch. In secondo luogo, opere che sono veri e propri manifesti (e non nel senso cartaceo del termine) come “Iustitia” con la statua dal braccio spezzato, “Es ley”, laddove il braccio resta intero, “Mir” con un invito alla pace e al disarmo, il cui sfondo è stato dipinto lanciando sulla tela palle di carta impregnate di vernice: un gesto da intendersi come artistico e non violento. Altri lavori sono dedicati ai migranti, tra questi “Life is not a game”, realizzato sulla cartina geografica dei Balcani, ed “Enea was a refugee” con la figura di Enea che sovrasta la mappa della Grecia. Da ultimo, l’installazione “Futuro”, una tavola optometrica realizzata su legno smaltato, presentata per la prima volta nel 2021 a Francoforte, con le lettere che si riducono sempre più mettendo a dura prova la vista nel leggere una sola parola: “FUTURO”. [...]
Ma alla fine guardando le sue opere rimane una sola sensazione, quella di conoscere Laika molto meglio di persone che frequentiamo da anni, di cui (apparentemente) sappiamo vita, morte e miracoli, ma che in realtà non riusciamo a capire in cosa credono o cosa pensano davvero. Una volta usciti dalla Galleria Rosso20sette dopo aver visto la mostra, non pensate che l’artista sia una vostra grande amica?” (dal testo critico di Edoardo Marcenaro)
E Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia: “Scarpinando e attacchinando di notte nei centri cittadini come nei luoghi dove camminano, dolenti, uomini e donne in cerca di salvezza o dai quali si avvertono i rumori lugubri e mortiferi delle guerre, Laika denuncia violazioni e racconta resistenze, ci indica - realizzandone i volti, ridando così vita a muri fradici e sgretolati - le storie importanti, le persone da difendere. Ogni notte che esce di casa e ingaggia una lotta contro i guardiani del decoro, Laika vince: per quanto un suo ritratto possa essere cancellato, resta nella memoria.”
Laika è una street artist italiana. Il nome nasce come richiamo al primo essere vivente giunto nello spazio, la cagnolina Laika, nata nel 1954. C’è anche un riferimento alla Leica, la famosa macchina fotografica. La scelta di Laika come nome d’arte è legata al concetto di voler “puntare allo spazio”, di non porsi mai dei limiti. Puntare allo spazio, inoltre, permette di osservare il mondo da lontano, per avere una visione più ampia, senza limiti. Laika ha deciso di non svelare la propria identità indossando una maschera. L’anonimato, infatti, le garantisce una maggiore libertà espressiva e distoglie l’attenzione dagli aspetti della sua vita personale facendoci concentrare solo ed esclusivamente sui suoi messaggi. Inizia la sua attività nella primavera del 2019, cominciando ad attaccare degli sticker nella sua città, Roma, ma la fama internazionale arriva all’inizio del 2020 con le sue due opere più famose: Jenesuispasunvirus, l’opera (una delle prime al mondo dedicate al COVID19) che denuncia gli atti di razzismo contro la comunità cinese prima dello scoppio della pandemia; L’Abbraccio, il celebre poster dedicato a Patrick Zaki e Giulio Regeni attaccato nei pressi dell’Ambasciata egiziana di Roma. Il fascino misterioso di questa figura, quasi “asessuata”, ha portato da più parti a definirla come “la Banksy italiana“, definizione attribuita per lo più dalla stampa internazionale. D di Repubblica l’ha inserita tra le “100 Donne che cambiano il mondo” del 2021. La sua attività è stata oggetto di un docufilm dal titolo “LIFE IS (NOT) A GAME” diretto da Antonio Valerio Spera, presentato alla 17a edizione del Roma Cinema Fest nella sezione Freestyle. L’evento è andato sold out in meno di 48 ore. Alcune sue opere sono esposte a Bologna presso Palazzo Albergati nella mostra collettiva “Jago, Banksy, TV Boy e altre storie controcorrente”. A febbraio 2023 stata premiata come “Protagonista 2023” ai Nastri d’Argento per i documentari.
Edoardo Marcenaro nel testo critico presenta il lavoro dell’artista: “Laika ama definirsi una “attacchina romana”, attiva dal 2019, con un nome omaggio alla cagnolina Laika, primo essere vivente nello spazio. “Usa la maschera per esprimere la propria arte senza filtri, preservando la sua vita privata. Non è importante sapere chi c’è dietro la maschera: davanti c’è una donna che con ironia interpreta la realtà”. Le sue opere infatti parlano da sé, facendo venire in secondo piano la curiosità di sapere chi sia “la Banksy italiana”, come spesso la definisce la stampa internazionale: una studentessa dell’accademia di belle arti particolarmente brava o una top manager di qualche multinazionale che a un certo punto ha deciso di cambiare vita? Se guardiamo i lavori di Laika comparsi su muri, stampe e adesivi negli ultimi quattro anni potrebbe essere entrambe le persone. [...]
