Ashkan Honarvar. On the dark side
Dal 29 Ottobre 2015 al 28 Novembre 2015
Torino
Luogo: NOPX|limitededitionpics
Indirizzo: via Guastalla 6/a
Telefono per informazioni: +39 328 7055257
E-Mail info: info@nopx.it
Sito ufficiale: http://www.nopx.it
Nopx presenta il lavoro dell'artista iraniano -cresciuto e residente in Norvegia- Ashkan Honarvar (http://www.ashkanhonarvar.com/): un'ampia serie di collage ricavati, con un lavoro minuzioso e delicato, da libri antichi di botanica, biologia, anatomia. Ogni collage, alcuni dei quali composti da più di 50 pezzi, indaga una dimensione intima dell'essere umano e del suo rapporto con gli altri: attraverso l'assemblaggio di immagini preesistenti, Honarvar distilla un significato nuovo, tentando di svelare la bellezza in luoghi dove non ci si aspetta di trovarla.
L'artista iraniano si concentra sulla violenza per cercare di andare in profondità e svelare l'autentica natura umana: al centro di molti suoi lavori il corpo umano, che viene smembrato e ricomposto, posto al centro di un microcosmo di dicotomie stranianti, dove l'irrazionalità permea la logica, la serenità cela la violenza, la lussuria svela l'abuso. Tragicamente vulnerabile, eppure resiliente: il corpo diventa esso stesso un paradosso, dove la vitalità è bellezza e la deformazione inneggia al grottesco. L'artista agisce come un chirurgo appassionato ma pietoso: disseziona i corpi e li ricostruisce, ma, con un atto di misericordia, li sottrae al voyeurismo bendandoli, privandoli dello sguardo. Anche se inconsapevoli del loro nuovo aspetto, essi sono in posa, consci di essere esibiti ed osservati.
Anche i paesaggi vengono totalmente reinventati, per creare mondi dai quali emergono forme inaspettate e disturbanti, quasi dei buchi neri che inghiottono parti di realtà, masse magmatiche indistinte che occupano in maniera sorprendente il centro della scena.
I collages di Honarvar raccontano anche dell'oblio intrinseco nell'essere umano, sopraffatto dalla vanità e abusato dagli altri. Pensiamo di conoscere noi stessi, gli altri e il mondo attorno a noi, ma capiamo davvero? Come le figure di Honarvar, obliterate, sezionate, smembrare e riorganizzate, anche noi siamo in balia di circostanze che sfuggono al nostro controllo. Attraverso i suoi tagli però, l’artista si pone anche in una posizione critica nei confronti della storia dell'arte: i paesaggi e i ritratti ottocenteschi, in particolare, vengono manipolati e dissezionati fino ad ottenere ibridi disturbanti, destabilizzanti. Lo spettatore riconosce chiaramente l'immagine di partenza e, al contempo, prende coscienza di una dimensione altra, nuova, che emerge prepotente. Una nuova realtà che Honarvar ha cesellato a colpi di bisturi.
L'artista iraniano si concentra sulla violenza per cercare di andare in profondità e svelare l'autentica natura umana: al centro di molti suoi lavori il corpo umano, che viene smembrato e ricomposto, posto al centro di un microcosmo di dicotomie stranianti, dove l'irrazionalità permea la logica, la serenità cela la violenza, la lussuria svela l'abuso. Tragicamente vulnerabile, eppure resiliente: il corpo diventa esso stesso un paradosso, dove la vitalità è bellezza e la deformazione inneggia al grottesco. L'artista agisce come un chirurgo appassionato ma pietoso: disseziona i corpi e li ricostruisce, ma, con un atto di misericordia, li sottrae al voyeurismo bendandoli, privandoli dello sguardo. Anche se inconsapevoli del loro nuovo aspetto, essi sono in posa, consci di essere esibiti ed osservati.
Anche i paesaggi vengono totalmente reinventati, per creare mondi dai quali emergono forme inaspettate e disturbanti, quasi dei buchi neri che inghiottono parti di realtà, masse magmatiche indistinte che occupano in maniera sorprendente il centro della scena.
I collages di Honarvar raccontano anche dell'oblio intrinseco nell'essere umano, sopraffatto dalla vanità e abusato dagli altri. Pensiamo di conoscere noi stessi, gli altri e il mondo attorno a noi, ma capiamo davvero? Come le figure di Honarvar, obliterate, sezionate, smembrare e riorganizzate, anche noi siamo in balia di circostanze che sfuggono al nostro controllo. Attraverso i suoi tagli però, l’artista si pone anche in una posizione critica nei confronti della storia dell'arte: i paesaggi e i ritratti ottocenteschi, in particolare, vengono manipolati e dissezionati fino ad ottenere ibridi disturbanti, destabilizzanti. Lo spettatore riconosce chiaramente l'immagine di partenza e, al contempo, prende coscienza di una dimensione altra, nuova, che emerge prepotente. Una nuova realtà che Honarvar ha cesellato a colpi di bisturi.
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