Realtà diversificate
Dal 07 Giugno 2014 al 14 Giugno 2014
Roma
Luogo: Galleria Il Mondo dell’Arte - Palazzo Margutta
Indirizzo: via Margutta 55
Orari: da martedì a sabato 10-13 / 16-20
Telefono per informazioni: +39 338 2715138 / 347 1223254
E-Mail info: paola_pacchiani@yahoo.it
Sito ufficiale: http://www.ilmondodellarte.com
Un confronto fra autori che utilizzano linguaggi diversi e pubblico per riflettere insieme su alcuni aspetti significativi delle varie tendenze artistiche, mettendo in luce le modalità con le quali ciascuno di essi esprime sé stesso e il proprio talento, esorcizza le proprie paure e racconta la propria visione del mondo, comunicando allo spettatore le emozioni che lo invadono.
Questo il fil-rouge attraverso il quale si sviluppa la collettiva “Realtà diversificate”, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’Arte” e in programma nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) da sabato 7 a sabato 14 giugno prossimi (ingresso gratuito).
Sei i pittori che, con i propri lavori, prenderanno parte a questo piacevole scambio artistico: Giuseppe D’Alessandro, Herbert D’Ambrosio, Daniele Frenguellotti, Enzo Lauretti, Carla Romani, Silvia Scandariato. A selezionare ciascuno di loro, ognuno caratterizzato da un proprio stile, una tecnica differente e una diversa estrazione socio-culturale, il Maestro Elvino Echeoni e Remo Panacchia, soci fondatori de “Il Mondo dell’Arte”, che, da anni, propone nella sede espositiva di Via Margutta artisti professionisti, Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo.
La mostra, che è uno degli incontri fissi nel calendario della nota galleria romana, punta - oltre che a sviluppare come sempre la capacità critica dello spettatore, indispensabile per consentirgli di riconoscere le peculiarità di ciascun pittore e apprezzarne le differenze - anche ad azzerare qualsiasi “distanza” tra il pubblico e i Maestri in esposizione fino a creare un legame tra loro.
Così – raccolte in questa preziosa collettiva – trovano il proprio spazio tele caratterizzate da un linguaggio forte e da una vitalità espressiva unica che sono testimonianza della realtà circostante ma anche il segno incisivo e fiero del mondo interiore che anima e ispira l’artista. Una a fianco all’altra, differenti eppure perfettamente amalgamate tra di loro, esse generano nello spettatore emozioni intense che si collocano talvolta a metà strada tra suggestioni oniriche e colorati tuffi nella memoria sempre capaci di dar vita a composizioni armoniche e di testimoniare come l’arte non rimanga statica ma conosca evoluzioni continue e sia capace di rappresentare realtà differenti e diversi modi di approcciare ad essa.
“Tutti gli autori coinvolti nell’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni, Presidente dell’Associazione Margutta Arte e direttore artistico della società Il Mondo dell’Arte – affrontano temi diversi e presentano tecniche originali e generi differenti: si va dall’arte astratta e polimaterica a quella figurativa e minimalista passando per un surrealismo fiabesco immerso in un mondo poetico incantevole, nutrito di una magia sospesa dove è possibile volare sulle ali della fantasia”.
“In quest’esposizione – ha tenuto a precisare il gallerista Remo Panacchia - abbiamo cercato di mettere in evidenza le differenze stilistiche e tematiche di artisti, di provenienza, non soltanto formativa e culturale, assolutamente diversa. Così facendo siamo riusciti, a mio avviso, a presentare visioni differenti della realtà da cui prendono forma lavori che, seppur eterogenei, sono ugualmente coinvolgenti”.
