When sound becomes form

Ida Geros, Memorie d’acqua Fontana di Trevi, Roma, 1992

 

Dal 16 Marzo 2018 al 28 Ottobre 2018

Roma

Luogo: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Indirizzo: via Guido Reni 4/a

Orari: 11-19; sabato 11-22. Chiuso tutti i Lunedì, 25 Dicembre, 1 Maggio. La biglietteria chiude un’ora prima del museo

Curatori: Carlo Fatigoni

Costo del biglietto: intero € 12, ridotto € 8. Gratuito minori di 14 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; accompagnatore del disabile; dipendenti MiBACT; accompagnatori e guide turistiche Regione Lazio; 1 insegnante ogni 10 studenti; membri ICOM; soci AMACI; giornalisti accreditati; possessori della membership card del MAXXI; studenti e ricercatori universitari di Arte e Architettura dal martedì al venerdì* (festivi esclusi); il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità

Telefono per informazioni: +39 06 3201954

E-Mail info: infopoint@fondazionemaxxi.it

Sito ufficiale: http://www.maxxi.art



Dalle opere dei grandi padri della sperimentazione sonora degli anni Sessanta, Luciano Berio, Bruno Maderna e Pietro Grossi, agli happening ispirati da Fluxus, John Cage e il Gruppo Gutai; dalle poesie sonore di Maurizio Nannucci agli ambienti audiovisivi di Ugo la Pietra e del Gruppo T; e ancora le sperimentazioni e i primi festival degli anni Settanta, il Punk e le performance di Carmelo Bene, la diffusione dei computer e le prime opere d’arte interattiva degli anni Ottanta, fino ad arrivare ai giorni nostri con collaborazioni eccellenti come quella tra Mimmo Paladino e Brian Eno.
Per la prima volta al MAXXI, con WHEN SOUND BECOMES FORM si racconta la sperimentazione sonora in Italia dal 1950 al 2000, in un percorso a cura di Carlo Fatigoni ospitato dallo spazio dedicato agli archivi nella hall del museo, dal 16 marzo al 28 ottobre 2018.
La mostra è dedicata alla memoria del musicista e artista visivo Daniele Lombardi (Firenze 1946 – 2018), di recente venuto a mancare.
 
WHEN SOUND BECOMES FORM racconta al pubblico di come il suono progressivamente si liberi da regole e codici per essere indagato come pura vibrazione, di come le nuove tecnologie elettroniche abbiano dato impulso alla nascita di linguaggi artistici innovativi, che comprendevano la manipolazione sonora.
Sviluppato in ogni suo potenziale, dal silenzio al rumore, dal fonema agli strumenti, fino alle infinite possibilità di riproduzione tecnica, nel corso degli anni il suono permeerà i tessuti artistici in modo capillare, contaminando cinema, arte, coreografia, letteratura, editoria e mass media.
 
L’omaggio d’archivio presenta documenti visivi, film e video, manifesti e locandine storiche, LP originali e contributi sonori nella volontà di ricostruire uno spazio di memoria offerto gratuitamente ai visitatori, che segue un arco cronologico che va dagli anni Cinquanta al 2000, ripercorrendo alcune tappe storiche fondamentali. Il materiale esposto è organizzato in 4 sezioni: gli anni Cinquanta e Sessanta, gli anni Settanta, gli anni Ottanta e gli anni Novanta fino ad arrivare al 2000.
 
Nella prima sezione dedicata agli anni Cinquanta e Sessanta la sperimentazione iniziata nei primi istituti di fonologia di Milano, Torino, Padova e Firenze incontra l’happening. Nasce la Poesia Sonora con Arrigo Lora Totino e la sperimentazione si orienta anche all’azione vocale con Adriano Spatola, e Patrizia Vicinelli. Nascono gli ensemble  di improvvisazione come GINC, MEV e gli Zaj
 
La seconda sezione dedicata agli anni Settanta racconta l’incontro tra la sperimentazione provata e il grande pubblico soprattutto grazie alla nascita di manifestazioni dedicate nel panorama culturale di quegli anni, come il primo festival Dalle cantine all’asfalto, il Festival del Beat a Roma nel 1972, Bologna Rock nel 1979. Molti artisti realizzano opere e performance che indagano il suono come Vincenzo Agnetti con NEG, giradischi che isola il silenzio, o un’ intera galleria, quella di Mara Coccia a Roma, che diventa strumento musicale nell’installazione Magic Carpet di Alvin Curran, o Luca Maria Patella che nel suo Boschetto di Alberi Parlanti e profumati, sonorizza interattivamente vento e cinguettii di uccelli.
Sono anche gli anni che vedono la nascita del sodalizio tra Christina Kubisch e Fabrizio Plessi che usano oggetti inusuali come sorgenti sonore amplificate e delle sperimentazioni vocali estreme di Demetrio Stratos.
 
La terza sezione dedicata agli anni Ottanta si apre con il ricordo del più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, ossia la strage alla stazione ferroviaria di Bologna. Sono gli anni del Punk e delle sperimentazioni di Carmelo Bene, gli anni in cui il computer diventa strumento popolare e l’arte sonora si evolve come dimostra l’evento Sonorità Prospettiche del 1982 a Milano. In quegli anni Giacomo Verde è tra i primi artisti a realizzare opere d’arte interattiva e net art collaborando con Riccardo Sinigallia e Mario Canali. Sul versante poetico-sonoro, Giovanni Fontana pubblica nel 1983 Poema Larsen, costruito sulla modulazione acustica, mentre Nicola Frangione pubblica la prima compilation di Mail Music.
 
Ultima sezione quella dedicata agli anni Novanta che si apre con una prima mostra storica dedicata ai principali artisti nel campo delle installazioni sonore e audio visive, organizzata nel Museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano Sound. Forme e colori del suono(1993). Suono e arte visiva si intrecciano sempre di più fino ad arrivare a opere di grande fascino come i Dormienti del 1999 di Brian Eno e Mimmo Paladino, installazione con musica e immagini realizzata a Londra.


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