ROund trip in tiME. Laika / Shepard Fairey / Keith Haring
Dal 09 Marzo 2024 al 13 Aprile 2024
Roma
Luogo: Rosso20sette arte contemporanea
Indirizzo: Via del Sudario 39
Telefono per informazioni: +39 06 64761113
E-Mail info: info@rosso27.com
Sito ufficiale: http://www.rosso27.com
Sabato 9 marzo 2024 alle ore 18.00, Rosso20sette arte contemporanea presenta la mostra ROund trip in tiME: Laika / Shepard Fairey / Keith Haring, accompagnata da un testo di Edoardo Marcenaro.
“ROund trip in tiME è un viaggio nella street art che inizia negli Stati Uniti nel 2023 e, andando indietro nel tempo, termina nel 1984 a Roma: un vero e proprio voyage à rebours.
Prima tappa - Laika
"STATES OF INJUSTICE" è il nuovo progetto della street artist Laika che torna a colpire con i suoi blitz, stavolta oltreoceano. Attraverso una serie di poster e installazioni, l'artista getta luce sulle forme di ingiustizia presenti negli Stati Uniti, svelando i molteplici aspetti oscuri, sia passati che presenti, di una nazione che si vanta del titolo di principale democrazia al mondo. Laika realizza una serie di interventi tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre 2023, dal Texas alla California fino a raggiungere il confine messicano, per poi varcarlo e realizzare a Tijuana l’opera conclusiva. Le ingiustizie negli USA si presentano sotto varie forme, vari “stati”. Tra questi, quelli che catturano l'attenzione dell'artista sono il razzismo, la povertà, la violenza e la diffusione delle armi, la pena di morte, lo stato d'emergenza nazionale per la comunità LGBT+ americana, le leggi anti-aborto, il sistema sanitario privato e la questione migranti. Laika presenta, in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea, alcune delle sue opere di “STATES OF INJUSTICE”, partendo da una sua certa ansia nell’andare in giro per luoghi pieni di gente armata, considerando la facilità con cui possono essere comprati fucili JR - 15 a soli $419. [...] Altro tema affrontato da Laika durante il suo viaggio americano riguarda la legge dello Stato del Texas che vieta l’aborto, rappresentato nel suo lavoro “Bump Check”, in cui un poliziotto alla frontiera effettua un vero e proprio “controllo di gravidanza” con la domanda “Leaving Texas?” sullo schermo dell’ecografia. [...]
Seconda tappa – Shepard Fairey aka Obey
Altro artivista è Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey, in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea con tre delle sue opere più importanti. [...] Nel 2008 Obey partecipa alla campagna elettorale di Barack Obama, trasformando il volto di uno sconosciuto senatore dell’Illinois in icona dell’arte contemporanea: 300.000 poster per invitare a votare Obama con la scritta HOPE che contribuiscono alla sua vittoria e nomina a Presidente degli Stati Uniti. [..] Otto anni dopo Hope, Obey torna a prendere parte alla campagna elettorale statunitense che porterà alle elezioni di Donal Trump, sostenendo il candidato avversario Bernie Sanders, ma questa volta interviene il giorno dopo le elezioni e la faccia del presidente americano proprio non compare! Per il progetto “We the People” lanciato dalla organizzazione non - profit Amplifier Foundation, Shepard Fairey realizza tre ritratti che verranno pubblicati a pagina intera sul Washington Post il 20 gennaio 2017 (giorno dell’inaugurazione), con pagine da staccare dal giornale per essere usate come cartelli oppure attaccate in giro per Washington D.C. Ogni ritratto è accompagnato da un messaggio forte e chiaro: “difendere la dignità” - “più grande della paura” - “proteggersi l’un l’altro”. [...]
Terza tappa - Keith Haring
Nel 1984 Keith Haring partecipa alla mostra “Arte di Frontiera - New York Graffiti”, nata dagli studi di Francesca Alinovi, curatrice, storica e critica di arte militante negli Anni Settanta e Ottanta, vittima del “delitto della musa del DAMS” di Bologna nel giugno 1983. Francesca nei primi Anni 80 incontra i giovani artisti che lavorano per le strade di New York, li porta in Italia. Tra loro c’è Keith Haring, che a Roma realizza un grande murales sulla facciata laterale del Palazzo delle Esposizioni e alcuni graffiti sulle pareti di vetro della linea metropolitana nella tratta tra Lepanto e Flaminio. Due bozzetti, uno su carta di block notes, l’altro su un foglio di giornale, sono in mostra da Rosso20Sette e ricordano la semplicità e la grandezza dell’opera di Keith Haring, di cui purtroppo non rimane alcuna traccia a Roma essendo i suoi lavori stati cancellati nel 1992 in occasione della visita del Presidente Gorbaciov.
Il fattore comune delle opere di Laika, Obey e Haring, e di tutti gli street artist che realizzano lavori per la strada in giro per il mondo, è l’effetto sorpresa di una nuova opera nel momento in cui compare sul muro sotto casa, sensazione che ho avuto recentemente la fortuna di vivere con l’opera di Laika “Le lacrime di Kabul” in prossimità di una sede di Emergency a Roma.”
