Susana Pilar. Empatía
Dal 20 Gennaio 2024 al 31 Marzo 2024
San Gimignano | Siena
Luogo: Galleria Continua
Indirizzo: Via del Castello 11
Orari: dal lunedì al venerdì 10-18, sabato e domenica 10-13 / 14-19
Telefono per informazioni: +39 0577 943134
E-Mail info: info@galleriacontinua.com
Sito ufficiale: http://www.galleriacontinua.com
Galleria Continua è lieta di presentare per la prima volta nei suoi spazi espositivi di San Gimignano una mostra personale dell’artista cubana Susana Pilar. Il suo lavoro si concentra sul corpo, sul genere, sulla razza e sulle questioni sociali, attribuendo un peso fondamentale alla ricerca del suo patrimonio africano e delle sue origini. Il titolo della mostra, “Empatía”, è una dichiarazione aperta: con questo progetto l’artista esprime la sua volontà di identificarsi con gli altri e di permettere a ciascuno di condividere con reciprocità i propri sentimenti.
Tutte le opere di “Empatía” sono connesse alla pratica performativa e partecipativa di Susana Pilar. Un insieme di figure di origami nere sono sparse nello spazio espositivo, risultato di una delle performance più provocatorie che l’artista ha realizzato negli ultimi anni: “Black Stories”. Nata da una ricerca porta avanti con l’ausilio di alcuni componenti della famiglia ultra novantenni – grazie ai quali riscopre il suo patrimonio africano, gli antenati congolesi e sierraleonesi - la performance ha luogo per la prima volta in Belgio ed affronta la storica relazione di schiavitù tra questo paese e la Repubblica del Congo. La perfomarce viene realizzata una seconda volta in Senegal, dove molti degli antenati dell’artista furono separati, divisi, schiavizzati e inviati contro la loro volontà attraverso ‘la porta del non ritorno’ nel continente americano. Durante la performance, che ha una durata di circa tre ore, Susana Pilar si concentra sulla realizzazione di origami usando solo i piedi, mentre le mani restano in una posa inutile. L’azione è legata al fatto che molte persone in Congo, durante il periodo di colonizzazione belga, subivano come punizione la mutilazione delle mani. La performance è un appello alle ex colonie affinché rivedano la loro storia e indaghino seriamente su ciò che è accaduto in passato, come segno importante di rispetto. In “Wall of all together”, Susana Pilar invita i visitatori a scrivere su una tela bianca una parola che definisca la loro migliore virtù nei confronti delle altre persone. L’atto diventa un momento di riflessione individuale, di riconoscimento di sé nel rapporto con gli altri.
La mostra include “Intercontinental Drawing”, una gruppo di fotografie della performance realizzata nel 2017 da Susana Pilar a Venezia in occasione della Biennale d’Arte. L’azione riafferma ancora una volta il tema dell’eredità. L’artista utilizza la barca come simbolo dei suoi antenati cinesi e africani che, a bordo di barche, furono trasportati di forza a Cuba. Percependo se stessa come il risultato di questo movimento, Pilar trascina metaforicamente una barca.
Il giorno della vernissage si terrà una performance il cui contenuto, per volontà dell’artista, resterà celato fino al momento della sua presentazione.
Susana Pilar Delahante Matienzo è nata a L’Avana, Cuba, nel 1984. Attualmente vive e lavora in Olanda. Ha studiato presso la Scuola Elementare José Antonio Díaz Peláez, all’Accademia di San Alejandro e si è laureata nel 2008 presso l’Istituto Superiore di Arte de L’Avana, Cuba. Dal 2011 al 2013, ha completato gli studi post-laurea presso l’HfG | Università di Arti e Design di Karlsruhe, in Germania, con il finanziamento del DAAD. Ha ottenuto residenze per artisti e premi, tra questi: CAD+SR RESEARCH in Italia e in Kenya (2019-2020); CIFO Grants & Commissions Program Award, Miami, USA (2019); AIR della Fondazione Macc, Calasetta, Italia; AIR presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, Austria (2017); AIR Dance Hall Fire Hall, Calgary, Canada (2016); AIR Skövde, Skövde, Svezia (2016); Apexart Fellowship, New York, USA (2016); Premio Maretti (condiviso) (2014); MAP Residency presso ARTEZ, Enschede, Paesi Bassi, (2010-2011); Villa Waldberta a Monaco di Baviera, Germania (2010); Centro d’Arte Darling Foundry a Montreal, Canada (2009). Il suo lavoro è stato esposto nelle seguenti biennali ed eventi artistici internazionali: Biennale di Berlino (2022), 14a Biennale di Dakar, Senegal (2022); Biennale di Lubumbashi, Repubblica Democratica del Congo (2019); 12a e 13a Biennale de L’Avana (2015, 2019); 13a Biennale delle Arti Mediali, Centro Nacional de Arte Contemporáneo Cerrillos, Santiago del Cile (2017); Biennale dei Nuovi Talenti 2016, Colonia, Germania; Padiglione Cubano alla Biennale di Venezia (2015); Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea (BIAC), Martinica (2013); IV Biennale deformes de performance, Cile (2012); III Biennale Arts Actuels Réunion, Isola della Riunione, Francia (2011); Mostra Internazionale di Fotografia, Festival Mondiale delle Arti e Culture Nere, Dakar, Senegal (2010); 7a Biennale di Gwangju, Corea del Sud (2008).