Giuseppe D’Alessandro: leccese di nascita, si diploma all’Istituto Statale d’Arte Giuseppe Pellegrino e si abilita a Cagliari in Disegno e Storia dell’Arte. Autorevole testimone e interprete del mondo che lo circonda e della gente del Salento, partecipa attivamente alla vita artistica della sua regione ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il primo premio al concorso internazionale di pittura presso il palazzo del turismo a Milano nel 1975. Nel 1980 realizza un grande pannello decorativo, in rame sbalzato, che campeggia all’ingresso della scuola media 4° nucleo di Lecce e un’opera di pittura presente presso la scuola media 3° nucleo della stessa città. La sua attività d’artista si snoda attraverso mezzo secolo, i suoi temi, ispirati alla gente e al paesaggio del Salento, sono realizzati attraverso l’inusuale e difficile tecnica della “pirografia”.
Herbert D’Ambrosio: romano di nascita e umbro di adozione, classe 1955, da giovanissimo manifesta una predisposizione per l’arte e frequenta la fonderia dello zio, maestro nella lavorazione del bronzo. Lì impara a modellare e a creare dal nulla, incontra artisti provenienti da tutto il mondo e affina quella sensibilità che è patrimonio necessario a ogni artista e di cui peraltro è già particolarmente dotato. Sarà questa la scelta che condizionerà il suo futuro. Frequenta il liceo artistico, la scuola di figura e di scultura. Da quel momento il suo percorso è in continuo crescendo e le sue opere vengono attualmente apprezzate, oltre che in Italia, anche in Europa, Giappone e negli Stati Uniti.
Dicono di lui: “Nelle sue tele il trionfo dei colori regna sovrano, in un universo nel quale la finezza miniaturistica dona un vero e profondo vigore all’immaginazione. La produzione artistica di D’Ambrosio riesce a trasmettere emozioni e sentimenti perduti nel tempo, creando un ponte ideale tra il mondo reale ed il mondo magico della fantasia. Un collegamento, quindi, spontaneo, fortemente concentrato sulla forza del sogno, dell’immaginazione, del tutto affrancato da orpelli o sovrastrutture che avrebbero disturbato l’autenticità della poesia”. (Anna Maria Tarantino)
Daniele Frenguellotti: perugino, classe 1974, dopo aver frequentato un corso sulla decorazione di interni e aver lavorato per anni privatamente come decoratore con la tecnica del "trompe l'oeil", si specializza nella rappresentazione della pittura su tela con colori a olio e acrilici. Successivamente si concentra sulla riproduzione della realtà che lo circonda, riportando su tela ambienti lacustri, distese di girasoli, algidi paesaggi, tramonti su laghi e altre immagini della sua terra. In seguito denuda la realtà quotidiana, dedicandosi a un mondo fatto di simboli, uno tra tutti la maschera, rappresentata come una forza che prende il sopravvento sull’essere umano e che, in una società dove è sempre più difficile mostrarsi per ciò che si è rispetto a ciò che ci viene richiesto di essere, diventa un elemento necessario. Ha effettuato diverse mostre pittoriche personali e collettive a Todi, Gubbio, Assisi, Castiglione del lago, Perugia e Roma, città nella quale vive e dove continua a lavorare.
Enzo Lauretti: romano, classe 1942, ancora giovanissimo, dopo interessi e studi sulla pittura metafisica e informale polimaterica, comincia negli anni ’70 una produzione in opere in ferro per collettive romane. In contemporanea inizia a operare nel campo dell’antiquariato, ambito che lo porta a esporre in tutta Italia. Con l’occasione comincia a presentare alcune opere che, in questi ultimi anni, hanno ottenuto un ampio riscontro. Nella piena maturità il suo impeto creativo si indirizza verso le istallazioni polimateriche, a lui istintivamente più congeniali sia per lo slancio verso l’arte contemporanea che per il suo naturale desiderio di mettersi in discussione e sperimentare.
