Matteo Fantolini. I Bilieve
Dal 16 Dicembre 2017 al 22 Dicembre 2017
Torino
Luogo: Palazzo Graneri della Roccia
Indirizzo: via Bogino 9
Orari: Lunedì/venerdì h. 15.00 - 19.00; Sabato/domenica h. 11.00 - 18.00
Curatori: Tiziana Bonomo
Enti promotori:
- Patrocinio di Città di Torino
- Città di Pinerolo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 335 7815940
E-Mail info: info@artphotobonomo.it
Il 16 dicembre 2016, a 38 anni, improvvisamente viene a mancare nella sua casa di Pinerolo un fotoreporter: Matteo Fantolini. Un fotografo che non ha avuto la possibilità di far conoscere il suo lavoro di ricerca, di reportage. Paolo Ranzani, amico e collega, supportato dalla famiglia, ha deciso di portare a termine il progetto fotografico “I Believe”, iniziato qualche anno prima dallo stesso Matteo. Il progetto si compone di un libro e di una mostra che saranno presentati esattamente un anno dopo la scomparsa di Matteo, il 16 dicembre 2017.
“Io credo”, “I Believe” è un lavoro di indagine fotografica su alcune feste religiose che Matteo Fantolini affronta con l’intenzione di scoprire cosa spinge l’uomo a raggiungere l’estasi mistica, per confermare la propria fede religiosa, attraverso riti e sacrifici estremi. Forse proprio perchè ateo Matteo vuole capire e raccontare. Un desiderio che nasce dal confronto continuo con Paolo Ranzani e che lo porta a documentarsi, a leggere, ad avvicinarsi ad alcune feste religiose con radici antiche in Italia, in India, in Malesia, in Thailandia.
Ci troviamo di fronte non a un residuo di fanatismo, ad una intrusione di perdute età nel mondo di oggi ma alla Storia contemporanea di milioni di uomini in luoghi diversi che si insinua in mezzo a noi, si materializza con il sangue, inferni con Dio dentro, storture fisiche e metafisiche, definitive diserzioni dalla ragione.
In Thailandia, Matteo fotografa, il “Nine Emperor Gods Festival di Ko Phuket”, un’antica celebrazione taoista cinese, in Italia a Nocera Terinese e a Verbicaro riprende l’antica usanza cristiana dei “Vattienti”, i “flagellanti”, si spinge fino in India, dove fotografa, a Delhi, l’Ashura un rito sciita e in Malesia a Kuala Lumpur per il Thaipusam un evento induista.
Paolo Ranzani, organizzatore del progetto, raccoglie il lavoro, lo esamina, lo organizza, gli dà una struttura per far sì che il viaggio di Matteo diventi un racconto da far conoscere, da far vedere, da poter leggere.
Riusciamo a trovare, così, nelle fotografie dell’autore riquadri di strade polverose che il sangue trasforma in grumi, in sentieri ruvidi come catrame, occhi vacui, santoni imbellettati dai riti antichi e pelle nuda che si vanta di cicatrici. Sembra di sentirne il rumore, la vibrazione di mille voci che si allungano all'unisono. Muscoli martoriati e fisici spezzati. Formiche umane che rincorrono labirinti come cavie disperate ma consapevoli, loro lo sanno perché lo fanno. Loro ci credono. Matteo fa una scelta. Decide che non è lì per documentare, per certificare un evento, quel che accade, per forza di cose, gli entra dentro e quando esce è qualcos'altro che prima non c'era. Perde il colore, la vivacità cromatica se la ruba il dramma e il dramma si scioglie nel bianco e nero che l'autore sente di concedere al raccontare. In fotografia “togliere” è come aggiungere, se lo sai fare bene. Spogli il superfluo per arrivare all'essenza. E’ facile e giusto, secondo Susan Sontag provare disgusto e orrore davanti al dolore degli altri, quando è subito dalle vittime come una forma di violenza. A sconvolgere di “I Believe” è esattamente questo: ad essere considerata oscena e a scioccare lo sguardo non è una qualche forma di ingiustizia, ma è la professione di fede di qualcuno. “Davanti al dolore degli altri”, nel caso del lavoro di Matteo, coincide con “Davanti alla fede degli altri”.
Un grande lavoro quello di Matteo. Ci insegna a guardare il mondo per quello che è andando vicino, molto vicino, così vicino che non spaventa più, anzi, ci aiuta a capire un po’ di più l’uomo con le sue storture, fobie, miti, credenze, angosce. Nessun giudizio, nessuno spettacolo.
Si parlerà di “I Believe” nella presentazione del libro, curato da Paolo Ranzani, al Circolo dei Lettori e si vedranno le fotografie nella mostra, a cura di Tiziana Bonomo, sabato 16 dicembre.
Matteo Fantolini
Nato a Livorno nel 1978, inizia la sua carriera di fotografo nei villaggi turistici in giro per il mondo, da animatore a responsabile del diving e poi la fotografia subacquea. Nel 2010 si diploma in fotografia presso lo IED Torino e inizia l'attività di fotografo di matrimoni e new born. La voglia di scoprire e raccontare il mondo non si placa, viaggia molto soprattutto alla ricerca dei riti religiosi dove la tradizione, l'esasperazione del credo e il sacrificio si fondono in un’ alchimia fatta di punizione/espiazione e sangue. Per quattro anni indaga, osserva e racconta. Malesia, India, Thailandia, Italia. Matteo lascia il lavoro incompiuto, il 16 dicembre del 2016 muore improvvisamente nella sua casa di Pinerolo. https://crowdbooks.com/it/projects/i-believe/
Paolo Ranzani
Ha sempre preferito le persone alle “cose”, l'interazione e la comunicazione è la linfa della sua curiosità verso il mondo. Non a caso quindi è diventato un fotografo di “people”, con particolare attenzione al ritratto per celebrity, corporate, con passaggi essenziale nella pubblicità/moda/beauty. Ha iniziato anni fa a dedicarsi all'insegnamento, alla docenza, fino a diventare coordinatore del dipartimento di fotografia dell'Istituto Europeo di Design e tutt'ora porta in giro incontri di Educazione al linguaggio fotografico.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per Fiat, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”. Diversi premi e mostre. Nel 2017 è stato nominato, da Giovanni Gastel, presidente AFIP Torino. http://www.paoloranzani.com
Riccardo Bononi
Laureato in due distinte branche delle scienze sociali (psicologia e antropologia), dal 2010 è ricercatore e docente di Antropologia Visuale presso l’Istituto Ricerca e Formazione nelle Scienze Sociali (Irfoss) di Padova, dal 2015 entra a far parte dell’agenzia fotografica internazionale Prospekt Photographers. Già curatore di numerosi percorsi di fotografia etnografia in collaborazione con le istituzioni accademiche, le sue immagini sono state pubblicate su numerose testate nazionali ed internazionali ed esposte a Londra, Parigi, Berlino, Pechino, Lishui, Bucarest. Nel 2015 il suo lavoro sulla lucha libre femminile in Bolivia gli è valso il primo premio ed il titolo di “Miglior Fotografo dell’Anno” (categoria Professional, sport) ai World Photography Awards. http://www.riccardobononi.com/about
Sabato 16 dicembre 2017
Che cosa presentazionelibro “I Believe”, ore 18,00, a Il Circolo dei Lettori con i relatori
Paolo Ranzani, Riccardo Bononi e Stefano Bianchi
inaugurazione mostra “I Believe”,ore 19.00, nell’ interno cortile di Palazzo Graneri
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