Marta Petrucci. Oil
Dal 09 Maggio 2014 al 25 Maggio 2014
Roma
Luogo: Associazione Culturale AND - Arte Non Definibile
Indirizzo: via Lorenzo il Magnifico 97
Orari: lun - sab 18-21
Telefono per informazioni: +39 329 8734%20772
E-Mail info: hello@andarte.it
Sito ufficiale: http://www.andarte.it/
L’Associazione Culturale AND - Arte Non Definibile, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Team83 è orgogliosa di ospitare presso il proprio spazio espositivo di Roma, Oil, la prima mostra personale della fotografa Marta Petrucci.
Oil è un progetto fotografico nato sulla spiaggia di El Matador Beach, a Malibù (CA), dove l’artista ha scelto di ricreare, con appositi trucchi scenografici, le condizioni ambientali successive al disastro petrolifero noto come la Marea Nera, avvenuto nel 2010 al largo delle coste del Golfo del Messico, ritenuto tuttora il più grave disastro ambientale degli ultimi anni.
Nel particolare scenario di El matador Beach, Marta Petrucci ha reso le sue modelle l’alter ego della fauna tragicamente coinvolta nel disastro ambientale del 2010; il suo shooting pone l’attenzione sul tema attuale e troppe volte sottovalutato dell’inquinamento ambientale, che l’artista sceglie però di inquadrare in una dimensione del tutto umana: attraverso il suo obiettivo fotografico, l’uomo diventa vittima, prima ancora che artefice, delle proprie azioni. L’intero progetto è stato realizzato del tutto in linea con il messaggio di Oil, a cominciare dal trucco di scena, frutto di una particolare mistura pigmentata completamente biodegradabile. Hanno collaborato alla realizzazione del progetto la fotografa Keri Kilgo, il videomaker Valerio Esposito e la truccatrice Michelle Nyree.
Marta Petrucci sceglie la fotografia ormai diversi anni fa quale mezzo che evoca atmosfere altre, distanti dalla mera realtà e che rende sorprendentemente capaci di raccontare, attraverso l’uso delle immagini, storie altrimenti inenarrabili. A Los Angeles, parallelamente ai suoi progetti personali, lavora come assistente al fianco di Brad Buckman e di Manuello Paganelli e frequenta, alcuni workshop tenuti da personalità del calibro di Tierney Gearon e Sam Abell di National Geographic. Nel 2012 si trasferisce Londra, dove lavora anche per Woland Thomas, nei suoi shooting per note riviste di moda. In Italia, tra il 2011 e il 2013, viene scelta dalla Sony Music Italia per realizzare la copertina di entrambi gli album di Nathalie, vincitrice della IV edizione di X-Factor. Questa è la sua prima mostra personale.
« Mentre il mondo occidentale scopre il bisogno di preservare il proprio habitat e di interrompere i processi dell'industrializzazione sfrenata e irresponsabile, alcune immagini hanno più di altre il compito di risvegliare le nostre coscienze. Il progetto Oil ha questo straordinario merito. Fondendo al suo interno le varie anime della fotografia contemporanea, unisce il lato artistico alla denuncia, la crudezza del reportage fotogiornalistico alla gentilezza delle forme.
Le fotografie di Marta Petrucci sono più di una semplice dichiarazione della scelleratezza dell'uomo, aguzzino e martire, abitante e distruttore della sua stessa dimora, ma vogliono richiamare l'attenzione su temi entrati ormai a far parte dell'infotainment, e troppo spesso sommersi da un oceano pericolosamente gonfio di notizie.
Le immagini, tutte giocate su toni cupi, gravi, vivono dei colori di una natura appiattita dal petrolio, mentre i corpi, disorientati e fieri, si oppongono un'ultima volta alla marea che li ha travolti. Le modelle, simbolo delle creature colpite, uomo compreso, si fondono indissolubilmente con gli elementi, impetuosi e al contempo impotenti di fronte al disastro.
Oil è quindi un ricordo, un monito: l'impegno della fotografa romana affinché i temi della tutela ambientale non vengano sottostimati, o peggio ancora ignorati. » critica di Marco De Leo
Oil è un progetto fotografico nato sulla spiaggia di El Matador Beach, a Malibù (CA), dove l’artista ha scelto di ricreare, con appositi trucchi scenografici, le condizioni ambientali successive al disastro petrolifero noto come la Marea Nera, avvenuto nel 2010 al largo delle coste del Golfo del Messico, ritenuto tuttora il più grave disastro ambientale degli ultimi anni.
Nel particolare scenario di El matador Beach, Marta Petrucci ha reso le sue modelle l’alter ego della fauna tragicamente coinvolta nel disastro ambientale del 2010; il suo shooting pone l’attenzione sul tema attuale e troppe volte sottovalutato dell’inquinamento ambientale, che l’artista sceglie però di inquadrare in una dimensione del tutto umana: attraverso il suo obiettivo fotografico, l’uomo diventa vittima, prima ancora che artefice, delle proprie azioni. L’intero progetto è stato realizzato del tutto in linea con il messaggio di Oil, a cominciare dal trucco di scena, frutto di una particolare mistura pigmentata completamente biodegradabile. Hanno collaborato alla realizzazione del progetto la fotografa Keri Kilgo, il videomaker Valerio Esposito e la truccatrice Michelle Nyree.
Marta Petrucci sceglie la fotografia ormai diversi anni fa quale mezzo che evoca atmosfere altre, distanti dalla mera realtà e che rende sorprendentemente capaci di raccontare, attraverso l’uso delle immagini, storie altrimenti inenarrabili. A Los Angeles, parallelamente ai suoi progetti personali, lavora come assistente al fianco di Brad Buckman e di Manuello Paganelli e frequenta, alcuni workshop tenuti da personalità del calibro di Tierney Gearon e Sam Abell di National Geographic. Nel 2012 si trasferisce Londra, dove lavora anche per Woland Thomas, nei suoi shooting per note riviste di moda. In Italia, tra il 2011 e il 2013, viene scelta dalla Sony Music Italia per realizzare la copertina di entrambi gli album di Nathalie, vincitrice della IV edizione di X-Factor. Questa è la sua prima mostra personale.
« Mentre il mondo occidentale scopre il bisogno di preservare il proprio habitat e di interrompere i processi dell'industrializzazione sfrenata e irresponsabile, alcune immagini hanno più di altre il compito di risvegliare le nostre coscienze. Il progetto Oil ha questo straordinario merito. Fondendo al suo interno le varie anime della fotografia contemporanea, unisce il lato artistico alla denuncia, la crudezza del reportage fotogiornalistico alla gentilezza delle forme.
Le fotografie di Marta Petrucci sono più di una semplice dichiarazione della scelleratezza dell'uomo, aguzzino e martire, abitante e distruttore della sua stessa dimora, ma vogliono richiamare l'attenzione su temi entrati ormai a far parte dell'infotainment, e troppo spesso sommersi da un oceano pericolosamente gonfio di notizie.
Le immagini, tutte giocate su toni cupi, gravi, vivono dei colori di una natura appiattita dal petrolio, mentre i corpi, disorientati e fieri, si oppongono un'ultima volta alla marea che li ha travolti. Le modelle, simbolo delle creature colpite, uomo compreso, si fondono indissolubilmente con gli elementi, impetuosi e al contempo impotenti di fronte al disastro.
Oil è quindi un ricordo, un monito: l'impegno della fotografa romana affinché i temi della tutela ambientale non vengano sottostimati, o peggio ancora ignorati. » critica di Marco De Leo
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