Stefano Malatesta. Quando Roma era un paradiso
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Stefano Malatesta. Quando Roma era un paradiso
Dal 04 Febbraio 2016 al 04 Febbraio 2016
Roma
Luogo: Museo di Roma a Palazzo Braschi
Indirizzo: piazza Navona 2
Orari: h 18
Giovedì 4 febbraio alle ore 18
All’indomani della Seconda Guerra mondiale Roma cambia pelle. Roma città aperta ha stravolto i canoni del cinema. Nel 1950 si iniziano le riprese di Quo vadis?, dando il via ai kolossal che diventeranno il prodotto principale della Hollywood sul Tevere. Il cinema fa da locomotiva e trascina tutte le arti.
Roma sembra un’immensa trattoria, dai Castelli a Ostia ai bar in piazza del Popolo, dove si incontrano scrittori, artisti, attori, registi e cinematografari da Moravia a Flaiano, da Fellini a Peppino Amato, da Pasolini a Maurizio Arena, da Schifano a Gino de Dominicis. Roma ha soppiantato Parigi: la città è carica di aspettative e di speranze, stimola curiosità intellettuali. Gli Amerikani sbarcano a Ciampino, da Orson Welles a Truman Capote, da Cary Grant a Audrey Hepburn, da Cy Twombly a Rauschenberg e restano avvinti dall’atmosfera di festa continua: “avevano messo il piede nella tagliola romana e non sarebbe stato facile liberarlo”.
Stefano Malatesta, con il suo stile ironico e tagliente, racconta la Roma della sua adolescenza, facendo rivivere fianco a fianco il mito della Dolce Vita e la Roma-Ricotta pasoliniana. Un periodo straordinario, l’epoca più divertente e creativa nella storia d’Italia. Solo ora che questa realtà è scomparsa ci rendiamo conto di quanto abbiamo perso.
Stefano Malatesta è nato a Roma nel 1940. Da più di trent’anni scrive racconti di viaggio e articoli d’arte e di letteratura per “la Repubblica”.
Con Il cammello battriano ha vinto il premio Comisso e il premio Albatros-Palestina; con Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani il premio Settembrini. Con Il grande mare di sabbia il Premio Estense.
Il suo primo grande viaggio l’ha fatto subito dopo la laurea: si è imbarcato su una bananiera diretta a Mogadiscio e ha trascorso sei mesi in Africa Orientale durante i quali è stato vice amministratore di una piantagione di tè alle Seychelles. Come inviato di “Panorama” nel 1973 ha seguito il Golpe di Pinochet. Come inviato di “la Repubblica” ha seguito diverse guerre: Iran- Iraq; Nicaragua; Beirut poi, ritenendo che “le guerre tanto sono tutte uguali” ha scelto di occuparsi di arte, letteratura, viaggi.
Tra le sue opere, oltre a Il cammello battriano (1997), Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani (2000) e Il grande mare di sabbia (2001), si ricordano Il napoletano che domò gli afghani (2002), La pescatrice del Platani e altri imprevisti siciliani (2011) e L’uomo dalla voce tonante. Storie dell’America del Sud (2014).
2015, 14 x 21 cm, 144 pagine, brossura ISBN 978-88-572-3033-7, € 15,00
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