Mario Lanzione. Carte, trasparenti scenari

Mario Lanzione. Carte, trasparenti scenari

 

Dal 02 Aprile 2016 al 02 Maggio 2016

Baronissi | Salerno

Luogo: FRAC Baronissi - Galleria dei Frati

Indirizzo: via Convento

Enti promotori:

  • Comune di Baronissi

Telefono per informazioni: +39 089 828209

E-Mail info: cultura@comune.baronissi.sa.it

Sito ufficiale: http://www.comune.baronissi.sa.it



Sabato 2 aprile, alle ore 18:30, nella sala delle conferenze del Museo-FRAC di Baronissi, il sindaco Gianfranco Valiante e Massimo Bignardi direttore del Museo FRAC, presenteranno la mostra antologica dell’artista Mario Lanzione dal titolo “Carte, trasparenti scenari”.
Nelle sale della Galleria dei Frati, trentacinque opere, fra tele, carte e dipinti su tavola, disegneranno un percorso di esperienze che, dalla metà degli anni Settanta, si spinge fino a tele realizzate nei primi mesi dell’anno in corso. È una grande messa a fuoco dell’insistere da parte dell’artista, di origine salernitana ma da oltre vent’anni residente a Benevento, su impianti compositivi costruiti da strati di carte veline colorate, dunque, dal gioco di trasparenze che esse danno vita: strati di impalpabili carte che l’artista incolla, colora, strappa, affidando quindi al gesto la sua capacità di rapporto con la materia. Sono esperienze che palesano una forte componente astratto-lirica, dichiarata con maggiore intensità nei lavori realizzati nel corso dell’ultimo decennio, ben documentati nel catalogo monografico, pubblicato da Gutenberg Edizioni e che reca i testi di Massimo Bignardi, Enrico Crispolti e Ada Patrizia Fiorillo.
«È - scrive nella premessa il sindaco Valiante, ormai quasi un’istituzione l’allestimento di significative mostre personali e antologiche di quegli artisti che maggiormente hanno caratterizzato e caratterizzano l’arte contemporanea della nostra regione, attraverso le quali è acquisito al Frac, un ruolo di primo piano nella promozione e nella conoscenza di un patrimonio culturale di grande rilievo, testimone inoltre degli sviluppi e degli impulsi del contemporaneo. Su questa linea si iscrive la mostra dell’artista Mario Lanzione, che traccia, secondo una linea ormai abituale, un percorso monografico di opere in parte poco note al grande pubblico».
Esse testimoniano della tenuta del progetto iniziale, con evidenti aperture al dialogo oggi in corso: in tal senso, suggerisce Enrico Crispolti «credo che si farebbe un gran torto a Lanzione se non gli si riconoscesse la straordinaria spontaneità di una rivocazione lirica che riesca di volta in volta a surriscaldare emotivamente un linguaggio a lui di fatto noto, in sottigliezza emotiva evocativa riformulando e rimotivando espressivamente mezzi altrimenti piuttosto affini, nel tempo. Ma che per forza emotiva sorprendentemente di volta in volta si rigenerano in sottigliezza di nuovi evocanti eventi materico-visivi. Insomma mi sembra che il lavoro pittorico di Lanzione si qualifichi originalmente per risorse di intrinseca rinnovabile capacità di evocazione lirica costante, eppure diversa nella sua fenomenologia di sottile linguaggio materico intrinsecamente traversato e motivato da un’effusività cromatica ricorrente eppure di volta in volta autenticamente rivalidata. »
«È un ciclo - osserva Massimo Bignardi - che prende avvio a metà degli anni Settanta e si protrae nel tempo fino alle recenti prove, nelle quali le trasparenze sembrano assecondare un dettato formale improntato da una geometria di piani luminosi, con lo stesso valore cromatico,[…]tutti di quest’anno. Un’esperienza, sollecitata da suggestioni attinte ai registri di una certa pittura gestuale quindi di matrice informale, che corre parallela all’altra componente, maggiormente riconosciuta dalla critica, orientata verso un’astrazione geometrica, rispondente a quelle aperture, in ambito nazionale, dalla ritrovata verve di una astrazione d’impronta concretista».
Sono opere, riprendendo quanto scrive Ada Patrizia Fiorillo, «dove la legge del caso, nell’intervento dello strappo, indica un modo per convogliare nella pagina una forza narrativa emotivamente equilibrata sugli strumenti del fare, sulla sperimentazione di un linguaggio che aggiornava ragioni esistenziali verso sollecitazioni più prossime all’esigenza di esprimere una propria realizzazione poetica. Insomma Lanzione mette in pratica un esercizio, ne sonda le potenzialità, ne verifica gli esiti dai quali può spingersi avanti, verso ulteriori attraversamenti che saranno legati soprattutto all’uso delle carte veline. Materia questa delicatissima ed impalpabile, fa il suo ingresso nelle creazioni nella seconda metà degli anni Settanta quale substrato di un ulteriore registro immaginativo, sostenuto ora da un duplice ordine compositivo.»

MARIO LANZIONE
, nasce a Sant’Egidio del Monte Albino (SA), studia al Liceo Artistico di Salerno diplomandosi in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. È stato docente di Discipline Pittoriche negli Istituti d’Arte e nei Licei Artistici. Sin dalla formazione ha mostrato interesse per l’arte astratta e, dal 1975, avvia la sua personale esperienza che coniuga la pittura Informale con l’Astrattismo Geometrico. Dagli anni Settanta compie viaggi di studio nelle maggiori città europee; tiene diverse personali e partecipa a mostre collettive e a rassegne.
Dal 1976, espone alla “Schmuck/Galerie” di Basilea, alla galleria d’Arte “La Roggia” di Pordenone, alla “Plusart” di Venezia Mestre, allo “Studio Miele” di Ancona e all’ “Idioma” di Ascoli Piceno. Partecipa, su invito, a diverse edizioni del premio Michetti a Francavilla a Mare ed entra a far parte dei giovani artisti della galleria d’arte “di San Carlo” di Napoli, uno spazio che pone attenzione alle nuove esperienze della cultura artistica italiana, animato e sostenuto da Raffaele Formisano. Nel 1988 è presente a Palazzo Marchi di Pordenone nella mostra “Una linea napoletana”, curata da Enrico Crispolti. Qualche anno più tardi, nei primi del decennio Novanta, è tra i fondatori ed esponenti del gruppo “Generazioni”, a fianco di Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Antonio Manfredi e Domenico Spinosa, principali interpreti dell’astrattismo in Campania. Nell’estate del 1999 la mostra viene presentata alla Casina Pompeiana di Napoli, con testi in catalogo di Ela Caroli, Marco Meneguzzo e Giorgio Segato. Terrà mostre a Istanbul, all’”Artex” di Budapest, a Miami, ad Alberta, al Museo di Arte Moderna di Tokyo, al Museo Municipale de arte de Mendoza di San Juan, all’Istituto Italiano della Cultura di Buenos Aires, in diverse città della Slovenia, a Salisburgo, ad Innsbruck, a Zurigo. Nel 2008, per definire un maggiore e più attuale approccio con la pittura informale e con l’astrattismo geometrico, espone una serie di grandi tele, nella personale dal titolo “Astrattismo Totale” allestita presso la galleria “Rosso Fenice” di Benevento. Nel 2012 è fondatore dell’Arte/Studio-Gallery di Benevento e dà vita al “Gruppo Astrattismo Totale” che si presenta con una mostra al PAN di Napoli nell’ottobre del 2014, da lui introdotta in catalogo con un testo di poetica.







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