Carla Romani: nasce a Perugia, dove vive e lavora. Dopo la laurea in materie letterarie con indirizzo storico artistico all'Università degli Studi di Perugia, ha conseguito il Master in Conservazione dei Beni Culturali e dell'Ambiente presso la Lumsa di Roma. Attualmente lavora presso la Fondazione Perugiassisi 2019, istituita per la candidatura di Perugia con i luoghi di Francesco d’Assisi e l’Umbria a Capitale Europea della Cultura 2019. Dal 1982 ha allestito numerose mostre personali e partecipato a varie esposizioni collettive sia in Italia che all’estero, ottenendo ampi consensi da pubblico e critica. Dal 2010 ha allestito uno spazio espositivo permanente presso lo studio di Civitella d’Arna. Raffinata, elegante, capace di regalare con le proprie immagini sensazioni fortissime, l’artista gioca con la tavolozza trasfigurando i propri sogni, espressi e impressi sulla tela in un trionfo di caldi colori che rappresentano la sua anima e la sua voglia di vivere.
Silvia Scandariato: romana, una laurea in Farmacia, è nipote d’arte grazie al legame con la soprano Angela Rositani. Autodidatta, entra nel mondo artistico nel 2002, esponendo circa trenta quadri che, realizzati a china nera o colorata su carta con l’ausilio di un pennino, suscitano particolare interesse nel pubblico. Negli anni, attraverso diverse sperimentazioni, cambia tecnica e dimensione dei quadri. Oggi lavora su tela e con il colore acrilico. Ama i colori accesi e decisi, volti a un’astrazione che dilatandosi riempie lo spazio: dal rosso al giallo, dal bianco al nero, dal verde al blu. Le sue tele, ricche di sentimento ed emozioni, ritraggono, oltre a soggetti differenti, la natura, continuamente rielaborata e trasformata così da ottenere immagini delicate e decise che lasciano il segno nell’osservatore. In alcuni casi, utilizza anche materiali particolari: bottoni, cerniere lampo, cannucce. Capace di centellinare le tinte con un gusto tutto femminile, è un’artista raffinata che non accetta sbavature e dipinge grazie alla solarità dei colori un mondo di gentilezza. Le sue superfici raccontano poeticamente favole di sogno lontane dalle tragiche vicende che ne scandiscono la quotidianità, filtrandole in un’anima che sa trarne il nettare della gioia di vivere illuminata da quella catarsi che ne deve costituire il succo. Ha al suo attivo diverse esposizioni sia in Italia che all’estero (Bulgaria,Germania e Stati Uniti).
Questo il fil-rouge attraverso il quale si sviluppa la collettiva “Realtà diversificate”, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’Arte” e in programma nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) da sabato 7 a sabato 14 giugno prossimi (ingresso gratuito).
Sei i pittori che, con i propri lavori, prenderanno parte a questo piacevole scambio artistico: Giuseppe D’Alessandro, Herbert D’Ambrosio, Daniele Frenguellotti, Enzo Lauretti, Carla Romani, Silvia Scandariato. A selezionare ciascuno di loro, ognuno caratterizzato da un proprio stile, una tecnica differente e una diversa estrazione socio-culturale, il Maestro Elvino Echeoni e Remo Panacchia, soci fondatori de “Il Mondo dell’Arte”, che, da anni, propone nella sede espositiva di Via Margutta artisti professionisti, Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo.
La mostra, che è uno degli incontri fissi nel calendario della nota galleria romana, punta - oltre che a sviluppare come sempre la capacità critica dello spettatore, indispensabile per consentirgli di riconoscere le peculiarità di ciascun pittore e apprezzarne le differenze - anche ad azzerare qualsiasi “distanza” tra il pubblico e i Maestri in esposizione fino a creare un legame tra loro.
