Sergei Nazarov. Memorie
Dal 16 Novembre 2015 al 27 Novembre 2015
Roma
Luogo: Centro Russo di Scienza e Cultura
Indirizzo: piazza B. Cairoli 6
Orari: dal lunedì al venerdì 9-18
Curatori: Afrodite Oikonomidou
Telefono per informazioni: +39 06 88816333
E-Mail info: info@centroculturalerusso.it
Sito ufficiale: http://https://www.facebook.com/centrorusso
Sergei Nazarov, pittore di San Pietroburgo, dedica questa mostra alla Memoria.
Ripercorre un itinerario visivo personale, una sorta di riepilogo che attraversa i suoi più intensi ricordi: immagini tratte dall’infanzia, degli affetti intimi e dei famigliari amati, rappresentazioni dell’Armenia, sua terra natale e delle terre scoperte nei suoi numerosi viaggi, degli affetti intimi e dei famigliari amati, della sua conoscenza della Storia dell’Arte. Un susseguirsi di luoghi, paesaggi e simboli, nel suo vissuto, nell’avventura che lo arricchisce, ma non lo cambia.
La mostra è un viaggio nei ricordi dell’anima di Nazarov, tra cui l’Italia ha un posto d’onore: Venezia, una delle sue città preferite, Firenze, Roma, Amalfi, la campagna toscana o quella siciliana.
Nella diversità delle tecniche usate, il pubblico troverà uno sfarfallio che va dalla tempera su cartone all’olio su tela, la luminosità variabile del disegno a carboncino e dell’acquaforte, la velatura che diventa quasi una speciale foschia argentata, e un segno, a volte morbido e flessuoso, a volte duro, forte di una linea grafica marcata. Le sue nature morte, non prive di umorismo e teatralità, sono visioni stravaganti di uno strano agglomerato di elementi dal repertorio della Storia dell’Arte. Le diverse opere in mostra risultano così affascinanti per quanto capaci di mettere in luce la complessità e le sfaccettature, al di fuori dei luoghi comuni, proprie di Sergei Nazarov.
Acquista così forza il racconto che viene affidato ai paesaggi, piuttosto che ai ritratti; ammaliano i raggruppamenti di frutta, di ceramiche, di conchiglie, di bucrani che riportano alla memoria la tradizione della natura morta, cara ai celebrati maestri Olandesi. Opere che evocano per sobrietà e eleganza, una devozione per l’arte classica. Questa, oggetto indubbiamente di studio e ammirazione da parte di Nazarov, si rivela ancor di più dopo che l’artista ha avuto occasione di vederla e amarla durante le sue lunghe permanenze in Italia.
Sono tre le tradizioni che segnano Sergei Nazarov, evidenti nelle opere in mostra: la scuola di San Pietroburgo, l’Armenia e l’Arte Europea. San Pietroburgo rappresenta lo stato d’animo contemplativo, della ricerca sulla fragilità e della perfezione musicale, di una cultura contraddistinta dal prudente equilibrio. L’Armenia, un simbolo di austerità, è l’arcaica incarnazione del dolore secco, espresso dalle note basse maschili, e dall’eroismo stoico. L’Europa sullo sfondo è l’oggetto di culto, impersona la ricchezza della cultura, i principi classici come l’armonia tra sentimento e ragione.
Nazarov coltiva l’estetica della quotidianità e il realismo, ma allo stesso tempo incoraggia il sogno e lascia trasparire frequentemente il suo romanticismo. L’artista volutamente dimentica il presente, con i suoi “dubbi” e “interrogativi” sulla posizione e le potenzialità reali dell’arte nel giorno d’oggi: per Nazarov, l’arte è indistruttibile, come la natura, mentre il suo linguaggio diventa trasparente sotto la pressione della luce e del silenzio.
Ascoltiamo il silenzio dei dipinti di Sergei Nazarov, l’appena percettibile fruscio delle sue linee, la sua malinconia e la sua felicità assordante nelle sale di Palazzo Santacroce a Roma, a pochi passi da Campo dei Fiori.
Sergei Nazarov è nato nel 1960 a Karabakh in Armenia.
Nel 1978 ha iniziato i suoi studi di pittura all’Istituto d’Arte Serov di Leningrado, diplomandosi nel 1985. Dal 1988 al 1995 ha studiato presso l’Accademia d’Arte di San Pietroburgo, da dove si è laureato.
La sua prima mostra personale è stata organizzata a San Pietroburgo nel 1991. Nel 1992 espone all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, in Germania. Seguono mostre personali e collettive a Mosca (1993), Berlino (1994), San Pietroburgo (1995-1999), Mosca (2002, 2005), Venezia (2011).
