Maria Camilla Pallavicini. Il vocabolario cromatico
Dal 04 Dicembre 2023 al 20 Dicembre 2023
Roma
Luogo: Galleria Vittoria
Indirizzo: Via Margutta 103
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00 (sabato solo su appuntamento)
Curatori: Tiziano M. Todi
Telefono per informazioni: +39 06.36001878
E-Mail info: info@galleriavittoria.com
Dal 4 dicembre alle 18.00 Galleria Vittoriapresenta “Il vocabolario cromatico”personale di Maria Camilla Pallavicini a cura di Tiziano M. Todi, l’esposizione propone un nucleo di 14 opere che rappresentano la ricerca artistica portata avanti dall’artista negli ultimi anni, dal 2018 al 2023.
Questa è la seconda mostra nella splendida cornice di via Margutta, presso la Galleria Vittoria, dell’artista che aveva presentato nel 2018 la sua personale “Le geometrie degli stati d’animo”.
L’esposizione odierna racchiude opere dai colori vibranti e dalle forme essenziali, fornendo, attraverso punti, linee, e superfici, una visione intima della pittura di Maria Camilla Pallavicini e sarà visitabile fino al 20 dicembre.
L’esposizione vuole evidenziare la razionalità dell’arte astratta dell’artista e come sia velata dietro la pittura di Maria Camilla Pallavicini, come evidenziato nella presentazione del curatore della mostra “Le opere di Maria Camilla Pallavicini si possono identificare in un vocabolario cromatico che racchiude la sintesi di un accurato lavoro di ricerca, combinando velature sfumate a colori accesi e brillanti, declinati nelle loro infinite gamme.
La creatività dell’artista è in continua evoluzione, le sue composizioni complesse, limpide al tempo stesso, rivelano in una visione originale e unica, uscendo dagli schemi, dove la sua identità luminosa dallo spirito anticonformista è tangibile.
Un universo costellato da figure geometriche essenziali che si sfiorano, si toccano e si fondono, offrendo un invito capace di emozionare e coinvolgere il pubblico, in un'esperienza estetica straordinaria di contemplazione e riflessione.
Segni da osservare, decifrare e comprendere per andare oltre la superficie e oltre le apparenze, un linguaggio estetico che rivela, come fossero segreti, forme che invadono lo spazio, che con audacia ed armonia emergono generando un imprevedibile percorso creativo.
Maria Camilla ci permette di esplorare ricchezza e bellezza, dettagli e sfumature, che si celano nella materia di ogni pennellata, ogni movimento della sua pittura gestuale è emotiva. Un'esperienza sensoriale, la quale ci coinvolge in una visione di colori e forme che evocano sensazioni e immagini diverse in ognuno di noi.
Con queste narrazioni, ci insegna un nuovo linguaggio con cui guardare ed esplorare i dettagli e le sfumature, in un'esperienza sensoriale coinvolgente nel suo codice emozionale.
La nostra artista arricchisce con una variegata ricerca le sue opere, conferendogli un carattere accattivante, eccentrico e cosmopolita. Allo spettatore sembrerà di osservare un caleidoscopio, inno alla luce in tutte le sue declinazioni, uno dei principali elementi che la caratterizzano.
Maria Camilla Pallavicini con la sua arte ci dona dunque la conoscenza del suo linguaggio, contemporaneo e personale, composto di energie e segni dall’anima riconoscibile.”
Maria Camilla Pallavicini vive e lavora a Roma. È nata il 29 dicembre 1940. Durante la guerra il padre, pilota, era stato abbattuto nel mare di Gibilterra prima che lei nascesse. Sua madre, impegnata nella Resistenza, era spesso lontana perché costretta a nascondersi per sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi.
Fin da piccolissima ha vissuto la sua infanzia e la sua adolescenza nella Galleria di Palazzo Pallavicini, una delle più belle pinacoteche private d’Europa. Immersa in quei capolavori, è lì che ha avuto inizio il suo amore per l’arte, che, crescendo e viaggiando, ha amplificato annotando tutto ciò che vedeva di bello nei diversi musei, in cui veniva portata ed educata.
Finiti gli studi superiori, nel 1957 si è iscritta all’Università Pro Deo, oggi LUISS, alla Facoltà di Scienze dell’Opinione Pubblica, dove ha frequentato il Corso di Giornalismo, che poi ha praticato, lavorando in una Agenzia che si occupava di problemi legati all’emigrazione e che l’ha portata spesso all’estero per varie inchieste.