Tra le sue principali mostre personali: “Abriendo paso”, FOROF, Roma (2023); “Resilience”, TRUCK, Calgary, Canada (2022); “Body Present”, KIOSK, Gent, Belgio (2019); “Jardinera”, Galleria Continua, Les Moulins, Francia (2018); “Dibujo intercontinental”, Galleria Continua, L’Avana (2017); “Un chino de paso por Venecia”, ICI, Venezia, Italia (2017); “Reclaiming meaning”, Skövde Art Museum, Svezia (2016); “Tropiques hèritage”, Galleria André Arsenec, Tropiques Atrium, Fort de France, Martinica (2015). Il suo lavoro è stato incluso in mostre collettive presso il Museo del Barrio; Smart Museum, Chicago;Cranbrook Art Museum, Bloomfield Hills, USA; Fondazione per l’Arte e la Cultura Opelvillen Riisselsheim, Germania; Nuovo Museo delle Civiltà Africane, Dakar, Senegal; Fundación Minera Escondida, Antofagasta, Cile; Galleria Continua, L’Avana, Francia, Italia; Fotomuseo de Cuatro Caminos, Città del Messico; Alabama Contemporary Art Center, USA; Goodman Gallery, Città del Capo, Sudafrica; Kunstraum Niederoesterreich, Vienna, Austria; Museo Nacional de Bellas Artes, L’Avana, Cuba; Centro de Arte Contemporáneo Wifredo Lam, L’Avana, Cuba; School of the Museum of Fine Arts, Boston; mostra Extra Muros, curata dal M HKA Museum of Contemporary Art di Anversa, Mechelen, Belgio; ZKM / Center for Art and Media, Karlsruhe, Germania.
Tutte le opere di “Empatía” sono connesse alla pratica performativa e partecipativa di Susana Pilar. Un insieme di figure di origami nere sono sparse nello spazio espositivo, risultato di una delle performance più provocatorie che l’artista ha realizzato negli ultimi anni: “Black Stories”. Nata da una ricerca porta avanti con l’ausilio di alcuni componenti della famiglia ultra novantenni – grazie ai quali riscopre il suo patrimonio africano, gli antenati congolesi e sierraleonesi - la performance ha luogo per la prima volta in Belgio ed affronta la storica relazione di schiavitù tra questo paese e la Repubblica del Congo. La perfomarce viene realizzata una seconda volta in Senegal, dove molti degli antenati dell’artista furono separati, divisi, schiavizzati e inviati contro la loro volontà attraverso ‘la porta del non ritorno’ nel continente americano. Durante la performance, che ha una durata di circa tre ore, Susana Pilar si concentra sulla realizzazione di origami usando solo i piedi, mentre le mani restano in una posa inutile. L’azione è legata al fatto che molte persone in Congo, durante il periodo di colonizzazione belga, subivano come punizione la mutilazione delle mani. La performance è un appello alle ex colonie affinché rivedano la loro storia e indaghino seriamente su ciò che è accaduto in passato, come segno importante di rispetto. In “Wall of all together”, Susana Pilar invita i visitatori a scrivere su una tela bianca una parola che definisca la loro migliore virtù nei confronti delle altre persone. L’atto diventa un momento di riflessione individuale, di riconoscimento di sé nel rapporto con gli altri.
