Giovanni Boffa. Omaggio a Torino
Dal 17 Maggio 2014 al 18 Maggio 2014
Torino
Luogo: Archivio di Stato di Torino
Indirizzo: via Piave
Orari: sabato 15-20; domenica 13-19
Curatori: Associazione Giovanni Boffa Arte
Enti promotori:
- Regione Piemonte
- Provincia di Torino
- Città di Torino
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 347 5558412 / 346 6753958
E-Mail info: associazione@giovanniboffa.com
Sito ufficiale: http://www.giovanniboffa.com
La mostra dal titolo “Omaggio a Torino” intende riproporre al pubblico torinese un suo “figlio d'arte” che, in molti anni e percorrendo strade nazionali e internazionali, ha sempre riconosciuto alla sua terra natale la gratitudine per quanto e come è riuscito ad interpretare la Natura attraverso le sue opere. Torino con i suoi monumenti, il suo cielo, le sue suggestive atmosfere saranno i protagonisti della mostra che si svolgerà il prossimo maggio presso l’Archivio di Stato in Via Piave. Sarà nuovamente riportata a Torino la tela “Dal fuoco rinasce” esposta presso il Teatro Regio nel 1973 in occasione della fine dei lavori di restauro dopo il terribile incendio del 1936; una tela che rappresenta un chiaro segno della devozione dell’artista a questo straordinario monumento torinese. Tra i primi, negli anni Settanta, ad affrontare i grandi temi ecologici e ambientali proponendo mostre di denuncia contro lo scempio che l’uomo selvaggiamente stava perpetrando nei confronti della Natura, forte delle anche delle sue esperienze professionali maturate al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il maestro Giovanni Boffa non ha mai spezzato questo legame fortissimo con la rappresentazione della Natura nelle sue infinite forme e con svariate tecniche. E’ tale e tanta la sete di cogliere tutto e sempre e con così grande energia che si rimane ogni volta stupiti di tanta creatività e sensibilità artistica. Il suo ritorno a Torino dopo vent’anni di assenza spesi a cogliere sempre la bellezza, la maestosità, la superiorità della Natura sull’umana presunzione vuole essere innanzitutto un ringraziamento a quell’humus culturale che gli ha permesso di affinare la sua innata sensibilità. E’ un ritorno in cui si vuole proporre al pubblico che lo ha conosciuto e al nuovo che può coglierne l’unicità, un ventaglio di opere che rappresenta un suo nuovo interesse: il settimo continente ovvero il cielo. Molta della sua produzione artistica è stata ispirata dal mare che, come orgogliosamente ripete, lui ha “rappresentato da dentro” con i suoi fondali marini maestosi e i suoi guizzanti pesci, ma per Torino ha rivolto lo sguardo al cielo, ai segni e alle speranze che ogni stella racchiude. Con le sue “Ipotesi spaziali” Giovanni Boffa vuole trascendere la rappresentazione dell’infinito in una visione cosmica atemporale in cui la tecnica trasforma il macigno dell’infinito in una soave onda di dolcezza che si esalta in splendide aurore boreale. L’omaggio a Torino è a tutto tondo perché non si dimentica la forza del Museo Egizio con tutta la sua simbologia cosmica e filosofica. E’ un omaggio per Torino tutto da scoprire.
L’Associazione Giovanni Boffa Arte costituita da poco meno di un anno per la promozione e divulgazione del messaggio artistico del maestro Boffa anticipa la realizzazione di un altro importante mostra presso Palazzo dei Mutilati in Piazza Bra’ a Verona per il prossimo ottobre..
Si ringrazia per la gentile concessione il Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, Direzione Regionale dei beni culturali e paesaggistici del Piemonte e l’Archivio di Stato di Torino.
Giovanni Boffa nasce a Torino nel gennaio del 1935. Allievo del professor Bacchetta e Piovano, segnalato per le sue capacità anche dal maestro Felice Casorati, dedica tutta la sua vita alla pittura come strumento di esplorazione ed interpretazione della realtà. Sperimentatore abile della materia lavora anche come scultore utilizzando diverse materie dalla pietra al ferro, in opere concepite per spazi aperti, liberate agli agenti atmosferici e al movimento. Fin da giovanissimo la sua ricerca artistica coniuga uno spirito di osservazione quasi scientifico per la natura con una rappresentazione simbolica ed immaginifica della stessa e dalle sue prime tele riferibili alla pittura “classica” l'immagine pittorica arriva ad un realismo visionario nelle sue diverse declinazioni.
