Turner. Opere dalla Tate

Joseph Mallord William Turner, Venice: Looking across the Lagoon at Sunset, 1840, Acquerello su carta, 304 x 244 mm, Tate, Accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 | Courtesy of Chiostro del Bramante 2018

 

Dal 22 Marzo 2018 al 26 Agosto 2018

Roma

Luogo: Chiostro del Bramante

Indirizzo: Via Arco della Pace 5

Orari: Lun - Ven 10 - 20 | Sab - Dom 10 - 21 | La biglietteria chiude un'ora prima

Curatori: David Blayney Brown

Enti promotori:

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Costo del biglietto: Intero 14 € | Ridotto 12 € | 6-18 anni 9 € | Gratuito bambini fino a 5 anni, accompagnatori di gruppi (1 ogni gruppo), insegnanti in visita con alunni/studenti (2 ogni gruppo), un accompagnatore per disabile, possessori di coupon di invito, possessori di Chiostro del Bramante Card, giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti) in servizio previa richiesta di accredito (esclusi i festivi, sabato e domenica) da parte della Redazione

Telefono per informazioni: +39 06 6880 9035

E-Mail info: infomostra@chiostrodelbramante.it

Sito ufficiale: http://https://www.chiostrodelbramante.it/


Il Chiostro del Bramante, in collaborazione con la Tate di Londra, ospita da fine marzo a fine agosto 2018 TURNER. Opere della Tate, una grande esposizione monografica dedicata a uno dei massimi esponenti della pittura inglese: Joseph Mallord William Turner.  FOTO: TURNER. Opere dalla tate
La mostra, curata da David Blayney Brown, Manton Curator of British Art 1790-1850, segna l’inizio di un’importante collaborazione tra la Tate di Londra e Chiostro del Bramante e sarà un’occasione unica per ammirare alcuni tra i lavori più importanti dell’intero percorso artistico del celebre pittore inglese, assente da oltre 50 anni dalle programmazioni dei musei romani e da 12 anni dai musei italiani. Una collezione unica composta da 92 opere, tra acquerelli, disegni, album, oltre a una selezione di olii, per la prima volta esposte insieme in Italia. Le opere sono state selezionate dal vastissimo lascito che comprende circa 30.000 lavori cartacei, 300 olii e 280 album da disegno, conosciuto come “Turner Bequest”, donato alla Gran Bretagna cinque anni dopo la morte dell’artista nel 1851 e conservato per la maggior parte presso la Tate. Il lascito comprende l’intero corpus di opere custodite presso lo studio personale dell’artista e realizzate nel corso degli anni per il “proprio diletto” secondo la bella espressione del critico John Ruskin.

Un piacere estetico e visivo in cui i ricordi di viaggi, le emozioni e i frammenti di paesaggi visti durante i suoi lunghi soggiorni all’estero, sono il mezzo per raccontare l’evoluzione del linguaggio stilistico di Turner e la sua incessante ricerca poetica, volta a sperimentare le potenzialità espressive della luce e del colore. La mostra ci permette quindi di esaminare l’intera produzione artistica di Turner e rivela come, da disegnatore di soggetti topografici e architettonici, abbia sviluppato man mano uno stile estremamente personale, includendo nelle sue opere una straordinaria gamma di nuovi elementi iconografici e stilistici basandosi su una raffinata predilezione per la luce, il colore e gli effetti atmosferici. 
La mostra al Chiostro del Bramante - suddivisa in sei sezioni tematiche - pone l’accento sull’importanza che gli acquerelli ebbero per la definizione dello stile di Turner, dimostrando come le sue ricerche espressive abbiano di fatto precorso l’arte degli impressionisti.  Il carattere intimo e personale delle opere esposte in mostra sarà anche l’occasione per indagare l’uomo oltre che l’artista e per comprendere i radicali sviluppi dello stile di Turner che, di fatto, anticiparono le tendenze stilistiche della fine del XIX secolo. Dalla sua predilezione per le città marinare al suo interesse per la riproduzione di paesaggi atmosferici inglesi o alpini, fino allo studio dettagliato degli interni domestici o dei rilievi architettonici. Memore dei suoi numerosi viaggi, molti dei quali in Italia, e animato da un forte spirito innovativo, l’artista si dedicò incessantemente a sperimentare, soprattutto negli acquerelli, una libertà compositiva e stilistica e un uso dei colori innovativo e sorprendente, che portarono i suoi contemporanei a pensare che Turner “fosse solito di dipingere con gli occhi, con il naso oltre che con le mani”. 