Così – raccolte in questa preziosa collettiva – trovano il proprio spazio tele caratterizzate da un linguaggio forte e da una vitalità espressiva unica che sono testimonianza della realtà circostante ma anche il segno incisivo e fiero del mondo interiore che anima e ispira l’artista. Una a fianco all’altra, differenti eppure perfettamente amalgamate tra di loro, esse generano nello spettatore emozioni intense che si collocano talvolta a metà strada tra suggestioni oniriche e colorati tuffi nella memoria sempre capaci di dar vita a composizioni armoniche e di testimoniare come l’arte non rimanga statica ma conosca evoluzioni continue e sia capace di rappresentare realtà differenti e diversi modi di approcciare ad essa.
“Tutti gli autori coinvolti nell’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni, Presidente dell’Associazione Margutta Arte e direttore artistico della società Il Mondo dell’Arte – affrontano temi diversi e presentano tecniche originali e generi differenti: si va dall’arte astratta e polimaterica a quella figurativa e minimalista passando per un surrealismo fiabesco immerso in un mondo poetico incantevole, nutrito di una magia sospesa dove è possibile volare sulle ali della fantasia”.
“In quest’esposizione – ha tenuto a precisare il gallerista Remo Panacchia - abbiamo cercato di mettere in evidenza le differenze stilistiche e tematiche di artisti, di provenienza, non soltanto formativa e culturale, assolutamente diversa. Così facendo siamo riusciti, a mio avviso, a presentare visioni differenti della realtà da cui prendono forma lavori che, seppur eterogenei, sono ugualmente coinvolgenti”.
Giuseppe D’Alessandro: leccese di nascita, si diploma all’Istituto Statale d’Arte Giuseppe Pellegrino e si abilita a Cagliari in Disegno e Storia dell’Arte. Autorevole testimone e interprete del mondo che lo circonda e della gente del Salento, partecipa attivamente alla vita artistica della sua regione ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il primo premio al concorso internazionale di pittura presso il palazzo del turismo a Milano nel 1975. Nel 1980 realizza un grande pannello decorativo, in rame sbalzato, che campeggia all’ingresso della scuola media 4° nucleo di Lecce e un’opera di pittura presente presso la scuola media 3° nucleo della stessa città. La sua attività d’artista si snoda attraverso mezzo secolo, i suoi temi, ispirati alla gente e al paesaggio del Salento, sono realizzati attraverso l’inusuale e difficile tecnica della “pirografia”.
Herbert D’Ambrosio: romano di nascita e umbro di adozione, classe 1955, da giovanissimo manifesta una predisposizione per l’arte e frequenta la fonderia dello zio, maestro nella lavorazione del bronzo. Lì impara a modellare e a creare dal nulla, incontra artisti provenienti da tutto il mondo e affina quella sensibilità che è patrimonio necessario a ogni artista e di cui peraltro è già particolarmente dotato. Sarà questa la scelta che condizionerà il suo futuro. Frequenta il liceo artistico, la scuola di figura e di scultura. Da quel momento il suo percorso è in continuo crescendo e le sue opere vengono attualmente apprezzate, oltre che in Italia, anche in Europa, Giappone e negli Stati Uniti.
Dicono di lui: “Nelle sue tele il trionfo dei colori regna sovrano, in un universo nel quale la finezza miniaturistica dona un vero e profondo vigore all’immaginazione. La produzione artistica di D’Ambrosio riesce a trasmettere emozioni e sentimenti perduti nel tempo, creando un ponte ideale tra il mondo reale ed il mondo magico della fantasia. Un collegamento, quindi, spontaneo, fortemente concentrato sulla forza del sogno, dell’immaginazione, del tutto affrancato da orpelli o sovrastrutture che avrebbero disturbato l’autenticità della poesia”. (Anna Maria Tarantino)
Daniele Frenguellotti: perugino, classe 1974, dopo aver frequentato un corso sulla decorazione di interni e aver lavorato per anni privatamente come decoratore con la tecnica del "trompe l'oeil", si specializza nella rappresentazione della pittura su tela con colori a olio e acrilici. Successivamente si concentra sulla riproduzione della realtà che lo circonda, riportando su tela ambienti lacustri, distese di girasoli, algidi paesaggi, tramonti su laghi e altre immagini della sua terra. In seguito denuda la realtà quotidiana, dedicandosi a un mondo fatto di simboli, uno tra tutti la maschera, rappresentata come una forza che prende il sopravvento sull’essere umano e che, in una società dove è sempre più difficile mostrarsi per ciò che si è rispetto a ciò che ci viene richiesto di essere, diventa un elemento necessario. Ha effettuato diverse mostre pittoriche personali e collettive a Todi, Gubbio, Assisi, Castiglione del lago, Perugia e Roma, città nella quale vive e dove continua a lavorare.
