Susan Harbage Page. Lo strappo della storia
Dal 08 Marzo 2013 al 26 Aprile 2013
Roma
Luogo: Casa della Memoria e della Storia
Indirizzo: via San Francesco di Sales 5
Orari: da lunedì a venerdì 9.30-20; chiuso il 1 aprile
Curatori: Manuela De Leonardis
Enti promotori:
- Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale
Telefono per informazioni: +39 060608/ 06 6876543
E-Mail info: g.gnetti@zetema.it
Sito ufficiale: http://www.casadellamemoria.culturaroma.it
Il tema della mostra Susan Harbage Page. Lo strappo della storia, conversazioni con merlettiè legato non solo alla storia del costume e della moda, con implicite connessioni socio-culturali, ma alla natura simbolica e metaforica relativa alla natura stessa dei manufatti di cui si parla. Il ricamo, il cucito, la maglia e l’uncinetto sono lavori di tradizionale appannaggio femminile, quell’atto “creativo” tutto al femminile che ha attraversato la Storia come uninvisibileracconto umano. In occasione dell’8 marzo, questa mostra vuole rileggere un aspetto non secondario nel lavoro delle donne, poco conosciuto ma che ha comportato impegno e sacrificio a fronte di un risultato il più delle volte artistico.
Da qui la specificità delle creazioni di Susan Harbage Page, che scelgono, piuttosto che la fedeltà della rappresentazione, una frammentarietà immaginifica, il dettaglio e l’elemento di dissonanza da un contesto spesso coercitivo.
La mostra è concepita per la Casa della Memoria e della Storia come una sorta di catalogazione di quel lavoro creativo femminile. Realizzando un’operazione concettuale, l’artista statunitense, dopo aver ritracciato graficamente i confini di vecchi ricami, merletti, trine e pizzi, ne attraversa i codici simbolici e metaforici presentandoli come “reliquie”. Ponendo il merletto o il centrino sotto un foglio di carta traslucida fatta a mano, ne ricodifica il tratto con l’inchiostro, prevalentemente nero, ma anche magenta. Nel passaggio dall’anonimo manufatto all’opera d’arte, Harbage Page ricostruisce la matrice più intima del lavoro, restituendo metaforicamente memoria eidentità alla mano femminileche lo ha realizzato. Memoria, identità arte, dunque, come universo femminile nascosto.
Il percorso espositivo è impreziosito dal site-specific realizzato dall’artista con l’impiego di stampa digitale e grafite, riproducendo grandi ricami sulla parete e da Peacock Doily, centrino intagliato in tyvek, materiale sintetico simile alla carta, composto anche da fibre di polietilene ad alta densità.
Nella Sala Multimediale della Casa della Memoria e della Storia, in occasione della mostra è prevista la proiezione del documentario Il merletto, un’arte veneziana (2012), diretto da Alessandro Bettero e prodotto dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.
Il film si arricchisce dei ricordi e delle vivide testimonianze delle merlettaie di Burano, oltre che di ricostruzioni storiche realizzate con attori in abiti d’epoca e filmati all’interno di alcuni palazzi storici veneziani tra cui Palazzo Ducale, Palazzo Mocenigo, Ca’ d’Oro, Basilica di San Marco, la fornace vetreria di Formia Luxury Glass a Murano e in altre location tra Burano, Murano, Torcello, Chioggia e Altino. Rare ed esclusive sono anche le immagini che ripropongono alcuni tra i manufatti più antichi della collezione appartenente al Museo del Merletto e alla Fondazione Musei Civici di Venezia, che coprono gli ultimi cinque secoli.
L’esposizione, a cura di Manuela De Leonardis,è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, con la collaborazione di The Department of Women’s and Gender Studies at the University of North Carolina at Chapel Hill; Lubo Fund, Atlanta; McColl Center for Visual Art, Charlotte; Museo del Merletto, Fondazione Musei Civici di Venezia.
Da qui la specificità delle creazioni di Susan Harbage Page, che scelgono, piuttosto che la fedeltà della rappresentazione, una frammentarietà immaginifica, il dettaglio e l’elemento di dissonanza da un contesto spesso coercitivo.
La mostra è concepita per la Casa della Memoria e della Storia come una sorta di catalogazione di quel lavoro creativo femminile. Realizzando un’operazione concettuale, l’artista statunitense, dopo aver ritracciato graficamente i confini di vecchi ricami, merletti, trine e pizzi, ne attraversa i codici simbolici e metaforici presentandoli come “reliquie”. Ponendo il merletto o il centrino sotto un foglio di carta traslucida fatta a mano, ne ricodifica il tratto con l’inchiostro, prevalentemente nero, ma anche magenta. Nel passaggio dall’anonimo manufatto all’opera d’arte, Harbage Page ricostruisce la matrice più intima del lavoro, restituendo metaforicamente memoria eidentità alla mano femminileche lo ha realizzato. Memoria, identità arte, dunque, come universo femminile nascosto.
Il percorso espositivo è impreziosito dal site-specific realizzato dall’artista con l’impiego di stampa digitale e grafite, riproducendo grandi ricami sulla parete e da Peacock Doily, centrino intagliato in tyvek, materiale sintetico simile alla carta, composto anche da fibre di polietilene ad alta densità.
Nella Sala Multimediale della Casa della Memoria e della Storia, in occasione della mostra è prevista la proiezione del documentario Il merletto, un’arte veneziana (2012), diretto da Alessandro Bettero e prodotto dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.
Il film si arricchisce dei ricordi e delle vivide testimonianze delle merlettaie di Burano, oltre che di ricostruzioni storiche realizzate con attori in abiti d’epoca e filmati all’interno di alcuni palazzi storici veneziani tra cui Palazzo Ducale, Palazzo Mocenigo, Ca’ d’Oro, Basilica di San Marco, la fornace vetreria di Formia Luxury Glass a Murano e in altre location tra Burano, Murano, Torcello, Chioggia e Altino. Rare ed esclusive sono anche le immagini che ripropongono alcuni tra i manufatti più antichi della collezione appartenente al Museo del Merletto e alla Fondazione Musei Civici di Venezia, che coprono gli ultimi cinque secoli.
L’esposizione, a cura di Manuela De Leonardis,è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, con la collaborazione di The Department of Women’s and Gender Studies at the University of North Carolina at Chapel Hill; Lubo Fund, Atlanta; McColl Center for Visual Art, Charlotte; Museo del Merletto, Fondazione Musei Civici di Venezia.
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