Vincenzo Balsamo. L’Astrazione Lirica 1987-2012
Dal 17 Luglio 2012 al 13 Settembre 2012
Roma
Luogo: Chiostro del Bramante
Indirizzo: via Arco della Pace 5
Orari: 11-18; sabato e domenica 11-20
Curatori: Giovanni Faccenda
Telefono per informazioni: +39 06 3236254
E-Mail info: ml.fortunato@equa.it
Sito ufficiale: http://www.vincenzobalsamo.com
Nella ricorrenza del 25° anno del periodo definito “Astrazione lirica” (iniziato nel 1987) il Maestro
Vincenzo Balsamo approda nelle Gallerie e nelle Sale del prestigioso Chiostro del Bramante di
Roma, con una Personale di Pittura, intitolata “L’astrazione lirica 1987 – 2012”.
La mostra, curata dal critico Giovanni Faccenda, e patrocinata dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, Roma Capitale e Gallerie d’Arte Orler, sarà in programma dal 17 luglio al 13
settembre 2012, con ingresso gratuito. La mostra disporrà di un primo spazio presso le “Gallerie”
del Chiostro dal 17 luglio, dopodiché, dal 30 agosto al 13 settembre, si aggiungeranno altre opere
presso le “Sale” del Chiostro del Bramante.
Il 17 luglio si terrà una prima inaugurazione di carattere informale negli spazi le “Gallerie”, seguita
da una seconda inaugurazione ufficiale (finissage) il prossimo 6 settembre presso le “Sale”.
L’evento, che si coniuga con la ricorrenza del 25° anno del lavoro dell’ultimo periodo del Maestro
Balsamo riguardo l’Astrazione Lirica (1987?2012), da cui il titolo della mostra, sarà corredata anche
da un catalogo edito dalla De Luca Editori.
Il Maestro Vincenzo Balsamo, nato a Brindisi nel 1935, in questa importante doppia mostra al
Chiostro del Bramante di Roma, curata, con la solita maestria, dal Prof. Giovanni Faccenda, espone
in antologica i suoi ultimi 25 anni di produzione pittorica che racchiudono quello che si può
definire il suo periodo dell’astrazione lirica. Per comprendere al meglio il lavoro di questi ultimi 5
lustri bisogna guardare al passato e scoprire come negli anni ’50 e ’60 egli fosse un pittore
figurativo, in cui le sue chiare origini mediterranee sposavano quelle che erano le tendenze nordeuropee
e i paesaggi, soprattutto quelli di fine periodo, profumavano già di un chiaro messaggio
astratto.
Il decennio successivo rappresenta per Balsamo quello che si può definire il periodo delle “Analisi
e Sperimentazioni” dove la ricerca del segno, della luce e del colore passa prima attraverso le
analisi di opere astratto?geometrico, per addentrarsi, poi, in quello che diverranno le
“Decomposizioni” – dove la materia/colore ? prevale sulla forma analitica. Mentre le “Nebulose”,
che vengono subito dopo le “Decomposizioni”, sono un chiaro intento dell’artista di analisi sul
segno che domina lo spazio?superficie alla ricerca del suo giusto bilanciamento.
A seguire un periodo più onirico chiamato “Evocazioni” dove Balsamo usa l’aerografo per
“fermare” la sua memoria espressiva sulla tela. L’inizio degli anni ’80 e sino al 1987 sono un
volgere lo sguardo alle origini dove il pennello e i colori ad olio ritornano a comporre sulla tela
opere astratto/cubiste sul richiamo di un grande maestro che Balsamo ha sempre ammirato:
Arshile Gorky.
Ma la vera svolta arriva nel 1987 dove una sera, nella ricerca di quello che doveva essere il suo
personale linguaggio pittorico, il pennello guidato come da un volere superiore delinea linee, spazi,
vibrazioni di colori e luci mai dipinte prima, nascono le opere che Vito Apuleo, Enzo di Martino
prima e poi De Santi, Crispoldi, Vescovo, Buscaroli, Vanni e ora Faccenda esaltano come un
percorso espressivo, unico in tutto il contesto dell’astrazione non solo italiano, ma mondiale. “Una
pittura nuova ? afferma il curatore della mostra Giovanni Faccenda nel catalogo ? quantunque
memore di luminose lezioni precedenti – il Balla futurista, Klee e Kandinskij del Der Blaue Reiter,
fino a certo Miró onirico, del quale, in Italia e non solo, Balsamo è oggi il sommo erede –, in grado
di emanciparsi rispetto a qualunque tendenza contemporanea e costituire altresì un ideale tramite
fra l’antico e il moderno”.