In seguito a un grave incidente, avvenuto nell’estate del 1959, che l’ha immobilizzata per 6 mesi, ha dovuto dimezzare le sue attività e nei primi mesi del 1960 ha incominciato a dedicarsi al disegno presso lo studio della signora Lipinsky, a Via Margutta.
È in quel periodo che è venuta a conoscenza che alla Festung di Salisburgo, grazie al gallerista Friedrich Weltz, era sorta la Scuola del Vedere, diretta da Oscar Kokoschka. Preso contatto e ricevuta una risposta positiva, si è subito iscritta all’Accademia estiva, che ha frequentato per tre anni consecutivi dal 1960 al 1962. Per lei questa è stata un’esperienza intensa, che le ha aperto gli occhi e le ha cambiato profondamente la vita. La Festung era una vera fucina, con centinaia di studenti da tutte le parti del mondo, modelle le cui pose in movimento cambiavano ogni quarto d’ora per poter cogliere l’attimo fuggente, e in cui si usava l’acquarello affinché non permettesse ripensamenti. Da che era giunta come un foglio bianco, dopo tre anni di questa esperienza ebbe l’onore di vincere il secondo premio fra tutti gli allievi del corso.
Nella primavera del 1962 si è recata anche in Spagna, a Madrid, dove ha lavorato fianco a fianco con il pittore Beniamín Palencia. Ogni mattina partivano per qualche paese della Castiglia o della Mancia, visitavano ciò che di bello c’era da vedere e poi, seduti su una pietra o in mezzo a un prato dipingevano fino al tramonto prima di tornare a casa ed immergersi nei canti e balli flamenco.
Tornata a Roma ha seguito i corsi di nudo all’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta, sotto gli occhi attenti di Lino Bianchi Barriviera.
A causa di diverse vicissitudini familiari, dal 1965 in poi si è dovuta occupare della gestione del proprio patrimonio che le ha preso molto tempo e l’ha costretta a superare diverse difficoltà. L’ambito del suo lavoro spaziava dal settore immobiliare a quello finanziario, agricolo e terziario.
Nonostante ciò, ha continuato a dipingere, anche se a ritmo rallentato.
Nel settembre del 1982 ha esposto i suoi pastelli in una prima mostra personale alla Galleria Graziussi a Venezia, davanti al Teatro La Fenice.
A seguire, altre mostre personali: nel febbraio del 1983, nell’aprile del 1985 e nel maggio del 1987 a Roma, allo Studio S di Carmine Siniscalco, e successivamente a Palazzo Massari, a Ferrara nel maggio-giugno del 1986.
Ha esposto anche all’estero: nel ’91 all’Associazione A.S.C.B.E. di Strasburgo e nel ’92 a New York, presso la Nour Foundation.
Nel 1998 la sua ultima personale all’Istituto Internazionale per l’Arte Contemporanea a Roma.
Recentemente ha partecipato ad alcune collettive fra cui: nel 2015, Percorsi di Arte in Italia 2015 al Mitreo Iside di Roma; GenerAzioni a Confronto a Palazzo Sforza Cesarini a Genzano; nel 2016, il 43° Premio Sulmona nel Polo Museale Civico Diocesano di Sulmona; Periscopio sull’Arte in Italia al Castello Ducale di Corigliano Calabro; e inoltre allo Studio S a Roma. Infine nel 2017 alla 2a edizione di GenerAzioni a Confronto presso l’Antica Stamperia della Biblioteca monumentale dell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata.
Da più di 20 anni è anche molto impegnata come Presidente dell’Associazione Athenaeum N.A.E., associazione culturale e umanitaria che organizza studi e ricerche intorno ai principi universali dell’etica, applicati ai diversi ambiti della vita umana. A questo titolo collabora con le più alte cariche dell’insegnamento e della ricerca e con organismi e personalità italiane e internazionali. Athenaeum si rivolge soprattutto ai giovani delle Scuole Superiori, organizzando Convegni all’Università sui principi della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Carta di Nizza), ovvero su Dignità, Libertà, Giustizia, Solidarietà, Cittadinanza e Uguaglianza, e in seguito proiettando alla Casa del Cinema, film seguiti da un dibattito con i relativi registi, sugli stessi temi affrontati durante i Convegni. Collabora con Mons. Samuele Sangalli alla LUISS per dei corsi da lui diretti e rivolti agli studenti universitari sull’Etica delle professioni; si occupa di salute e prevenzione, collaborando con l’Ospedale Fatebenefratelli sulle dipendenze da alcool, fumo e sostanze d’abuso, nonché sulle patologie legate all’alimentazione; infine, organizza corsi sul bullismo e sul cyber bullismo rivolti a studenti, insegnanti e genitori. Organizza anche conferenze a sfondo scientifico su temi di grande attualità e sponsorizza e sostiene progetti a scopo umanitario.