Nazarov ha viaggiato in tutto il mondo ma in Italia si sente come a casa. Artista d’una intimità musicale tutta fatta di profondi sentimenti, il pittore russo ha uno studio a Farnese dove si rifugia a dipingere.
I suoi dipinti si trovano in collezioni private in Russia, Europa e Stati Uniti.
Inaugurazione 16 novembre ore 19.
Ripercorre un itinerario visivo personale, una sorta di riepilogo che attraversa i suoi più intensi ricordi: immagini tratte dall’infanzia, degli affetti intimi e dei famigliari amati, rappresentazioni dell’Armenia, sua terra natale e delle terre scoperte nei suoi numerosi viaggi, degli affetti intimi e dei famigliari amati, della sua conoscenza della Storia dell’Arte. Un susseguirsi di luoghi, paesaggi e simboli, nel suo vissuto, nell’avventura che lo arricchisce, ma non lo cambia.
La mostra è un viaggio nei ricordi dell’anima di Nazarov, tra cui l’Italia ha un posto d’onore: Venezia, una delle sue città preferite, Firenze, Roma, Amalfi, la campagna toscana o quella siciliana.
Nella diversità delle tecniche usate, il pubblico troverà uno sfarfallio che va dalla tempera su cartone all’olio su tela, la luminosità variabile del disegno a carboncino e dell’acquaforte, la velatura che diventa quasi una speciale foschia argentata, e un segno, a volte morbido e flessuoso, a volte duro, forte di una linea grafica marcata. Le sue nature morte, non prive di umorismo e teatralità, sono visioni stravaganti di uno strano agglomerato di elementi dal repertorio della Storia dell’Arte. Le diverse opere in mostra risultano così affascinanti per quanto capaci di mettere in luce la complessità e le sfaccettature, al di fuori dei luoghi comuni, proprie di Sergei Nazarov.
Acquista così forza il racconto che viene affidato ai paesaggi, piuttosto che ai ritratti; ammaliano i raggruppamenti di frutta, di ceramiche, di conchiglie, di bucrani che riportano alla memoria la tradizione della natura morta, cara ai celebrati maestri Olandesi. Opere che evocano per sobrietà e eleganza, una devozione per l’arte classica. Questa, oggetto indubbiamente di studio e ammirazione da parte di Nazarov, si rivela ancor di più dopo che l’artista ha avuto occasione di vederla e amarla durante le sue lunghe permanenze in Italia.
Sono tre le tradizioni che segnano Sergei Nazarov, evidenti nelle opere in mostra: la scuola di San Pietroburgo, l’Armenia e l’Arte Europea. San Pietroburgo rappresenta lo stato d’animo contemplativo, della ricerca sulla fragilità e della perfezione musicale, di una cultura contraddistinta dal prudente equilibrio. L’Armenia, un simbolo di austerità, è l’arcaica incarnazione del dolore secco, espresso dalle note basse maschili, e dall’eroismo stoico. L’Europa sullo sfondo è l’oggetto di culto, impersona la ricchezza della cultura, i principi classici come l’armonia tra sentimento e ragione.
Nazarov coltiva l’estetica della quotidianità e il realismo, ma allo stesso tempo incoraggia il sogno e lascia trasparire frequentemente il suo romanticismo. L’artista volutamente dimentica il presente, con i suoi “dubbi” e “interrogativi” sulla posizione e le potenzialità reali dell’arte nel giorno d’oggi: per Nazarov, l’arte è indistruttibile, come la natura, mentre il suo linguaggio diventa trasparente sotto la pressione della luce e del silenzio.
Ascoltiamo il silenzio dei dipinti di Sergei Nazarov, l’appena percettibile fruscio delle sue linee, la sua malinconia e la sua felicità assordante nelle sale di Palazzo Santacroce a Roma, a pochi passi da Campo dei Fiori.
Sergei Nazarov è nato nel 1960 a Karabakh in Armenia.
Nel 1978 ha iniziato i suoi studi di pittura all’Istituto d’Arte Serov di Leningrado, diplomandosi nel 1985. Dal 1988 al 1995 ha studiato presso l’Accademia d’Arte di San Pietroburgo, da dove si è laureato.
La sua prima mostra personale è stata organizzata a San Pietroburgo nel 1991. Nel 1992 espone all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, in Germania. Seguono mostre personali e collettive a Mosca (1993), Berlino (1994), San Pietroburgo (1995-1999), Mosca (2002, 2005), Venezia (2011).
Nazarov ha viaggiato in tutto il mondo ma in Italia si sente come a casa. Artista d’una intimità musicale tutta fatta di profondi sentimenti, il pittore russo ha uno studio a Farnese dove si rifugia a dipingere.
I suoi dipinti si trovano in collezioni private in Russia, Europa e Stati Uniti.
Inaugurazione 16 novembre ore 19.
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