La mostra include “Intercontinental Drawing”, una gruppo di fotografie della performance realizzata nel 2017 da Susana Pilar a Venezia in occasione della Biennale d’Arte. L’azione riafferma ancora una volta il tema dell’eredità. L’artista utilizza la barca come simbolo dei suoi antenati cinesi e africani che, a bordo di barche, furono trasportati di forza a Cuba. Percependo se stessa come il risultato di questo movimento, Pilar trascina metaforicamente una barca.
Il giorno della vernissage si terrà una performance il cui contenuto, per volontà dell’artista, resterà celato fino al momento della sua presentazione.
Susana Pilar Delahante Matienzo è nata a L’Avana, Cuba, nel 1984. Attualmente vive e lavora in Olanda. Ha studiato presso la Scuola Elementare José Antonio Díaz Peláez, all’Accademia di San Alejandro e si è laureata nel 2008 presso l’Istituto Superiore di Arte de L’Avana, Cuba. Dal 2011 al 2013, ha completato gli studi post-laurea presso l’HfG | Università di Arti e Design di Karlsruhe, in Germania, con il finanziamento del DAAD. Ha ottenuto residenze per artisti e premi, tra questi: CAD+SR RESEARCH in Italia e in Kenya (2019-2020); CIFO Grants & Commissions Program Award, Miami, USA (2019); AIR della Fondazione Macc, Calasetta, Italia; AIR presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, Austria (2017); AIR Dance Hall Fire Hall, Calgary, Canada (2016); AIR Skövde, Skövde, Svezia (2016); Apexart Fellowship, New York, USA (2016); Premio Maretti (condiviso) (2014); MAP Residency presso ARTEZ, Enschede, Paesi Bassi, (2010-2011); Villa Waldberta a Monaco di Baviera, Germania (2010); Centro d’Arte Darling Foundry a Montreal, Canada (2009). Il suo lavoro è stato esposto nelle seguenti biennali ed eventi artistici internazionali: Biennale di Berlino (2022), 14a Biennale di Dakar, Senegal (2022); Biennale di Lubumbashi, Repubblica Democratica del Congo (2019); 12a e 13a Biennale de L’Avana (2015, 2019); 13a Biennale delle Arti Mediali, Centro Nacional de Arte Contemporáneo Cerrillos, Santiago del Cile (2017); Biennale dei Nuovi Talenti 2016, Colonia, Germania; Padiglione Cubano alla Biennale di Venezia (2015); Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea (BIAC), Martinica (2013); IV Biennale deformes de performance, Cile (2012); III Biennale Arts Actuels Réunion, Isola della Riunione, Francia (2011); Mostra Internazionale di Fotografia, Festival Mondiale delle Arti e Culture Nere, Dakar, Senegal (2010); 7a Biennale di Gwangju, Corea del Sud (2008).
Tra le sue principali mostre personali: “Abriendo paso”, FOROF, Roma (2023); “Resilience”, TRUCK, Calgary, Canada (2022); “Body Present”, KIOSK, Gent, Belgio (2019); “Jardinera”, Galleria Continua, Les Moulins, Francia (2018); “Dibujo intercontinental”, Galleria Continua, L’Avana (2017); “Un chino de paso por Venecia”, ICI, Venezia, Italia (2017); “Reclaiming meaning”, Skövde Art Museum, Svezia (2016); “Tropiques hèritage”, Galleria André Arsenec, Tropiques Atrium, Fort de France, Martinica (2015). Il suo lavoro è stato incluso in mostre collettive presso il Museo del Barrio; Smart Museum, Chicago;Cranbrook Art Museum, Bloomfield Hills, USA; Fondazione per l’Arte e la Cultura Opelvillen Riisselsheim, Germania; Nuovo Museo delle Civiltà Africane, Dakar, Senegal; Fundación Minera Escondida, Antofagasta, Cile; Galleria Continua, L’Avana, Francia, Italia; Fotomuseo de Cuatro Caminos, Città del Messico; Alabama Contemporary Art Center, USA; Goodman Gallery, Città del Capo, Sudafrica; Kunstraum Niederoesterreich, Vienna, Austria; Museo Nacional de Bellas Artes, L’Avana, Cuba; Centro de Arte Contemporáneo Wifredo Lam, L’Avana, Cuba; School of the Museum of Fine Arts, Boston; mostra Extra Muros, curata dal M HKA Museum of Contemporary Art di Anversa, Mechelen, Belgio; ZKM / Center for Art and Media, Karlsruhe, Germania.
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