Vincenzo Balsamo approda nelle Gallerie e nelle Sale del prestigioso Chiostro del Bramante di
Roma, con una Personale di Pittura, intitolata “L’astrazione lirica 1987 – 2012”.
La mostra, curata dal critico Giovanni Faccenda, e patrocinata dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, Roma Capitale e Gallerie d’Arte Orler, sarà in programma dal 17 luglio al 13
settembre 2012, con ingresso gratuito. La mostra disporrà di un primo spazio presso le “Gallerie”
del Chiostro dal 17 luglio, dopodiché, dal 30 agosto al 13 settembre, si aggiungeranno altre opere
presso le “Sale” del Chiostro del Bramante.
Il 17 luglio si terrà una prima inaugurazione di carattere informale negli spazi le “Gallerie”, seguita
da una seconda inaugurazione ufficiale (finissage) il prossimo 6 settembre presso le “Sale”.
L’evento, che si coniuga con la ricorrenza del 25° anno del lavoro dell’ultimo periodo del Maestro
Balsamo riguardo l’Astrazione Lirica (1987?2012), da cui il titolo della mostra, sarà corredata anche
da un catalogo edito dalla De Luca Editori.
Il Maestro Vincenzo Balsamo, nato a Brindisi nel 1935, in questa importante doppia mostra al
Chiostro del Bramante di Roma, curata, con la solita maestria, dal Prof. Giovanni Faccenda, espone
in antologica i suoi ultimi 25 anni di produzione pittorica che racchiudono quello che si può
definire il suo periodo dell’astrazione lirica. Per comprendere al meglio il lavoro di questi ultimi 5
lustri bisogna guardare al passato e scoprire come negli anni ’50 e ’60 egli fosse un pittore
figurativo, in cui le sue chiare origini mediterranee sposavano quelle che erano le tendenze nordeuropee
e i paesaggi, soprattutto quelli di fine periodo, profumavano già di un chiaro messaggio
astratto.
Il decennio successivo rappresenta per Balsamo quello che si può definire il periodo delle “Analisi
e Sperimentazioni” dove la ricerca del segno, della luce e del colore passa prima attraverso le
analisi di opere astratto?geometrico, per addentrarsi, poi, in quello che diverranno le
“Decomposizioni” – dove la materia/colore ? prevale sulla forma analitica. Mentre le “Nebulose”,
che vengono subito dopo le “Decomposizioni”, sono un chiaro intento dell’artista di analisi sul
segno che domina lo spazio?superficie alla ricerca del suo giusto bilanciamento.
A seguire un periodo più onirico chiamato “Evocazioni” dove Balsamo usa l’aerografo per
“fermare” la sua memoria espressiva sulla tela. L’inizio degli anni ’80 e sino al 1987 sono un
volgere lo sguardo alle origini dove il pennello e i colori ad olio ritornano a comporre sulla tela
opere astratto/cubiste sul richiamo di un grande maestro che Balsamo ha sempre ammirato:
Arshile Gorky.
Ma la vera svolta arriva nel 1987 dove una sera, nella ricerca di quello che doveva essere il suo
personale linguaggio pittorico, il pennello guidato come da un volere superiore delinea linee, spazi,
vibrazioni di colori e luci mai dipinte prima, nascono le opere che Vito Apuleo, Enzo di Martino
prima e poi De Santi, Crispoldi, Vescovo, Buscaroli, Vanni e ora Faccenda esaltano come un
percorso espressivo, unico in tutto il contesto dell’astrazione non solo italiano, ma mondiale. “Una
pittura nuova ? afferma il curatore della mostra Giovanni Faccenda nel catalogo ? quantunque
memore di luminose lezioni precedenti – il Balla futurista, Klee e Kandinskij del Der Blaue Reiter,
fino a certo Miró onirico, del quale, in Italia e non solo, Balsamo è oggi il sommo erede –, in grado
di emanciparsi rispetto a qualunque tendenza contemporanea e costituire altresì un ideale tramite
fra l’antico e il moderno”.
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