Paola Romano e Massimo Di Cave. Sconfinamenti
![Paola Romano e Massimo Di Cave. Sconfinamenti, Accademia di Romania, Roma Paola Romano e Massimo Di Cave. Sconfinamenti, Accademia di Romania, Roma](http://www.arte.it/foto/600x450/38/23425-rm.jpg)
Paola Romano e Massimo Di Cave. Sconfinamenti, Accademia di Romania, Roma
Dal 11 Giugno 2014 al 22 Giugno 2014
Roma
Luogo: Accademia di Romania
Indirizzo: via delle Belle Arti 110
Orari: dal martedì alla domenica 10.30-12 / 16.30-18
Curatori: Andrea Romoli Barberini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 3201594 / 335 371122
E-Mail info: accadromania@tin.it
Sito ufficiale: http://www.accadromania.it
Inaugura Mercoledì 11 Giugno 2014 e prosegue fino a Domenica 22, la mostra Sconfinamenti con opere di Paola Romano e Massimo Di Cave, presso lo spazio espositivo dell’Accademia di Romania in Via delle Belle Arti 110 a Roma.
Curata da Andrea Romoli Barberini, l’esposizione presenta un nucleo di circa 25 opere, tra pitture e sculture di grande formato, rappresentativo della recente sperimentazione condotta dai due artisti.
Il titolo, nelle evidenze formali che distinguono le linee di ricerca seguite da Di Cave e Romano, sottolinea la comune propensione al superamento delle rispettive discipline d’appartenenza in un suggestivo dialogo in cui i concetti di pittura e scultura, piano e volume, colore e materia, movimento e stasi trovano una possibilità di integrazione, scambio e sconfinamento a partire dai singoli elaborati.
Il passaggio dalla bidimensionalità alla tridimensionalità avviene nelle opere di Massimo Di Cave attraverso un’attenta costruzione basata sostanzialmente sull’intersezione di più piani in ferro dissimulata da sagome talvolta antropomorfe, acrobaticamente coreografiche e dalla spiccata valenza dinamica che si arricchiscono di ulteriori interventi pittorici, quasi a negare il rigore severo dell’epidermide del metallo. Un passaggio, questo, che si ripete, dal piano al volume, per quanto con presupposti squisitamente ed esclusivamente pittorici, anche nelle opere di Paola Romano in cui le tormentate superfici dei tondi, di un materismo ridondante e imprevedibile, finiscono con l’accogliere nella loro esuberanza polimaterica elementi extrapittorici, fortemente aggettanti, che sembrano sfuggire al “dominio” dei supporti.
La mostra è supportata da un catalogo con testo di presentazione del curatore.
Curata da Andrea Romoli Barberini, l’esposizione presenta un nucleo di circa 25 opere, tra pitture e sculture di grande formato, rappresentativo della recente sperimentazione condotta dai due artisti.
Il titolo, nelle evidenze formali che distinguono le linee di ricerca seguite da Di Cave e Romano, sottolinea la comune propensione al superamento delle rispettive discipline d’appartenenza in un suggestivo dialogo in cui i concetti di pittura e scultura, piano e volume, colore e materia, movimento e stasi trovano una possibilità di integrazione, scambio e sconfinamento a partire dai singoli elaborati.
Il passaggio dalla bidimensionalità alla tridimensionalità avviene nelle opere di Massimo Di Cave attraverso un’attenta costruzione basata sostanzialmente sull’intersezione di più piani in ferro dissimulata da sagome talvolta antropomorfe, acrobaticamente coreografiche e dalla spiccata valenza dinamica che si arricchiscono di ulteriori interventi pittorici, quasi a negare il rigore severo dell’epidermide del metallo. Un passaggio, questo, che si ripete, dal piano al volume, per quanto con presupposti squisitamente ed esclusivamente pittorici, anche nelle opere di Paola Romano in cui le tormentate superfici dei tondi, di un materismo ridondante e imprevedibile, finiscono con l’accogliere nella loro esuberanza polimaterica elementi extrapittorici, fortemente aggettanti, che sembrano sfuggire al “dominio” dei supporti.
La mostra è supportata da un catalogo con testo di presentazione del curatore.
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