Enzo Lauretti: romano, classe 1942, ancora giovanissimo, dopo interessi e studi sulla pittura metafisica e informale polimaterica, comincia negli anni ’70 una produzione in opere in ferro per collettive romane. In contemporanea inizia a operare nel campo dell’antiquariato, ambito che lo porta a esporre in tutta Italia. Con l’occasione comincia a presentare alcune opere che, in questi ultimi anni, hanno ottenuto un ampio riscontro. Nella piena maturità il suo impeto creativo si indirizza verso le istallazioni polimateriche, a lui istintivamente più congeniali sia per lo slancio verso l’arte contemporanea che per il suo naturale desiderio di mettersi in discussione e sperimentare.
Carla Romani: nasce a Perugia, dove vive e lavora. Dopo la laurea in materie letterarie con indirizzo storico artistico all'Università degli Studi di Perugia, ha conseguito il Master in Conservazione dei Beni Culturali e dell'Ambiente presso la Lumsa di Roma. Attualmente lavora presso la Fondazione Perugiassisi 2019, istituita per la candidatura di Perugia con i luoghi di Francesco d’Assisi e l’Umbria a Capitale Europea della Cultura 2019. Dal 1982 ha allestito numerose mostre personali e partecipato a varie esposizioni collettive sia in Italia che all’estero, ottenendo ampi consensi da pubblico e critica. Dal 2010 ha allestito uno spazio espositivo permanente presso lo studio di Civitella d’Arna. Raffinata, elegante, capace di regalare con le proprie immagini sensazioni fortissime, l’artista gioca con la tavolozza trasfigurando i propri sogni, espressi e impressi sulla tela in un trionfo di caldi colori che rappresentano la sua anima e la sua voglia di vivere.
Silvia Scandariato: romana, una laurea in Farmacia, è nipote d’arte grazie al legame con la soprano Angela Rositani. Autodidatta, entra nel mondo artistico nel 2002, esponendo circa trenta quadri che, realizzati a china nera o colorata su carta con l’ausilio di un pennino, suscitano particolare interesse nel pubblico. Negli anni, attraverso diverse sperimentazioni, cambia tecnica e dimensione dei quadri. Oggi lavora su tela e con il colore acrilico. Ama i colori accesi e decisi, volti a un’astrazione che dilatandosi riempie lo spazio: dal rosso al giallo, dal bianco al nero, dal verde al blu. Le sue tele, ricche di sentimento ed emozioni, ritraggono, oltre a soggetti differenti, la natura, continuamente rielaborata e trasformata così da ottenere immagini delicate e decise che lasciano il segno nell’osservatore. In alcuni casi, utilizza anche materiali particolari: bottoni, cerniere lampo, cannucce. Capace di centellinare le tinte con un gusto tutto femminile, è un’artista raffinata che non accetta sbavature e dipinge grazie alla solarità dei colori un mondo di gentilezza. Le sue superfici raccontano poeticamente favole di sogno lontane dalle tragiche vicende che ne scandiscono la quotidianità, filtrandole in un’anima che sa trarne il nettare della gioia di vivere illuminata da quella catarsi che ne deve costituire il succo. Ha al suo attivo diverse esposizioni sia in Italia che all’estero (Bulgaria,Germania e Stati Uniti).
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