Ion Grigorescu. Balta Alba

Ion Grigorescu Balta Alba, 1979, Videoteca GAM, Torino
Dal 02 Luglio 2013 al 14 Settembre 2013
Torino
Luogo: Videoteca GAM
Indirizzo: via Magenta 3
Orari: dal martedì a sabato 10-18 e prima domenica del mese
A partire dal 2 luglio la VideotecaGAM di Torino presenta per la prima volta al pubblico “Balta Alba”, opera video del 1979 di Ion Grigorescu acquisita nel 2011 dalla Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea ad Artissima 18.
Ion Grigorescu fa parte della generazione di artisti concettuali romeni cresciuta in clandestinità durante gli anni bui del regime di Ceau?escu. Gli artisti come Grigorescu che non si piegavano alle esigenze celebrative del potere facevano della immaterialità dell’arte l’aspetto principale del loro lavoro. Del resto solo il pensiero, con la sua inafferrabilità, poteva davvero sfuggire alla dittatura, aspirare ad essere un’espressione libera nonostante le condizioni politiche. Grigorescu compì performances, scrisse diari e registrò il suo flusso di coscienza in film 16mm girati di nascosto dalle autorità.
Balta Alba, del 1979, è un 16mm girato per le strade di Bucarest. Le prime immagini insistono sulla foresta di palazzoni popolari sovietici che sembrano chiudere la visione verso ogni direzione. Grigorescu fa ruotare l’obiettivo della sua cinepresa sulla superficie delle facciate scarne e geometriche come prigioni, usa lo zoom quasi a cercare la presenza umana dove non sembra poterla trovare e infine inclina l’inquadratura portando all’apice la sensazione di vertigine e di claustrofobia che questa architettura aliena porta inscritta nel suo stile. E alieno rispetto ad essa è l’artista stesso che la ritrae come fosse lo strano paesaggio di un pianeta sconosciuto. Tutto però sembra ricomporsi quando dai giganti di calcestruzzo il suo obiettivo si sposta sui bambini che giocano e sulla gente al mercato. Lì c’è un nucleo di verità individuale, di irresistibile umanità di cui si nutre la resistenza intima dell’artista contro ogni senso di parata, di ordine e di autorità.
Ion Grigorescu fa parte della generazione di artisti concettuali romeni cresciuta in clandestinità durante gli anni bui del regime di Ceau?escu. Gli artisti come Grigorescu che non si piegavano alle esigenze celebrative del potere facevano della immaterialità dell’arte l’aspetto principale del loro lavoro. Del resto solo il pensiero, con la sua inafferrabilità, poteva davvero sfuggire alla dittatura, aspirare ad essere un’espressione libera nonostante le condizioni politiche. Grigorescu compì performances, scrisse diari e registrò il suo flusso di coscienza in film 16mm girati di nascosto dalle autorità.
Balta Alba, del 1979, è un 16mm girato per le strade di Bucarest. Le prime immagini insistono sulla foresta di palazzoni popolari sovietici che sembrano chiudere la visione verso ogni direzione. Grigorescu fa ruotare l’obiettivo della sua cinepresa sulla superficie delle facciate scarne e geometriche come prigioni, usa lo zoom quasi a cercare la presenza umana dove non sembra poterla trovare e infine inclina l’inquadratura portando all’apice la sensazione di vertigine e di claustrofobia che questa architettura aliena porta inscritta nel suo stile. E alieno rispetto ad essa è l’artista stesso che la ritrae come fosse lo strano paesaggio di un pianeta sconosciuto. Tutto però sembra ricomporsi quando dai giganti di calcestruzzo il suo obiettivo si sposta sui bambini che giocano e sulla gente al mercato. Lì c’è un nucleo di verità individuale, di irresistibile umanità di cui si nutre la resistenza intima dell’artista contro ogni senso di parata, di ordine e di autorità.
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