Nacho Zubelzu. Pendiente de un hilo
![Nacho Zubelzu, Hojas de hielo II, Carta ritagliata su tela, 40x40cm. Nacho Zubelzu, Hojas de hielo II, Carta ritagliata su tela, 40x40cm.](http://www.arte.it/foto/600x450/cd/68135-Hojas_de_hielo_II_Carta_ritagliata_su_tela_40x40cm_N_Zubelzu.jpg)
Nacho Zubelzu, Hojas de hielo II, Carta ritagliata su tela, 40x40cm.
Dal 16 Settembre 2017 al 11 Novembre 2017
Roma
Luogo: Galleria Honos Art
Indirizzo: via dei Delfini 35
Orari: Martedì-Sabato dalle 11.00 alle 19.30 e su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 06 31058440
E-Mail info: info@honosart.com
Sito ufficiale: http://www.honosart.com
Sabato 16 settembre 2017, alle ore 18.30, la Galleria Honos Art di Roma presenta “Pendiente de un hilo”, la prima mostra personale in Italia dell’artista e performer cantabro Nacho Zubelzu.
“Appeso a un filo”, questo il nome della 13a esposizione della galleria italo-spagnola che ha come protagonista la natura, o meglio, la rappresentazione della sua reminescenza che si annida nel nostro inconscio. Natura nel ricordo, o anche, rievocazione plastica dell’immagine.
Soggetti come la neve, la transumanza delle greggi e le amate montagne vengono raccontate in una maniera innovativa: non più la pittura ma attraverso materiali inusuali come carta ritagliata, cuoio laminato, filo, ecopelle, lana, foglia d’oro e pellicola radiografica su tela. Grazie all’uso di questi materiali ricrea spazi incontaminati che attraverso una sapiente lavorazione manuale acquisiscono una grandissima forza espressiva, ricreando così orografie di montagne osservate da prospettive satellitari, labirinti sul territorio che affondano le radici nell’inconscio e nelle emozioni umane. Una volontà di ricreare processi creativi di grande coinvolgimento artigianale e antropologico si trasforma in una serie di immagini ripetute, segrete ossessioni quali modelli referenziati nel fluire nomade del viaggio.
Nel contesto odierno, la proposta plastica dell’artista spagnolo vuole essere nel contempo denuncia e proposta. Ricordo dell’istante, emozione del momento, stupore dal creato. Il suo pensiero cammina in parallelo con Andy Goldsworthy quando afferma che l’arte è un modo assai valido per capire la natura.
Nacho Zubelzuama fermare l’attimo come segno tangibile di perennità.
Nacho Zubelzu (Reinosa, 1966), artista “nomade” di fama internazionale. Ama viaggiare e immedesimarsi con le culture locali. Negli ultimi anni i viaggi in Kenya, Gambia, Cina, Mongolia, Cile e Brasile, hanno ispirato i suoi lavori più recenti, conducendolo ad interiorizzare la bellezza degli elementi naturali per poi modellarli in forma plastica in dipinti, fotografie, sculture, grandi installazioni, performance e illustrazioni. Zubelzu, che non ha mai tracciato una linea di demarcazione tra pittura e scultura, anzi, in lui i due ambiti sono complementari, utilizza nelle sue opere le ripetizioni e le variazioni generando così sequenze dove si affronta un’analisi delle idee, sensazioni e sentimenti. Vincitore di numerosi premi tra cui il riconoscimento di “Mejor Artista Cántabro” già nel 2004, può vantare oggi diverse esposizioni internazionali presso la galleria WhiteBox, nel distretto d’arte 798 di Beijing (2016) o l’Istituto Cervantes di Tokio (2014), assieme alla partecipaziona a fiere d’arte come JustMad Contemporary Art Fair di Madrid nel 2017, Setup Art Fair di Bologna nel 2016 o Art Beijing Fair in Cina nel 2014.
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