Mary Heilmann
Dal 29 Ottobre 2024 al 16 Marzo 2025
Torino
Luogo: GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: Via Magenta 31
Orari: Martedì - Domenica dalle 10 alle 18 Lunedì chiuso La biglietteria chiude un’ora prima Venerdì 1 novembre 10:00-18:00 Domenica 8 dicembre 10:00-18:00 Lunedì 23 dicembre 10:00-14:00 Martedì 24 dicembre 10:00-14:00 Mercoledì 25 dicembre CHIUSO Giovedì 26 dicembre 10:00-18:00 Lunedì 30 dicembre 10:00-18:00 Martedì 31 dicembre 10:00 - 14:00 Mercoledì 1 gennaio 14:00 - 18:00 Lunedì 6 gennaio 10:00-18:00
Curatori: Chiara Bertola
Telefono per informazioni: +39 011 442 9518
E-Mail info: gam@fondazionetorinomusei.it
Sito ufficiale: http://www.gamtorino.it
Mary Heilmann è una delle più importanti pittrici astratte contemporanee. La mostra ripercorre i sessant’anni della sua carriera, dai primi dipinti geometrici degli anni ‘70 fino alle recenti tele sagomate in colori fluorescenti. Le sessanta opere in mostra attraversano la sua gioiosa produzione per offrire uno sguardo ampio sul suo approccio ludico all’astrazione, toccando passaggi fondanti e nuclei tematici della sua opera.
Nata in California, Heilmann ha studiato poesia, ceramica e scultura prima di trasferirsi nel 1968 a New York, dove, arrivata come scultrice, ha iniziato a dedicarsi alla pittura, in risposta alla predominanza degli scultori tra i suoi contemporanei. Questa mostra esplora l’approccio formale di Heilmann alla pittura e all’astrazione, mettendo in luce i temi autobiografici che attraversano il suo lavoro. La sua pratica sovrappone le geometrie analitiche del minimalismo all’etica spontanea della Beat Generation. Si distingue per il suo approccio spesso eterodosso e sempre esplosivo al colore e alla forma. La sua arte è influenzata dalla controcultura degli anni ‘70, dal movimento per la libertà di parola e dallo spirito surfistico della sua nativa California, che seppe anticipare persino la cultura beat e i successivi movimenti di contestazione del sistema.
La semplicità delle forme utilizzate da Heilmann è sdrammatizzata da una particolare nonchalance: i contorni non sono mai chiaramente definiti, e questa imprecisione aggiunge un elemento di freschezza e spontaneità al suo lavoro. In alcune delle sue opere, le forme amorfe sembrano fondersi tra loro come cera liquida, creando un effetto visivo affascinante e quasi ipnotico. Heilmann usa il colore in modo libero e intuitivo: schizzi di colore e bordi che sanguinano senza un motivo apparente sono una caratteristica distintiva del suo stile. Questo approccio disinvolto alla tecnica pittorica maschera una complessità strutturale che si rivela solo gradualmente. Le sue pennellate sono sempre percepibili, dando una sensazione di immediatezza e di presenza fisica del gesto dell’artista. Le opere di Mary Heilmann sono un perfetto esempio di come la semplicità apparente possa nascondere una profondità e una complessità inaspettate, invitando lo spettatore a un’esplorazione più attenta e riflessiva.
Ogni sala è stata pensata per evocare l’emozione e il “suono” cromatico di un determinato periodo, riflettendo sul concetto dell’artista: ogni mio dipinto può essere visto come un marcatore autobiografico, uno spunto, con cui evoco un momento del mio passato o del mio futuro proiettato.
La mostra comprende i primi dipinti dell’artista risalenti agli anni ‘70, tra i quali troviamo forme come quadrati e griglie; opere ispirate soprattutto a dettagli architettonici degli interni di studi e di case di amici. Il dipinto più storico della mostra è Chinatown del 1976, che prende il titolo dal quartiere dove Heilmann vive i suoi primi anni a New York. L’influenza di maestri moderni come Piet Mondrian è evidente, per esempio, in opere come French Screen (1978), The Rosetta Stone I (1978) e Robert’s Garden (1983). La mostra presenta poi opere dalla fine degli anni ‘80 fino ad oggi, molte delle quali si ispirano a momenti chiave della vita dell’artista, facendo emergere il suo amore per la cultura popolare, per la musica e il cinema che sempre hanno influenzato e animato la pittura di Heilmann. In mostra anche opere più recenti con paesaggi composti da infinite linee autostradali perse nella notte che evocano viaggi su strada, road movie e videogiochi, come Driving at Night (2016), fino alle ultime pitture di soli paesaggi oceanici solcati da onde, con verdi vivaci e blu profondi che si ripetono come un mantra memore dello spirito surfistico praticato in California, come in Pal Al (2011) o Tube at Dusk (2022). Saranno presenti, inoltre, alcune poltroncine disegnate dall’artista, una nuova edizione realizzata appositamente per la GAM.
