La storia che non ho vissuto (testimone indiretto)
Dal 15 Settembre 2012 al 18 Novembre 2012
Rivoli | Torino
Luogo: Castello di Rivoli
Indirizzo: piazza Mafalda di Savoia
Orari: da martedì a venerdì 10-17; sabato e domenica:10-19
Curatori: Marcella Beccaria
Costo del biglietto: intero euro 6.50
Telefono per informazioni: +39 011 9565222
E-Mail info: info@castellodirivoli.org
Sito ufficiale: http://www.castellodirivoli.org/
Il programma espositivo autunnale del Castello di Rivoli si apre il 15 settembre con La storia che non ho vissuto (testimone indiretto), una nuova grande mostra interamente dedicata alla giovane arte italiana. La rassegna, ordinata nelle ampie sale del terzo piano della Residenza Sabauda, è ideata e curata da Marcella Beccaria. Questo nuovo importante progetto espositivo è reso possibile dal generoso contributo degli Amici Sostenitori del Castello di Rivoli e si avvale della Media Partnership de La Stampa e RAI – La Storia siamo noi.
Francesco Arena, Rossella Biscotti, Patrizio Di Massimo, Flavio Favelli,Eva Frapiccini, goldiechiari e Seb Patane, sono i protagonisti de La storia che non ho vissuto (testimone indiretto), individuati quali rappresentativi di una nuova generazione di artisti italiani che individua nella storia del nostro Paese il proprio oggetto di indagine. Articolate in un’ampia varietà di forme e scelte linguistiche, le opere in mostra sono incentrate su alcuni tra i momenti che hanno tragicamente segnato l’Italia nel corso del Novecento.
Inclusiva di opere realizzate appositamente e altre che meritano una rinnovata attenzione museale, la rassegna rinnova il programma a favore della giovane arte italiana già promosso dal Castello con il sostegno degli Amici, attraverso la Borsa per i giovani artisti italiani.
La mostra verrà affiancata da un intenso programma di eventi collaterali dedicato alla storia italiana e alla lettura e rilettura dei fatti e degli eventi analizzati nelle opere.
La mostra
Negli ultimi trent’anni, la ricerca artistica italiana ha coltivato una propria sfera di autonomia ed è stata caratterizzata da un progressivo allontanamento dalle vicende storiche e politiche nazionali. A loro volta, gli artisti che hanno fatto eccezione sono spesso stati relegati a ruoli secondari e le loro opere ancora attendono una valutazione più obiettiva.
Oggi, una nuova generazione di artisti individua nella storia d’Italia un imprescindibile oggetto di indagine. Artisti che includono Francesco Arena, Rossella Biscotti, Patrizio Di Massimo, Flavio Favelli, Eva Frapiccini, goldiechiari e Seb Patane, si sono distinti in questo ultimissimo periodo per la realizzazione di opere che, pur nell’ampia varietà di forme e scelte linguistiche, sono incentrate su alcuni tra i momenti che hanno segnato l’Italia nel Novecento. Dalle ambizioni colonialiste, agli anni di piombo, alle stragi, ai poteri oscuri, le opere prodotte da questi artisti si riferiscono spesso a eventi tragici, tuttora scomodi, la cui ombra si allunga sul presente, continuando talvolta a dividere l’opinione pubblica. Quasi sempre, le opere riguardano fatti antecedenti alla nascita degli artisti, oppure svoltisi al tempo della loro infanzia. L’interesse di questi artisti per specifiche vicende italiane è una drammatica testimonianza del modo in cui la storia pesa anche su chi non l’ha vissuta. Aprendosi a un dibattito più ampio, la mostra concerne anche la travagliata relazione che lega il presente al passato e al processo di ricostruzione e interpretazione di quest’ultimo.
La storia che non ho vissuto (testimone indiretto) presenta per la prima volta in un progetto museale unitario le opere di questi artisti. Oltre a lavori realizzati appositamente, la mostra intenzionalmente raccoglie alcune tra le più significative opere realizzate da questa generazione artistica negli ultimi cinque anni, riconoscendole quali elementi nodali a partire dai quali è possibile scrivere un nuovo capitolo sui recenti sviluppi dell’arte italiana e offrire a un ampio pubblico possibili chiavi di lettura dell’Italia odierna.
Francesco Arena, Rossella Biscotti, Patrizio Di Massimo, Flavio Favelli,Eva Frapiccini, goldiechiari e Seb Patane, sono i protagonisti de La storia che non ho vissuto (testimone indiretto), individuati quali rappresentativi di una nuova generazione di artisti italiani che individua nella storia del nostro Paese il proprio oggetto di indagine. Articolate in un’ampia varietà di forme e scelte linguistiche, le opere in mostra sono incentrate su alcuni tra i momenti che hanno tragicamente segnato l’Italia nel corso del Novecento.
Inclusiva di opere realizzate appositamente e altre che meritano una rinnovata attenzione museale, la rassegna rinnova il programma a favore della giovane arte italiana già promosso dal Castello con il sostegno degli Amici, attraverso la Borsa per i giovani artisti italiani.
La mostra verrà affiancata da un intenso programma di eventi collaterali dedicato alla storia italiana e alla lettura e rilettura dei fatti e degli eventi analizzati nelle opere.
La mostra
Negli ultimi trent’anni, la ricerca artistica italiana ha coltivato una propria sfera di autonomia ed è stata caratterizzata da un progressivo allontanamento dalle vicende storiche e politiche nazionali. A loro volta, gli artisti che hanno fatto eccezione sono spesso stati relegati a ruoli secondari e le loro opere ancora attendono una valutazione più obiettiva.
Oggi, una nuova generazione di artisti individua nella storia d’Italia un imprescindibile oggetto di indagine. Artisti che includono Francesco Arena, Rossella Biscotti, Patrizio Di Massimo, Flavio Favelli, Eva Frapiccini, goldiechiari e Seb Patane, si sono distinti in questo ultimissimo periodo per la realizzazione di opere che, pur nell’ampia varietà di forme e scelte linguistiche, sono incentrate su alcuni tra i momenti che hanno segnato l’Italia nel Novecento. Dalle ambizioni colonialiste, agli anni di piombo, alle stragi, ai poteri oscuri, le opere prodotte da questi artisti si riferiscono spesso a eventi tragici, tuttora scomodi, la cui ombra si allunga sul presente, continuando talvolta a dividere l’opinione pubblica. Quasi sempre, le opere riguardano fatti antecedenti alla nascita degli artisti, oppure svoltisi al tempo della loro infanzia. L’interesse di questi artisti per specifiche vicende italiane è una drammatica testimonianza del modo in cui la storia pesa anche su chi non l’ha vissuta. Aprendosi a un dibattito più ampio, la mostra concerne anche la travagliata relazione che lega il presente al passato e al processo di ricostruzione e interpretazione di quest’ultimo.
La storia che non ho vissuto (testimone indiretto) presenta per la prima volta in un progetto museale unitario le opere di questi artisti. Oltre a lavori realizzati appositamente, la mostra intenzionalmente raccoglie alcune tra le più significative opere realizzate da questa generazione artistica negli ultimi cinque anni, riconoscendole quali elementi nodali a partire dai quali è possibile scrivere un nuovo capitolo sui recenti sviluppi dell’arte italiana e offrire a un ampio pubblico possibili chiavi di lettura dell’Italia odierna.
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