(dal testo di Edoardo Marcenaro)
Durante il vernissage verrà presentato anche il dvd del film di cui Laika è stata protagonista “Life Is (Not) A Game”, diretto da Antonio Valerio Spera e prodotto da Morel Film e Salon Indien Films, edito da VIGGO.
“ROund trip in tiME è un viaggio nella street art che inizia negli Stati Uniti nel 2023 e, andando indietro nel tempo, termina nel 1984 a Roma: un vero e proprio voyage à rebours.
Prima tappa - Laika
"STATES OF INJUSTICE" è il nuovo progetto della street artist Laika che torna a colpire con i suoi blitz, stavolta oltreoceano. Attraverso una serie di poster e installazioni, l'artista getta luce sulle forme di ingiustizia presenti negli Stati Uniti, svelando i molteplici aspetti oscuri, sia passati che presenti, di una nazione che si vanta del titolo di principale democrazia al mondo. Laika realizza una serie di interventi tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre 2023, dal Texas alla California fino a raggiungere il confine messicano, per poi varcarlo e realizzare a Tijuana l’opera conclusiva. Le ingiustizie negli USA si presentano sotto varie forme, vari “stati”. Tra questi, quelli che catturano l'attenzione dell'artista sono il razzismo, la povertà, la violenza e la diffusione delle armi, la pena di morte, lo stato d'emergenza nazionale per la comunità LGBT+ americana, le leggi anti-aborto, il sistema sanitario privato e la questione migranti. Laika presenta, in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea, alcune delle sue opere di “STATES OF INJUSTICE”, partendo da una sua certa ansia nell’andare in giro per luoghi pieni di gente armata, considerando la facilità con cui possono essere comprati fucili JR - 15 a soli $419. [...] Altro tema affrontato da Laika durante il suo viaggio americano riguarda la legge dello Stato del Texas che vieta l’aborto, rappresentato nel suo lavoro “Bump Check”, in cui un poliziotto alla frontiera effettua un vero e proprio “controllo di gravidanza” con la domanda “Leaving Texas?” sullo schermo dell’ecografia. [...]
Seconda tappa – Shepard Fairey aka Obey
Altro artivista è Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey, in mostra da Rosso20Sette Arte Contemporanea con tre delle sue opere più importanti. [...] Nel 2008 Obey partecipa alla campagna elettorale di Barack Obama, trasformando il volto di uno sconosciuto senatore dell’Illinois in icona dell’arte contemporanea: 300.000 poster per invitare a votare Obama con la scritta HOPE che contribuiscono alla sua vittoria e nomina a Presidente degli Stati Uniti. [..] Otto anni dopo Hope, Obey torna a prendere parte alla campagna elettorale statunitense che porterà alle elezioni di Donal Trump, sostenendo il candidato avversario Bernie Sanders, ma questa volta interviene il giorno dopo le elezioni e la faccia del presidente americano proprio non compare! Per il progetto “We the People” lanciato dalla organizzazione non - profit Amplifier Foundation, Shepard Fairey realizza tre ritratti che verranno pubblicati a pagina intera sul Washington Post il 20 gennaio 2017 (giorno dell’inaugurazione), con pagine da staccare dal giornale per essere usate come cartelli oppure attaccate in giro per Washington D.C. Ogni ritratto è accompagnato da un messaggio forte e chiaro: “difendere la dignità” - “più grande della paura” - “proteggersi l’un l’altro”. [...]
Terza tappa - Keith Haring
Nel 1984 Keith Haring partecipa alla mostra “Arte di Frontiera - New York Graffiti”, nata dagli studi di Francesca Alinovi, curatrice, storica e critica di arte militante negli Anni Settanta e Ottanta, vittima del “delitto della musa del DAMS” di Bologna nel giugno 1983. Francesca nei primi Anni 80 incontra i giovani artisti che lavorano per le strade di New York, li porta in Italia. Tra loro c’è Keith Haring, che a Roma realizza un grande murales sulla facciata laterale del Palazzo delle Esposizioni e alcuni graffiti sulle pareti di vetro della linea metropolitana nella tratta tra Lepanto e Flaminio. Due bozzetti, uno su carta di block notes, l’altro su un foglio di giornale, sono in mostra da Rosso20Sette e ricordano la semplicità e la grandezza dell’opera di Keith Haring, di cui purtroppo non rimane alcuna traccia a Roma essendo i suoi lavori stati cancellati nel 1992 in occasione della visita del Presidente Gorbaciov.
Il fattore comune delle opere di Laika, Obey e Haring, e di tutti gli street artist che realizzano lavori per la strada in giro per il mondo, è l’effetto sorpresa di una nuova opera nel momento in cui compare sul muro sotto casa, sensazione che ho avuto recentemente la fortuna di vivere con l’opera di Laika “Le lacrime di Kabul” in prossimità di una sede di Emergency a Roma.”
(dal testo di Edoardo Marcenaro)
Durante il vernissage verrà presentato anche il dvd del film di cui Laika è stata protagonista “Life Is (Not) A Game”, diretto da Antonio Valerio Spera e prodotto da Morel Film e Salon Indien Films, edito da VIGGO.
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