Minute de veritè
Dal 26 Maggio 2015 al 15 Settembre 2015
Torino
Luogo: Galleria d'Arte Raffaella De Chirico
Indirizzo: via Giolitti 52
Orari: da martedi a venerdì 11-19; giovedì 14-19; altri giorni e orari su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 011.83.53.57
E-Mail info: info@dechiricogalleriadarte.it
Sito ufficiale: http://www.dechiricogalleriadarte.com
Sei uomini che sono artisti visivi, autori letterari, sperimentatori delle relazioni tra parole, testi e immagini. Gli artisti di Minute de vérité lavorano sull’idea che la sperimentazione possa diventare un mezzo di emancipazione individuale; rappresentano i suoni e le frasi che ascoltano o leggono, i pensieri che sopraggiungono nella loro mente, lo scorrere del tempo che vivono in prima persona.
Rimasti tutta la vita coerenti alle proprie brame di ricercatori, sempre al margine e in prima linea per saggiare tutte le possibilità di fare arte, sviluppano rispettivamente poetiche differenti.
Per Carlo Alfano la pittura è stata un’esperienza privata dove il letterario e il visivo, la scrittura e l’immagine, la voce e la struttura formale creano slittamenti continui fra i diversi livelli di questi sistemi; in esposizione una carta degli anni Settanta del ciclo dei Frammenti di un autoritratto anonimo dove il centro dell’indagine dell’artista è rappresentato dalla componente temporale della percezione.
Nanni Balestrini, grazie ai collage, fa acquisire nuovi significati ai materiali prelevati dalla comunicazione quotidiana - come gli articoli di giornali o le pagine pubblicitarie - in cui le parole diventano immagini e i messaggi sono trasformati.
Henri Chopin guarda tanto alla poesia sonora quanto a quella visuale realizzando lavori in cui il lato visivo si mescola a tessiture fonetiche; in mostra, tra le altre, una delle sue opere più rare realizzata su carta velina con bruciature di sigarette.
Emilio Isgrò ha fatto della cancellatura il mezzo per affermare nuovi significati e trasformare un gesto negativo in un gesto positivo ma in esposizione si è scelto di valorizzare un lavoro del 1972 su tela emulsionata dedicato al noto compositore Frédéric Chopin.
Arrigo Lora Totino utilizza espedienti quali la ripetizione, la sovrapposizione e il rovesciamento di parole e frasi spostando l’attenzione sulla forma e non sul significato; l’elemento visivo della lettera stampata diventa quindi la sorgente dei suoi lavori; la scelta per questa collettiva è ricaduta sulle latte incise di fine anni Ottanta più rare e anomale rispetto ai lavori su carta già più noti.
Gil J. Wolman con l'art scotch sintetizza tutti i propri quesiti su come continuare a fare arte dopo la sua fine - ovvero dopo il Dada – e su come poter strappare alla comunicazione ciò che essa nasconde; in esposizione quindi le sue baguette, le sottili bacchette di legno sulle quali “incolla” le strisce di impronte da stampati di giornali che sono l’immagine della trasmutazione, del passaggio rituale da un mondo a un altro.
Rimasti tutta la vita coerenti alle proprie brame di ricercatori, sempre al margine e in prima linea per saggiare tutte le possibilità di fare arte, sviluppano rispettivamente poetiche differenti.
Per Carlo Alfano la pittura è stata un’esperienza privata dove il letterario e il visivo, la scrittura e l’immagine, la voce e la struttura formale creano slittamenti continui fra i diversi livelli di questi sistemi; in esposizione una carta degli anni Settanta del ciclo dei Frammenti di un autoritratto anonimo dove il centro dell’indagine dell’artista è rappresentato dalla componente temporale della percezione.
Nanni Balestrini, grazie ai collage, fa acquisire nuovi significati ai materiali prelevati dalla comunicazione quotidiana - come gli articoli di giornali o le pagine pubblicitarie - in cui le parole diventano immagini e i messaggi sono trasformati.
Henri Chopin guarda tanto alla poesia sonora quanto a quella visuale realizzando lavori in cui il lato visivo si mescola a tessiture fonetiche; in mostra, tra le altre, una delle sue opere più rare realizzata su carta velina con bruciature di sigarette.
Emilio Isgrò ha fatto della cancellatura il mezzo per affermare nuovi significati e trasformare un gesto negativo in un gesto positivo ma in esposizione si è scelto di valorizzare un lavoro del 1972 su tela emulsionata dedicato al noto compositore Frédéric Chopin.
Arrigo Lora Totino utilizza espedienti quali la ripetizione, la sovrapposizione e il rovesciamento di parole e frasi spostando l’attenzione sulla forma e non sul significato; l’elemento visivo della lettera stampata diventa quindi la sorgente dei suoi lavori; la scelta per questa collettiva è ricaduta sulle latte incise di fine anni Ottanta più rare e anomale rispetto ai lavori su carta già più noti.
Gil J. Wolman con l'art scotch sintetizza tutti i propri quesiti su come continuare a fare arte dopo la sua fine - ovvero dopo il Dada – e su come poter strappare alla comunicazione ciò che essa nasconde; in esposizione quindi le sue baguette, le sottili bacchette di legno sulle quali “incolla” le strisce di impronte da stampati di giornali che sono l’immagine della trasmutazione, del passaggio rituale da un mondo a un altro.
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emilio isgr ·
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