Eva vs Eva. La duplice valenza del femminile nell’immaginario occidentale

Frammento di affresco con figura femminile coronata d'edera dalle Terme Suburbane di Pompei (I sec. d.C.)

 

Dal 12 Aprile 2019 al 22 Settembre 2019

Tivoli | Roma

Luogo: Villa d'Este - Santuario di Ercole Vincitore

Indirizzo: piazza Trento 5

Curatori: Andrea Bruciati, Massimo Osanna, Daniela Porro

Enti promotori:

  • MiBAC
  • Con la collaborazione di Museo Nazionale Romano e Parco Archeologico di Pompei

E-Mail info: villaexhibitions@beniculturali.it



Partendo dalla figura di Lucrezia Borgia, madre di Ippolito II d’Este e di cui ricorrono i 500 anni dalla nascita, con le contraddizioni che ne connotano il personaggio, scisso fra la figura storica di attiva e colta donna rinascimentale e il ruolo di peccaminosa personalità che ha assunto nell’immaginario collettivo, il progetto, in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e con il Museo Nazionale Romano, intende percorrere la bipolare e spesso ambigua raffigurazione del genere femminile.
La Vergine Maria, Penelope, Cornelia, Beatrice, Laura, Doris Day, Eva contro Lilith, Medea, Artemide, Medusa, Salomé, Bette Davis: una antinomia che vuole illustrare la visione della donna da parte del cosiddetto "sesso forte" che, dall’età classica, ha rappresentato il ruolo da essa assunto secondo una prospettiva, fino al secondo breve, tutta al maschile. Figura del focolare e angelo della casa o pericolosa e maliziosa forza della natura, il suo spirito ambivalente ne ha connotato la valenza sociale e la raffigurazione degli artisti fin dall’antichità. In questa prospettiva si sviluppa il progetto che si snoda con opere d’arte, documenti letterari, manufatti che giungono sino alla rivoluzione di genere operata nel XX secolo, dimostrando oggi come allora la fascinazione antropologica ed estetica verso quell’eterno femminino che già in età romantica Goethe rilevava. Partendo dalle matrici greco-romane e giungendo alle proposte del secolo scorso, il percorso espositivo proporrà una lettura a molteplici livelli che, attraverso una serie di endiadi calibrate sul rapporto dialettico "positivo-negativo", scandaglierà la manifestazione del femminile.

La donna della tradizione biblica e la grazia dello sguardo nei volti della statuaria classica si confronteranno con il rapporto drammatico delle mitiche figure di Latona e Niobe, con la complessa vicenda di Erodiade e Salomè, con la dissolutezza di Messalina, con le intricate parabole di Lucrezia Borgia e Giulia Farnese, legate all’affermazione del potere dinastico. Immagini in seguito incarnate dalle streghe cercate e cacciate con pervicace attenzione nell’Europa dell’ età moderna o dalle figure moralizzatrici del Seicento francese, sino ad arrivare all’eroina del romanticismo e allafemme fatale, donna vistosa, aggressiva e seducente che alimenta la letteratura decadente del secolo XIX. Con il secolo breve è la cinematografia che assurge a medium catalizzatore per la creazione di un nuovo immaginario, ribadendo il luogo comune che soggiace alla doppia natura del femminino: il modello di donna androgina e di maggiorata, indipendente o dedita alla famiglia, si aggiorna sino a giungere col ‘68 alla prima costituzione dei movimenti politici di liberazione e difesa dei diritti e alla conseguente rivoluzione sessuale.  
Nell’impostare il progetto espositivo risulta di particolare importanza sottolineare un approccio multidisciplinare ma focalizzato, almeno per quanto concerne gli ultimi studi, alle analisi di genere oramai storiche di Ivan Illich, Elaine Showalter e Todd W. Reeser. Sono le interpretazioni di psicologia comportamentale e di antropologia, basti vedere Gayle Rubin nel suo pionieristico The Traffic in Women del 1975 o Luce Irigaray con The Speculum de l’autre femme dello stesso anno, a rendere questo campo di studi dal movimento femminista degli anni Settanta di particolare importanza e di fermento per l’analisi politica e semiologica. Dall’altro lato, secondo le analisi di Françoise Héritier, il tema del dominio maschile e dell'ineguaglianza tra i generi; il potere generativo delle donne ha indotto gli uomini, fin dal Neolitico a dominarle e ad appropriarsi dei loro corpi. Nella visione prospettica “ribaltata” che propone la mostra si sottolinea, per contrasto, il ruolo luciferino ed apocalittico della donna proprio per far emergere le costrizioni culturali in cui gli stereotipi costringono e definiscono la costruzione di genere, sovvertita socialmente e artisticamente negli ultimi cinquant’anni.

La mostra proporre pertanto una lettura sincronica delle varie e diverse tracce che figure femminili emblematiche hanno lasciato nella storia culturale dell’Occidente attraverso due mostre distinte, complementari e contigue, che coinvolgono le due sedi, quella del piano nobile di Villa d’Este e quella dell’Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore. Fra i due siti del polo tiburtino si ripercorre così questo antitetico percorso che vede protagonista da un lato una figura rassicurante, portatrice di valori familiari, mariana, e dall'altra la donna apocalittica nella sulfurea veste dedicata al peccato, una femme fatale volta all’annientamento del maschio secondo una forma edipica al negativo. Il progetto si avvale per la prima volta della preziosa collaborazione scientifica del Parco Archeologico di Pompei e del Museo Nazionale Romano con l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, grazie al prestito di importanti opere provenienti dai due famosi siti museali che tracciano, attraverso i capolavori greco-romani delle loro collezioni, un inedito percorso dove figure mitologiche e personaggi storici dell’antichità assurgono da protagonisti di una visione che viene finalmente compromessa solo alla luce della più stretta contemporaneità.

Il volume che affianca la mostra è uno strumento complementare al progetto espositivo perché approfondisce e integra ogni aspetto affrontato nelle sale. Si avvale dei funzionari dei rispettivi Istituti e di studiosi specializzati sull’argomento che illustrano il tema da diversi punti di vista per conferire all’iniziativa un valore interdisciplinare.

È prevista un’attività di comunicazione affidata ad Ufficio Stampa e verrà organizzata una conferenza stampa di presentazione con la partecipazione delle maggiori testate giornalistiche, radio e televisione. La mostra sarà ulteriormente promossa dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonché da Enti locali attraverso tutti i social media.        

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