Questa prima mostra personale italiana di Heilmann, la cui opera è un punto di riferimento per chiunque interessato alla pittura contemporanea, intende sottolineare il ruolo propositivo e di ricerca che la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino intende rimettere al centro. La GAM si impegna a valorizzare la ricerca di quegli artisti la cui opera - diventata “senza tempo” - continua a inspirare e stimolare le nuove generazioni di artisti e il pubblico più curioso. Opere che non sono mai arrivate in Italia e di cui non è stato possibile fino a questo momento apprezzare appieno la grandezza; opere sfuggite alla comprensione e la cui intelligenza non è stata colta, rimanendo così “senza tempo” e “fuori dal tempo”. È il caso della ricerca di Mary Heilmann, la cui forza e gioiosità non sono state sufficientemente vissute dal vivo.
Come dichiarato fin dall’inizio della nuova direzione, la prima Risonanza intende far vibrare tra loro i suoi fulcri: le collezioni, le mostre e gli eventi. Oggi questo si manifesta attraverso tre mostre, l’apertura del secondo piano, l’inaugurazione del “Deposito vivente” e il riallestimento delle collezioni storiche. Collezioni, mostre e progetti devono influenzarsi e rafforzarsi a vicenda all’interno di un disegno organico dell’intera attività del Museo.
La disinvolta tecnica pittorica di Mary Heilmann nasconde una struttura complessa che si rivela gradualmente, proprio come quella dei dipinti impressionisti. Alla rivoluzione ottocentesca della vita moderna di Berthe Morisot risponde la modernità rivoluzionaria di Heilmann, immersa nella luce e nell’istante di vita della West Coast. Il dipingere costante e progressivo di Maria Morganti, che tiene traccia di ogni istante, passo e stratificazione, rappresenta il più eloquente controcanto alla fugacità del colore e della luce impressionista.
Le collezioni, il cui riallestimento è curato da Chiara Bertola, Elena Volpato e Fabio Cafagna, tengono conto degli stimoli provenienti dalle opere e dagli stimoli suggeriti dalle tre mostre: pittura, luce, colore e tempo quotidiano. Le opere delle collezioni, in questo modo, si ritrovano a vivere in intrecci sotterranei e concettuali, inattesi e fuori da una linea cronologica, facendo emergere interpretazioni insolite di fatti abituali. Questo approccio permette ai linguaggi di scivolare uno dentro l’altro, consentendo a soluzioni dimenticate di sorprendere nuovamente.
Inaugurazione 29 ottobre 2024, ore 18:00
La mostra di Mary Heilmann alla GAM si inaugura in concomitanza con la Art Week e la fiera d’arte della città, Artissima.
La mostra è accompagnata da un catalogo che include saggi di Chiara Bertola, Barry Schwabsky e Davide Ferri, un testo storico di Mary Heilmann e apparati bio-bibliografici aggiornati. La parte illustrata del catalogo comprende immagini di tutte le opere esposte in mostra, alcuni scatti dell’allestimento e alcune immagini scattate nello Studio Heilmann.
Nata in California nel 1940, Heilmann studia ceramica e poesia prima di trasferirsi a New York nel 1968 e dedicarsi alla pittura. A New York ha iniziato a esporre alla Holly Solomon Gallery a metà degli anni '70 per poi esporre regolarmente alla Pat Hearn Gallery negli anni '80 e '90. Heilmann ha esposto in Europa e negli Stati Uniti tenendo mostre personali nei pi importanti musei internazionali tra gli altri: l’Institute of Contemporary Art, Boston (1990), il Camden Art Center (2001), il Museo Ludwig di Colonia (2010), la Whitechapel di Londra (2021). Il suo lavoro è stato incluso in importanti mostre collettive alla The Warehouse, Dallas (2015); al Whitney Museum of American Art, New York e all’Hamburger Bahnhof di Berlino (2015); al Kunstmuseum Bonn, Bonn (2013); al Walker Art Center, Minneapolis (2012); al MCA Museum of Contemporary Art, Chicago (2012), etc. È rappresentata da Hauser & Wirth e 303 Gallery.
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