Rebecca Brodskis. La danse de l’absurde
Dal 07 Ottobre 2021 al 13 Novembre 2021
Roma
Luogo: Galleria Anna Marra
Indirizzo: Via Sant’Angelo in Pescheria 32
Orari: lunedì – venerdì, 15.30 - 19.30 | sabato 10.00 – 14.00 | su appuntamento
Curatori: Giorgia Calò
Telefono per informazioni: +39 06 97612389
E-Mail info: info@galleriaannamarra.it
Sito ufficiale: http://www.galleriaannamarra.it
La Galleria Anna Marra è lieta di presentare La danse de l’absurde, prima personale in Italia di Rebecca Brodskis, curata da Giorgia Calò. La mostra presenta dodici lavori realizzati appositamente per l’occasione, ispirati a immagini di danzatori espressionisti e alla filosofia dell’assurdo di Albert Camus.
I ritratti di Rebecca Brodskis sono decontestualizzati rispetto a ogni riferimento spazio-temporale, vivono una dimensione altra perché la loro cifra distintiva si focalizza sull'essere umano, indipendentemente dalla sua identità di genere, dal luogo di origine, dal retaggio culturale o dal tempo in cui vive. Slegati dall'idea classica della rappresentazione, indagano l'animo umano in un'introspezione che si focalizza sulla condizione alienante e al contempo reale dell'uomo. Così, l'artista ci invita ad andare oltre i limiti della realtà, accedendo così a infinite possibilità dell'identità personale che attrae emotivamente lo spettatore e contemporaneamente lo sfida intellettualmente.
Il lavoro di Rebecca Brodskis esplora attraverso la pittura il rapporto tra l’essere umano e il contesto sociale, un mondo in continuo mutamento che spesso sfugge alla nostra comprensione. I protagonisti delle sue opere, che appaiono attanagliati dal dubbio, l’ansia e il disorientamento, “sono metafore dell'umano contemporaneo impigliato in circoli sociali in continua espansione. Vagano per i meandri di città tentacolari, condannati all'estrema lucidità ma costantemente invasi dalla paura del domani”, afferma l’artista.
Esplicito è il riferimento a Camus e alla sua Trilogia dell’assurdo. L’autore, negando qualsivoglia valore a un significato trascendente alla vita e al mondo, riconosce come assurda l'esistenza stessa. La mancanza di senso dell'esistere e di motivazioni per vivere - l’assurdo, appunto - non è tuttavia nella natura dell'uomo in quanto tale, ma nelle sovrastrutture sociali che egli crea per regolare il proprio esistere. La creazione di legami interpersonali tuttavia non è sempre facile e la ricerca del legame inter-umano continuamente sfugge.
Da queste riflessioni Rebecca Brodskis introduce una sua risposta positiva all’assurdità dell’esistenza umana, indicando nella danza una possibile via per ricercarne un senso. La danza espressionista a cui l’artista in particolare si ispira - più libera, naturale e meno governata dalle regole - diventa un modo per liberarsi dalle convezioni e dagli schemi sociali che opprimono la natura più intima dell’individuo. Nella danza i corpi si toccano e si intrecciano, favorendo così la comunicazione tra gli esseri umani.
Gli stranieri non sono più stranieri, l’ignoto diventa palpabile, dando un senso alla vita e una direzione alla propria esistenza. Il legame umano, dunque, si rivela nella consapevolezza dell'assurdo e nel tentativo costante di superarlo.
Rebecca Brodskis (1988, Francia) vive e lavora a Marsiglia. Ha trascorso gran parte dell’infanzia viaggiando e soggiornando tra Francia e Marocco. Brodskis ha poi vissuto a New York, Berlino, Tel-Aviv, Parigi. Ha studiato Pittura presso l’Ateliers des Beaux-Arts de la Ville de Paris e presso Central St. Martins College of Art and Design di Londra (2010). Inoltre, nel 2015 ha ottenuto un Masters Degree in Sociologia, approfondendo i temi della vulnerabilità e delle crisi sociali. Esplorando i confini del mondo sensibile, il lavoro di Brodskis spazia tra spazi consci e inconsci, portando a una riflessione sull'esistenza, il sé e l'alterità. L'idea di essere in una via di mezzo è evidente nell'opera di Brodskis: uno spazio intermedio al crocevia tra realtà empirica e immaginazione, ordine e disordine, materialismo e spiritualità, determinismo e libertà. Tra le mostre personali ricordiamo: Arrêt Sur Image, Kristin Hjellegjerde Gallery, Londra (2021); Tomorrow Is Another Day, Steve Turner LA (2020); Fragments of Life, Kristin Hjellegjerde Gallery, Berlino (2020); Galeriste with Hors Cadre, Parigi (2019); Septième Galerie, Parigi (2019); Unsettled disorders, Canopy Gallery, Netanya (2019); Dépendance, Gallery Mario Kreuzberg, Berlino (2019); Drifting Singularities, Sputnik Gallery, Tel Aviv (2017). Il suo lavoro è presente in importanti collezioni sia pubbliche che private, tra cui: Alan Lo Collection (Hong Kong); Museum Azman Collection (Malaysia); Pamela and David Hornik Collection (USA); Selebe Yoon Collection (Senegal); The Beth Rudin Dewoody Collection (USA); Tiroche DeLeon Collection (Israele); Zeifang Collection (Germania).