Questa è la seconda mostra nella splendida cornice di via Margutta, presso la Galleria Vittoria, dell’artista che aveva presentato nel 2018 la sua personale “Le geometrie degli stati d’animo”.
L’esposizione odierna racchiude opere dai colori vibranti e dalle forme essenziali, fornendo, attraverso punti, linee, e superfici, una visione intima della pittura di Maria Camilla Pallavicini e sarà visitabile fino al 20 dicembre.
L’esposizione vuole evidenziare la razionalità dell’arte astratta dell’artista e come sia velata dietro la pittura di Maria Camilla Pallavicini, come evidenziato nella presentazione del curatore della mostra “Le opere di Maria Camilla Pallavicini si possono identificare in un vocabolario cromatico che racchiude la sintesi di un accurato lavoro di ricerca, combinando velature sfumate a colori accesi e brillanti, declinati nelle loro infinite gamme.
La creatività dell’artista è in continua evoluzione, le sue composizioni complesse, limpide al tempo stesso, rivelano in una visione originale e unica, uscendo dagli schemi, dove la sua identità luminosa dallo spirito anticonformista è tangibile.
Un universo costellato da figure geometriche essenziali che si sfiorano, si toccano e si fondono, offrendo un invito capace di emozionare e coinvolgere il pubblico, in un'esperienza estetica straordinaria di contemplazione e riflessione.
Segni da osservare, decifrare e comprendere per andare oltre la superficie e oltre le apparenze, un linguaggio estetico che rivela, come fossero segreti, forme che invadono lo spazio, che con audacia ed armonia emergono generando un imprevedibile percorso creativo.
Maria Camilla ci permette di esplorare ricchezza e bellezza, dettagli e sfumature, che si celano nella materia di ogni pennellata, ogni movimento della sua pittura gestuale è emotiva. Un'esperienza sensoriale, la quale ci coinvolge in una visione di colori e forme che evocano sensazioni e immagini diverse in ognuno di noi.
Con queste narrazioni, ci insegna un nuovo linguaggio con cui guardare ed esplorare i dettagli e le sfumature, in un'esperienza sensoriale coinvolgente nel suo codice emozionale.
La nostra artista arricchisce con una variegata ricerca le sue opere, conferendogli un carattere accattivante, eccentrico e cosmopolita. Allo spettatore sembrerà di osservare un caleidoscopio, inno alla luce in tutte le sue declinazioni, uno dei principali elementi che la caratterizzano.
Maria Camilla Pallavicini con la sua arte ci dona dunque la conoscenza del suo linguaggio, contemporaneo e personale, composto di energie e segni dall’anima riconoscibile.”
Maria Camilla Pallavicini vive e lavora a Roma. È nata il 29 dicembre 1940. Durante la guerra il padre, pilota, era stato abbattuto nel mare di Gibilterra prima che lei nascesse. Sua madre, impegnata nella Resistenza, era spesso lontana perché costretta a nascondersi per sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi.
Fin da piccolissima ha vissuto la sua infanzia e la sua adolescenza nella Galleria di Palazzo Pallavicini, una delle più belle pinacoteche private d’Europa. Immersa in quei capolavori, è lì che ha avuto inizio il suo amore per l’arte, che, crescendo e viaggiando, ha amplificato annotando tutto ciò che vedeva di bello nei diversi musei, in cui veniva portata ed educata.
Finiti gli studi superiori, nel 1957 si è iscritta all’Università Pro Deo, oggi LUISS, alla Facoltà di Scienze dell’Opinione Pubblica, dove ha frequentato il Corso di Giornalismo, che poi ha praticato, lavorando in una Agenzia che si occupava di problemi legati all’emigrazione e che l’ha portata spesso all’estero per varie inchieste.
In seguito a un grave incidente, avvenuto nell’estate del 1959, che l’ha immobilizzata per 6 mesi, ha dovuto dimezzare le sue attività e nei primi mesi del 1960 ha incominciato a dedicarsi al disegno presso lo studio della signora Lipinsky, a Via Margutta.
