[S]oggetti migranti dietro le cose le persone
Dal 20 Settembre 2012 al 02 Aprile 2013
Roma
Luogo: Museo Nazionale Preistorico Etnografico L. Pigorini
Indirizzo: piazza Guglielmo Marconi 14
Orari: da lunedì a sabato 9-18.30
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 06 549521
E-Mail info: s-mnpe.comunicazione@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.pigorini.beniculturali.it
Giovedì 20 settembre 2012, alle ore 17, al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma, Piazza Guglielmo Marconi 14, si inaugura l'esposizione [S]oggetti migranti: dietro le cose le persone.
La mostra sarà visitabile fino al 2 aprile 2013 e rappresenta l'evento conclusivo del progetto europeo READ-ME 2 - Réseau européen des Associations de Diasporas & Musées d’Ethnographie, realizzato dal Museo Pigorini, in qualità di Istituto capofila, in partenariato con il Musée royal de l’Afrique centrale di Tervuren (Bruxelles), il Musée du quai Branly di Parigi, il Museum für Völkerkunde di Vienna e in collaborazione con le associazioni della diaspora di Italia, Belgio, Francia e Austria.
L'esposizione [S]oggetti migranti: dietro le cose le persone ha come fulcro il tema dei viaggi di migrazione compiuti dagli oggetti conservati nei musei etnografici. Attraverso la presentazione di oltre 150 opere presenti nei depositi del Museo Pigorini, molte delle quali mai esposte, nella mostra vengono portate in primo piano le storie passate e presenti che si nascondono dietro quegli oggetti.
L'esperienza della migrazione è presentata nei suoi risvolti storici ma soprattutto umani e contemporanei, resi più espliciti da un allestimento scenografico che vuole amplificare le possibilità interpretative del tema proposto e dà densità alla pluralità delle prospettive in gioco.
L'itinerario della mostra si articola procedendo dalla Terra Madre che ci ha generato, fino alla Terra di qui che oggi ci accoglie, attraversando nel mezzo tempi e luoghi del grande Viaggio che fa la storia delle persone e delle cose che abitano il nostro pianeta, nel quale ci possiamo considerare tutti, da sempre, migranti.
La prima parte della mostra illustra il lavoro svolto dai musei che dal 2010 collaborano nella rete europea, presentando al pubblico italiano i risultati delle esperienze realizzate al il Musée royal de l’Afrique centrale di Tervuren (Bruxelles) - cui si deve l'ideazione della rete stessa con l'avvio negli anni 2007-2009 di READ-ME 1 -, il Musée du quai Branly di Parigi e il Museum für Völkerkunde di Vienna.
«L'obiettivo di READ-ME 2 – afferma Vito Lattanzi, coordinatore del progetto [S]oggetti migranti – era restituire valore soggettivo agli oggetti conservati nei musei etnografici, riconnettendo quindi l'esperienza dei migranti alle collezioni provenienti da diversi paesi d'origine nel corso dell'epoca moderna. Gli oggetti etnografici dei musei sono testimonianze di altri mondi, documentano un passato coloniale ancora in fase di ripensamento e alimentano storie non sempre pacificate, a volte contese, che tornano alla luce se quegli oggetti li si interroga attraverso la mediazione dei migranti contemporanei, cioè di coloro che vi possono riconoscere le tracce della propria memoria culturale. In READ-ME 2 il processo di coinvolgimento delle diaspore europee nella vita dei musei di Etnologia è stata un'esperienza di straordinario arricchimento reciproco, che nella mostra di Roma trova la possibilità di presentare al grande pubblico una nuova immagine concreta, contemporanea e condivisa di patrimonio culturale».
Quest’ultimo estratto, chiarisce bene le basi su cui è nato il progetto e la prospettiva politica sulla quale si proietta READ-ME, che intende promuovere forme di collaborazione e partecipazione alle politiche culturali dei musei etnografici in uno scenario complesso e critico di inclusione/esclusione della diaspora nel “progetto Europa”.
La mostra sarà visitabile fino al 2 aprile 2013 e rappresenta l'evento conclusivo del progetto europeo READ-ME 2 - Réseau européen des Associations de Diasporas & Musées d’Ethnographie, realizzato dal Museo Pigorini, in qualità di Istituto capofila, in partenariato con il Musée royal de l’Afrique centrale di Tervuren (Bruxelles), il Musée du quai Branly di Parigi, il Museum für Völkerkunde di Vienna e in collaborazione con le associazioni della diaspora di Italia, Belgio, Francia e Austria.
L'esposizione [S]oggetti migranti: dietro le cose le persone ha come fulcro il tema dei viaggi di migrazione compiuti dagli oggetti conservati nei musei etnografici. Attraverso la presentazione di oltre 150 opere presenti nei depositi del Museo Pigorini, molte delle quali mai esposte, nella mostra vengono portate in primo piano le storie passate e presenti che si nascondono dietro quegli oggetti.
L'esperienza della migrazione è presentata nei suoi risvolti storici ma soprattutto umani e contemporanei, resi più espliciti da un allestimento scenografico che vuole amplificare le possibilità interpretative del tema proposto e dà densità alla pluralità delle prospettive in gioco.
L'itinerario della mostra si articola procedendo dalla Terra Madre che ci ha generato, fino alla Terra di qui che oggi ci accoglie, attraversando nel mezzo tempi e luoghi del grande Viaggio che fa la storia delle persone e delle cose che abitano il nostro pianeta, nel quale ci possiamo considerare tutti, da sempre, migranti.
La prima parte della mostra illustra il lavoro svolto dai musei che dal 2010 collaborano nella rete europea, presentando al pubblico italiano i risultati delle esperienze realizzate al il Musée royal de l’Afrique centrale di Tervuren (Bruxelles) - cui si deve l'ideazione della rete stessa con l'avvio negli anni 2007-2009 di READ-ME 1 -, il Musée du quai Branly di Parigi e il Museum für Völkerkunde di Vienna.
«L'obiettivo di READ-ME 2 – afferma Vito Lattanzi, coordinatore del progetto [S]oggetti migranti – era restituire valore soggettivo agli oggetti conservati nei musei etnografici, riconnettendo quindi l'esperienza dei migranti alle collezioni provenienti da diversi paesi d'origine nel corso dell'epoca moderna. Gli oggetti etnografici dei musei sono testimonianze di altri mondi, documentano un passato coloniale ancora in fase di ripensamento e alimentano storie non sempre pacificate, a volte contese, che tornano alla luce se quegli oggetti li si interroga attraverso la mediazione dei migranti contemporanei, cioè di coloro che vi possono riconoscere le tracce della propria memoria culturale. In READ-ME 2 il processo di coinvolgimento delle diaspore europee nella vita dei musei di Etnologia è stata un'esperienza di straordinario arricchimento reciproco, che nella mostra di Roma trova la possibilità di presentare al grande pubblico una nuova immagine concreta, contemporanea e condivisa di patrimonio culturale».
Quest’ultimo estratto, chiarisce bene le basi su cui è nato il progetto e la prospettiva politica sulla quale si proietta READ-ME, che intende promuovere forme di collaborazione e partecipazione alle politiche culturali dei musei etnografici in uno scenario complesso e critico di inclusione/esclusione della diaspora nel “progetto Europa”.
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