Opening giovedì 7 ottobre 2021 ore 18.00 – 21.00
I ritratti di Rebecca Brodskis sono decontestualizzati rispetto a ogni riferimento spazio-temporale, vivono una dimensione altra perché la loro cifra distintiva si focalizza sull'essere umano, indipendentemente dalla sua identità di genere, dal luogo di origine, dal retaggio culturale o dal tempo in cui vive. Slegati dall'idea classica della rappresentazione, indagano l'animo umano in un'introspezione che si focalizza sulla condizione alienante e al contempo reale dell'uomo. Così, l'artista ci invita ad andare oltre i limiti della realtà, accedendo così a infinite possibilità dell'identità personale che attrae emotivamente lo spettatore e contemporaneamente lo sfida intellettualmente.
Il lavoro di Rebecca Brodskis esplora attraverso la pittura il rapporto tra l’essere umano e il contesto sociale, un mondo in continuo mutamento che spesso sfugge alla nostra comprensione. I protagonisti delle sue opere, che appaiono attanagliati dal dubbio, l’ansia e il disorientamento, “sono metafore dell'umano contemporaneo impigliato in circoli sociali in continua espansione. Vagano per i meandri di città tentacolari, condannati all'estrema lucidità ma costantemente invasi dalla paura del domani”, afferma l’artista.
Esplicito è il riferimento a Camus e alla sua Trilogia dell’assurdo. L’autore, negando qualsivoglia valore a un significato trascendente alla vita e al mondo, riconosce come assurda l'esistenza stessa. La mancanza di senso dell'esistere e di motivazioni per vivere - l’assurdo, appunto - non è tuttavia nella natura dell'uomo in quanto tale, ma nelle sovrastrutture sociali che egli crea per regolare il proprio esistere. La creazione di legami interpersonali tuttavia non è sempre facile e la ricerca del legame inter-umano continuamente sfugge.
Da queste riflessioni Rebecca Brodskis introduce una sua risposta positiva all’assurdità dell’esistenza umana, indicando nella danza una possibile via per ricercarne un senso. La danza espressionista a cui l’artista in particolare si ispira - più libera, naturale e meno governata dalle regole - diventa un modo per liberarsi dalle convezioni e dagli schemi sociali che opprimono la natura più intima dell’individuo. Nella danza i corpi si toccano e si intrecciano, favorendo così la comunicazione tra gli esseri umani.
Gli stranieri non sono più stranieri, l’ignoto diventa palpabile, dando un senso alla vita e una direzione alla propria esistenza. Il legame umano, dunque, si rivela nella consapevolezza dell'assurdo e nel tentativo costante di superarlo.
Rebecca Brodskis (1988, Francia) vive e lavora a Marsiglia. Ha trascorso gran parte dell’infanzia viaggiando e soggiornando tra Francia e Marocco. Brodskis ha poi vissuto a New York, Berlino, Tel-Aviv, Parigi. Ha studiato Pittura presso l’Ateliers des Beaux-Arts de la Ville de Paris e presso Central St. Martins College of Art and Design di Londra (2010). Inoltre, nel 2015 ha ottenuto un Masters Degree in Sociologia, approfondendo i temi della vulnerabilità e delle crisi sociali. Esplorando i confini del mondo sensibile, il lavoro di Brodskis spazia tra spazi consci e inconsci, portando a una riflessione sull'esistenza, il sé e l'alterità. L'idea di essere in una via di mezzo è evidente nell'opera di Brodskis: uno spazio intermedio al crocevia tra realtà empirica e immaginazione, ordine e disordine, materialismo e spiritualità, determinismo e libertà. Tra le mostre personali ricordiamo: Arrêt Sur Image, Kristin Hjellegjerde Gallery, Londra (2021); Tomorrow Is Another Day, Steve Turner LA (2020); Fragments of Life, Kristin Hjellegjerde Gallery, Berlino (2020); Galeriste with Hors Cadre, Parigi (2019); Septième Galerie, Parigi (2019); Unsettled disorders, Canopy Gallery, Netanya (2019); Dépendance, Gallery Mario Kreuzberg, Berlino (2019); Drifting Singularities, Sputnik Gallery, Tel Aviv (2017). Il suo lavoro è presente in importanti collezioni sia pubbliche che private, tra cui: Alan Lo Collection (Hong Kong); Museum Azman Collection (Malaysia); Pamela and David Hornik Collection (USA); Selebe Yoon Collection (Senegal); The Beth Rudin Dewoody Collection (USA); Tiroche DeLeon Collection (Israele); Zeifang Collection (Germania).
Opening giovedì 7 ottobre 2021 ore 18.00 – 21.00
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