È in quel periodo che è venuta a conoscenza che alla Festung di Salisburgo, grazie al gallerista Friedrich Weltz, era sorta la Scuola del Vedere, diretta da Oscar Kokoschka. Preso contatto e ricevuta una risposta positiva, si è subito iscritta all’Accademia estiva, che ha frequentato per tre anni consecutivi dal 1960 al 1962. Per lei questa è stata un’esperienza intensa, che le ha aperto gli occhi e le ha cambiato profondamente la vita. La Festung era una vera fucina, con centinaia di studenti da tutte le parti del mondo, modelle le cui pose in movimento cambiavano ogni quarto d’ora per poter cogliere l’attimo fuggente, e in cui si usava l’acquarello affinché non permettesse ripensamenti. Da che era giunta come un foglio bianco, dopo tre anni di questa esperienza ebbe l’onore di vincere il secondo premio fra tutti gli allievi del corso.
Nella primavera del 1962 si è recata anche in Spagna, a Madrid, dove ha lavorato fianco a fianco con il pittore Beniamín Palencia. Ogni mattina partivano per qualche paese della Castiglia o della Mancia, visitavano ciò che di bello c’era da vedere e poi, seduti su una pietra o in mezzo a un prato dipingevano fino al tramonto prima di tornare a casa ed immergersi nei canti e balli flamenco.
Tornata a Roma ha seguito i corsi di nudo all’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta, sotto gli occhi attenti di Lino Bianchi Barriviera.
A causa di diverse vicissitudini familiari, dal 1965 in poi si è dovuta occupare della gestione del proprio patrimonio che le ha preso molto tempo e l’ha costretta a superare diverse difficoltà. L’ambito del suo lavoro spaziava dal settore immobiliare a quello finanziario, agricolo e terziario.
Nonostante ciò, ha continuato a dipingere, anche se a ritmo rallentato.
Nel settembre del 1982 ha esposto i suoi pastelli in una prima mostra personale alla Galleria Graziussi a Venezia, davanti al Teatro La Fenice.
A seguire, altre mostre personali: nel febbraio del 1983, nell’aprile del 1985 e nel maggio del 1987 a Roma, allo Studio S di Carmine Siniscalco, e successivamente a Palazzo Massari, a Ferrara nel maggio-giugno del 1986.
Ha esposto anche all’estero: nel ’91 all’Associazione A.S.C.B.E. di Strasburgo e nel ’92 a New York, presso la Nour Foundation.
Nel 1998 la sua ultima personale all’Istituto Internazionale per l’Arte Contemporanea a Roma.
Recentemente ha partecipato ad alcune collettive fra cui: nel 2015, Percorsi di Arte in Italia 2015 al Mitreo Iside di Roma; GenerAzioni a Confronto a Palazzo Sforza Cesarini a Genzano; nel 2016, il 43° Premio Sulmona nel Polo Museale Civico Diocesano di Sulmona; Periscopio sull’Arte in Italia al Castello Ducale di Corigliano Calabro; e inoltre allo Studio S a Roma. Infine nel 2017 alla 2a edizione di GenerAzioni a Confronto presso l’Antica Stamperia della Biblioteca monumentale dell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata.
Da più di 20 anni è anche molto impegnata come Presidente dell’Associazione Athenaeum N.A.E., associazione culturale e umanitaria che organizza studi e ricerche intorno ai principi universali dell’etica, applicati ai diversi ambiti della vita umana. A questo titolo collabora con le più alte cariche dell’insegnamento e della ricerca e con organismi e personalità italiane e internazionali. Athenaeum si rivolge soprattutto ai giovani delle Scuole Superiori, organizzando Convegni all’Università sui principi della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (Carta di Nizza), ovvero su Dignità, Libertà, Giustizia, Solidarietà, Cittadinanza e Uguaglianza, e in seguito proiettando alla Casa del Cinema, film seguiti da un dibattito con i relativi registi, sugli stessi temi affrontati durante i Convegni. Collabora con Mons. Samuele Sangalli alla LUISS per dei corsi da lui diretti e rivolti agli studenti universitari sull’Etica delle professioni; si occupa di salute e prevenzione, collaborando con l’Ospedale Fatebenefratelli sulle dipendenze da alcool, fumo e sostanze d’abuso, nonché sulle patologie legate all’alimentazione; infine, organizza corsi sul bullismo e sul cyber bullismo rivolti a studenti, insegnanti e genitori. Organizza anche conferenze a sfondo scientifico su temi di grande attualità e sponsorizza e sostiene progetti a scopo umanitario.
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