Riconosciuto come uno dei maestri contemporanei della pittura torinese, viene inserito nella guida dei Musei di Torino: la Città e la Regione Piemonte gli dedicano diverse mostre personali e collettive. La vita nomade lo porta a viaggiare moltissimo all'estero ed anche in Italia, senza stabilirsi per lungo tempo in uno stesso posto, con una frequentazione più assidua tra Roma e Toscana. Tra i suoi estimatori il critico francese Josè Pierre, conosciuto ad una personale a Parigi, diventa interprete esemplare della sua opera e curatore, insieme a Flaminio Gualdoni e Fulvio Abbate, del catalogo più esaustivo delle sue opere edito nel 2001 che ripropone anche temi oggetto della mostra personale tenutasi nel 1993 al Parlamento Europeo di Strasburgo e intitolata “Messaggio alla Ragione – Opere Ecologiche 1960-1990”. Qui l'ampia esposizione tematica proponeva alcune delle più interessanti produzioni dell'artista, che ritroviamo ancora nella formulazione degli ultimi anni e nell'attuale percorso espositivo. Tra i temi dominanti la natura in una lettura ecologica intesa come risposta all'agire insensato della civiltà contemporanea e quello dell'immaginario e della memoria come riflessione sul senso della vita e della nostra cultura. Nel corso dell'attività Boffa ha diverse occasioni per far conoscere la propria opera a Roma, in alcune delle gallerie d'arte della città ed in Vaticano a seguito del ritratto eseguito per Papa Giovanni Paolo II.
Ma anche all'estero l'artista raccoglie notevoli consensi partecipando sia a Parigi che a New York a mostre collettive,nel 2000 all'Artexpò di New York e di recente ad una collettiva a Hangzhou in Cina proprio del Maggio 2010 dal titolo “Trentapertrenta=novecento”. Resta però tra i ricordi più cari all'artista l'esposizione itinerante in Marocco, Spagna e Portogallo del 1969 e del 1972 che come diceva egli stesso, ha rappresentato: “Il massimo per me. Pittura e Viaggio. Univo due illusioni proficue: la meta della destinazione sempre oltre, e la meta dei risultati pittorici, anch'essi sempre da modificare”.
Tra le diverse attività di Boffa merita ricordare anche quella di illustratore; molte le copertine di libri di poesia e narrativa, come una ”Finestra sul mare” di Enza Sanna o “Intrecci” di Gina di Francesco o “Il greco” di Maurizio Persiani oppure le opere prodotte per il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino: numerosissime e splendide illustrazioni naturalistiche e contributi grafici, alcuni di essi ancora inediti, raccolti in circa 400 volumi, espressione di un grande amore per la natura e di una grande capacità osservativa e conoscitiva. A questo sapiente talento quasi da naturalista di altri tempi si congiunge la sua intensa vita da pittore che predilige nella sua poetica un'immersione nel mondo fantastico ed illusorio di paesaggi immaginifici, nature audaci e sincretiche immortalate in un colore che è nota dominante ed evocativa.
Tra le tantissime mostre personali e collettive vale la pena ancora menzionare la personale del 1991 per il XXV anniversario della fondazione del WWF di Rivarolo Canavese, quella del 1995 “Le ragioni del vivere” alla Fondazione Pirelli di Induno Olona, mentre nel 2000 è la personale a Parigi, alla Chambre de Commerce Italienne. Dal 2001 al 2009 si alternano ancora mostre personali e collettive. Tra le prime spiccano quella al Museo d'Arte Moderna Gazoldo degli Ippoliti a Mantova (2001), con la presentazione di Josè Pierre, Fulvio Abbate e Flaminio Gualdoni, e del relativo catalogo o, la personale al museo di Villa Morazzana a Livorno (2001), quella al museo Mulino Bottenero di Chiavenna (2003) e le sue esposizioni svoltesi in periodi diversi all'Ecomuseo dell'alabastro a Castellina Marittima, Livorno, la prima del 2005 dal titolo “Ipotesi Floreale” e l'altra “Evoluzione”, del 2009, in cui l'immagine allusiva di rigenerazione e rinascita diventa per l'artista nuovo spunto di meditazione sull'essenza della vita ed il suo eterno confronto tra inizio e fine. Ultima in ordine di tempo la mostra dal titolo “La forma e l'attesa” curata da Elisabetta Olmeda e svoltasi a Roma nella suggestiva cornice di un sito archeologico. Nel 2013 e 2014 Villa Godi Malinverni di Lugo di Vicenza ha ospitato due importanti mostre del maestro in cui sono state presentate opere sul tema marino e dei fossili dal titolo “Linee oltre la forma” e “Fossilia”.
L’Associazione Giovanni Boffa Arte costituita da poco meno di un anno per la promozione e divulgazione del messaggio artistico del maestro Boffa anticipa la realizzazione di un altro importante mostra presso Palazzo dei Mutilati in Piazza Bra’ a Verona per il prossimo ottobre..
Si ringrazia per la gentile concessione il Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, Direzione Regionale dei beni culturali e paesaggistici del Piemonte e l’Archivio di Stato di Torino.
Giovanni Boffa nasce a Torino nel gennaio del 1935. Allievo del professor Bacchetta e Piovano, segnalato per le sue capacità anche dal maestro Felice Casorati, dedica tutta la sua vita alla pittura come strumento di esplorazione ed interpretazione della realtà. Sperimentatore abile della materia lavora anche come scultore utilizzando diverse materie dalla pietra al ferro, in opere concepite per spazi aperti, liberate agli agenti atmosferici e al movimento. Fin da giovanissimo la sua ricerca artistica coniuga uno spirito di osservazione quasi scientifico per la natura con una rappresentazione simbolica ed immaginifica della stessa e dalle sue prime tele riferibili alla pittura “classica” l'immagine pittorica arriva ad un realismo visionario nelle sue diverse declinazioni.