La Galleria Rosso20sette propone la prima mostra personale di Laika, con una serie di opere in cui ripercorre la sua “arte senza filtri”, contraddistinta da un’ironia a dir poco unica. Oltre ad alcuni dei lavori sopra menzionati, troviamo innanzitutto le opere dedicate ad Angela Davis (“Sweet Black Angel”), Patrick Zaki e Giulio Regeni (“L’abbraccio”), Gino Strada (“Le lacrime di Kabul”), e poi la serie “No eyez on me project” con i ritratti di Greta Thunberg – Barbie girl e Matteo Salvini - Baywatch. In secondo luogo, opere che sono veri e propri manifesti (e non nel senso cartaceo del termine) come “Iustitia” con la statua dal braccio spezzato, “Es ley”, laddove il braccio resta intero, “Mir” con un invito alla pace e al disarmo, il cui sfondo è stato dipinto lanciando sulla tela palle di carta impregnate di vernice: un gesto da intendersi come artistico e non violento. Altri lavori sono dedicati ai migranti, tra questi “Life is not a game”, realizzato sulla cartina geografica dei Balcani, ed “Enea was a refugee” con la figura di Enea che sovrasta la mappa della Grecia. Da ultimo, l’installazione “Futuro”, una tavola optometrica realizzata su legno smaltato, presentata per la prima volta nel 2021 a Francoforte, con le lettere che si riducono sempre più mettendo a dura prova la vista nel leggere una sola parola: “FUTURO”. [...]
Ma alla fine guardando le sue opere rimane una sola sensazione, quella di conoscere Laika molto meglio di persone che frequentiamo da anni, di cui (apparentemente) sappiamo vita, morte e miracoli, ma che in realtà non riusciamo a capire in cosa credono o cosa pensano davvero. Una volta usciti dalla Galleria Rosso20sette dopo aver visto la mostra, non pensate che l’artista sia una vostra grande amica?” (dal testo critico di Edoardo Marcenaro)
E Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia: “Scarpinando e attacchinando di notte nei centri cittadini come nei luoghi dove camminano, dolenti, uomini e donne in cerca di salvezza o dai quali si avvertono i rumori lugubri e mortiferi delle guerre, Laika denuncia violazioni e racconta resistenze, ci indica - realizzandone i volti, ridando così vita a muri fradici e sgretolati - le storie importanti, le persone da difendere. Ogni notte che esce di casa e ingaggia una lotta contro i guardiani del decoro, Laika vince: per quanto un suo ritratto possa essere cancellato, resta nella memoria.”
Laika è una street artist italiana. Il nome nasce come richiamo al primo essere vivente giunto nello spazio, la cagnolina Laika, nata nel 1954. C’è anche un riferimento alla Leica, la famosa macchina fotografica. La scelta di Laika come nome d’arte è legata al concetto di voler “puntare allo spazio”, di non porsi mai dei limiti. Puntare allo spazio, inoltre, permette di osservare il mondo da lontano, per avere una visione più ampia, senza limiti. Laika ha deciso di non svelare la propria identità indossando una maschera. L’anonimato, infatti, le garantisce una maggiore libertà espressiva e distoglie l’attenzione dagli aspetti della sua vita personale facendoci concentrare solo ed esclusivamente sui suoi messaggi. Inizia la sua attività nella primavera del 2019, cominciando ad attaccare degli sticker nella sua città, Roma, ma la fama internazionale arriva all’inizio del 2020 con le sue due opere più famose: Jenesuispasunvirus, l’opera (una delle prime al mondo dedicate al COVID19) che denuncia gli atti di razzismo contro la comunità cinese prima dello scoppio della pandemia; L’Abbraccio, il celebre poster dedicato a Patrick Zaki e Giulio Regeni attaccato nei pressi dell’Ambasciata egiziana di Roma. Il fascino misterioso di questa figura, quasi “asessuata”, ha portato da più parti a definirla come “la Banksy italiana“, definizione attribuita per lo più dalla stampa internazionale. D di Repubblica l’ha inserita tra le “100 Donne che cambiano il mondo” del 2021. La sua attività è stata oggetto di un docufilm dal titolo “LIFE IS (NOT) A GAME” diretto da Antonio Valerio Spera, presentato alla 17a edizione del Roma Cinema Fest nella sezione Freestyle. L’evento è andato sold out in meno di 48 ore. Alcune sue opere sono esposte a Bologna presso Palazzo Albergati nella mostra collettiva “Jago, Banksy, TV Boy e altre storie controcorrente”. A febbraio 2023 stata premiata come “Protagonista 2023” ai Nastri d’Argento per i documentari.
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