Completa il progetto un’installazione immersiva ideata da Fabien Iliou, videoartista francese, che ispirandosi al lavoro di Turner ha creato un video mapping a 360° attraverso cui il visitatore viene trasportato all’interno del mondo dell’artista e nelle atmosfere dell’Inghilterra di quegli anni. L’innovazione tecnologica per raccontare l’opera di Turner, che ha sempre sperimentato con luce e colore, tanto da anticipare ed essere punto di riferimento per la storia dell’arte contemporanea; un video in movimento, con una musica originale creata dal sound designer e produttore musicale Paky Di Maio. La mostra del Chiostro del Bramante è un viaggio di approfondimento storico-artistico sull’influenza di Turner e, grazie a questo progetto, diviene un’esperienza dei sensi. 

Un percorso dedicato specificatamente al pubblico, che, come in occasione delle mostre precedenti, sottolinea la vocazione sperimentale e l’attenzione del Chiostro del Bramante per il coinvolgimento del visitatore.

Joseph Mallord William Turner (1775 - 1851)
Talento precocissimo, Joseph Mallord William Turner nacque a Londra nel 1775 e fu molto presto incoraggiato a seguire la carriera di pittore dal padre, che dal 1789, nonostante le difficili condizioni economiche, gli fece frequentare la prestigiosa Royal Academy, dove verrà nominato professore di prospettiva nel 1807.
J.M.W. Turner affiancò agli studi accademici la collaborazione con alcuni architetti e la visione diretta dei paesaggi dipingendo en plein air. Incisore e acquerellista in primis, Turner si dedicò ben presto alla pittura a olio.

La sua insopprimibile spinta verso il viaggio, alla continua ricerca di luoghi che potesse rappresentare su carta, lo portò a essere un paesaggista fedele alla tradizione topografica, in particolar modo della campagna inglese, tecnica che abbandonò ben presto per cedere il passo a una visione più lirica e libera che trascendesse il mero realismo. Sin dai primi viaggi, Turner comprese l’importanza di dipingere en plein air, così a partire dalla metà del 1790 prese l’abitudine di viaggiare in estate portando sempre con sé album da disegno e di lavorare in studio d’inverno completando i disegni realizzati nei mesi precedenti.
Per un po’ di tempo lavorò per il dottor Monro, collezionista e protettore di giovani artisti, periodo in cui copiò gli schizzi del noto paesaggista J.R. Cozens. Turner, inoltre, cominciò a seguire le estetiche del sublime e del pittoresco, alle quali aggiunse la sua incondizionata ammirazione per Nicolas Poussin e soprattutto per Claude Lorrain. Tuttavia, pur non dimenticando la lezione dei maestri del passato, Turner elaborò una personalissima maniera di dipingere, approfondendo sempre più gli effetti atmosferici e luministici. Attratto particolarmente dalla Teoria dei Colori di Johann Wolfgang von Goethe e dalle ricerche di Isaac Newton, Turner si concentrò sulla componente emozionale del colore elaborando un proprio diagramma, che gli fu utile durante le sue lezioni di prospettiva per mostrare agli studenti come usare il colore per creare l’illusione di profondità in pittura.

Particolare e profondo fu il suo rapporto con l’Italia che visitò per la prima volta brevemente nel 1802 per poi tornare nel 1819 soggiornando a Venezia, Roma e Napoli, città che gli diedero la piena percezione dell’intensa luminosità dei paesaggi italiani ed esperienza determinante per l’evoluzione del suo stile. Mirabili sono le sue vedute lagunari, attribuite alla piena maturità, tra le più famose di tutto il corpus di opere dell’artista. In questo periodo la tematica cromatica-luministica è il nodo centrale su cui verte la poetica di Turner, che si interesserà per tutto il resto della sua vita alla ricerca di soggetti e atmosfere da raffigurare come specchio del suo universo interiore. In uno spazio-luce libero da ogni tradizionale impianto prospettico, le forme perdono consistenza e i colori puri diventano con la luce, i protagonisti assoluti delle sue opere.
Turner seppe sfruttare, come mai nessuno prima di lui, la trasparenza e la luce tipici di questo genere di pittura, riuscendo a evocare effetti inarrivabili anche dai posteri. Dipingendo en plein air, il pittore riusciva a cogliere l’istante eloquente: un punto di luce, una folata, un tempo irripetibile che si prospettava come rivelatore dell’arcano.
Considerato straordinario sin dalla sua epoca, J.M.W. Turner, oltre ad aver anticipato tendenze estetiche come l’Impressionismo - è noto il debito che Claude Monet ebbe nei confronti di Turner di cui vide gli acquerelli conservati nel suo studio ed esposti temporaneamente presso la National Gallery in occasione di un suo viaggio a Londra nel 1871 - ha profondamente influenzato artisti contemporanei come Mark Rothko e Olafur Eliasson e continua ancora oggi a stupire chiunque guardi le sue opere.

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