Riconosciuto come uno dei maestri contemporanei della pittura torinese, viene inserito nella guida dei Musei di Torino: la Città e la Regione Piemonte gli dedicano diverse mostre personali e collettive. La vita nomade lo porta a viaggiare moltissimo all'estero ed anche in Italia, senza stabilirsi per lungo tempo in uno stesso posto, con una frequentazione più assidua tra Roma e Toscana. Tra i suoi estimatori il critico francese Josè Pierre, conosciuto ad una personale a Parigi, diventa interprete esemplare della sua opera e curatore, insieme a Flaminio Gualdoni e Fulvio Abbate, del catalogo più esaustivo delle sue opere edito nel 2001 che ripropone anche temi oggetto della mostra personale tenutasi nel 1993 al Parlamento Europeo di Strasburgo e intitolata “Messaggio alla Ragione – Opere Ecologiche 1960-1990”. Qui l'ampia esposizione tematica proponeva alcune delle più interessanti produzioni dell'artista, che ritroviamo ancora nella formulazione degli ultimi anni e nell'attuale percorso espositivo. Tra i temi dominanti la natura in una lettura ecologica intesa come risposta all'agire insensato della civiltà contemporanea e quello dell'immaginario e della memoria come riflessione sul senso della vita e della nostra cultura. Nel corso dell'attività Boffa ha diverse occasioni per far conoscere la propria opera a Roma, in alcune delle gallerie d'arte della città ed in Vaticano a seguito del ritratto eseguito per Papa Giovanni Paolo II.
Ma anche all'estero l'artista raccoglie notevoli consensi partecipando sia a Parigi che a New York a mostre collettive,nel 2000 all'Artexpò di New York e di recente ad una collettiva a Hangzhou in Cina proprio del Maggio 2010 dal titolo “Trentapertrenta=novecento”. Resta però tra i ricordi più cari all'artista l'esposizione itinerante in Marocco, Spagna e Portogallo del 1969 e del 1972 che come diceva egli stesso, ha rappresentato: “Il massimo per me. Pittura e Viaggio. Univo due illusioni proficue: la meta della destinazione sempre oltre, e la meta dei risultati pittorici, anch'essi sempre da modificare”.
Tra le diverse attività di Boffa merita ricordare anche quella di illustratore; molte le copertine di libri di poesia e narrativa, come una ”Finestra sul mare” di Enza Sanna o “Intrecci” di Gina di Francesco o “Il greco” di Maurizio Persiani oppure le opere prodotte per il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino: numerosissime e splendide illustrazioni naturalistiche e contributi grafici, alcuni di essi ancora inediti, raccolti in circa 400 volumi, espressione di un grande amore per la natura e di una grande capacità osservativa e conoscitiva. A questo sapiente talento quasi da naturalista di altri tempi si congiunge la sua intensa vita da pittore che predilige nella sua poetica un'immersione nel mondo fantastico ed illusorio di paesaggi immaginifici, nature audaci e sincretiche immortalate in un colore che è nota dominante ed evocativa.
Tra le tantissime mostre personali e collettive vale la pena ancora menzionare la personale del 1991 per il XXV anniversario della fondazione del WWF di Rivarolo Canavese, quella del 1995 “Le ragioni del vivere” alla Fondazione Pirelli di Induno Olona, mentre nel 2000 è la personale a Parigi, alla Chambre de Commerce Italienne. Dal 2001 al 2009 si alternano ancora mostre personali e collettive. Tra le prime spiccano quella al Museo d'Arte Moderna Gazoldo degli Ippoliti a Mantova (2001), con la presentazione di Josè Pierre, Fulvio Abbate e Flaminio Gualdoni, e del relativo catalogo o, la personale al museo di Villa Morazzana a Livorno (2001), quella al museo Mulino Bottenero di Chiavenna (2003) e le sue esposizioni svoltesi in periodi diversi all'Ecomuseo dell'alabastro a Castellina Marittima, Livorno, la prima del 2005 dal titolo “Ipotesi Floreale” e l'altra “Evoluzione”, del 2009, in cui l'immagine allusiva di rigenerazione e rinascita diventa per l'artista nuovo spunto di meditazione sull'essenza della vita ed il suo eterno confronto tra inizio e fine. Ultima in ordine di tempo la mostra dal titolo “La forma e l'attesa” curata da Elisabetta Olmeda e svoltasi a Roma nella suggestiva cornice di un sito archeologico. Nel 2013 e 2014 Villa Godi Malinverni di Lugo di Vicenza ha ospitato due importanti mostre del maestro in cui sono state presentate opere sul tema marino e dei fossili dal titolo “Linee oltre la forma” e “Fossilia”.
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