Nonostante il lungo tempo trascorso… Le stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione 1943 – 1945
Dal 17 Ottobre 2023 al 03 Dicembre 2023
Torino
Luogo: Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
Indirizzo: Piazza Carlo Alberto 8
Orari: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00
Curatori: Marco De Paolis
Enti promotori:
- Con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Costo del biglietto: La visita alla mostra è compresa nel biglietto d’ingresso del Museo (gratuito per possessori dell’Abbonamento Torino Musei e Torino+Piemonte Card)
Sito ufficiale: http://www.museorisorgimentotorino.it
Fotografie, documenti e videofilmati per illustrare e far conoscere una delle vicende più complesse e dolorose della nostra storia nazionale. Sarà inaugurata il 16 ottobre alle 11 nelle Sale del Museo del Risorgimento di Torino la tappa torinese della mostra “Nonostante il lungo tempo trascorso… Le stragi nazifasciste nella guerra di liberazione 1943-1945”.
L’esposizione, curata dal Procuratore generale militare Marco De Paolis, si è avvalsa del contributo di un Comitato Scientifico presieduto e coordinato dallo stesso De Paolis, con la partecipazione della storica Isabella Insolvibile e la consulenza scientifica di Paolo Pezzino, rispettivamente membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, e Presidente dell’Istituto.
La mostra illustra – attraverso fotografie, immagini video, narrazioni orali, documenti e schede storiche – le tappe del lungo e doloroso percorso, di costruzione della Repubblica Italiana, compiuto da decine di migliaia di civili e militari italiani, che attraverso il proprio sacrificio hanno consentito di gettare le basi per la costituzione del nostro attuale Stato repubblicano e democratico. Grande attenzione è posta sui processi penali militari, che la giustizia militare ha celebrato dal dopoguerra a oggi.
La narrazione espositiva concorre fortemente a far sì che la storia di quegli anni diventi memoria indelebile. La mostra, riprendendo e rovesciando il significato delle parole con cui nel 1960 venne operato l’insabbiamento di centinaia di fascicoli giudiziari riguardanti gli eccidi di militari e civili italiani dopo l’8 settembre 1943 (“nonostante il lungo tempo trascorso") ha, inoltre, l'obiettivo di evitare che il passare del tempo e la sua distanza dall'accadimento di quelle atrocità ne possa offuscare la memoria.
Dal rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, il Procuratore Marco De Paolis diede inizio nel 2002 alla grande stagione processuale, conclusasi nel 2013, dei processi ai criminali di guerra tedeschi. Ciò ha permesso – sebbene a oltre 50 anni di distanza – di fare giustizia, anche se tardivamente, su alcune delle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio.
Una pagina tanto importante quanto poco conosciuta nelle sue dimensioni e nelle sue implicazioni è, infatti, quella dei crimini nazifascisti commessi in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani nell’imminenza e dopo l’armistizio del ’43. I numeri parlano chiaro: 70 mila vittime militari in Europa in circa 100 episodi. Oltre un migliaio di vittime militari italiane in Italia. 650 mila vittime delle deportazioni di internati militari italiani. 24.409 vittime civili in Italia in 5872 episodi, di cui 14935 al Nord, 6862 al Centro, 2623 al Sud.
Grande attenzione è posta sul profilo giudiziario, anch’esso complesso e ricco di episodi poco noti o del tutto ignoti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali Militari Italiani. Sono 50 i processi celebrati dagli alleati in Italia, 15 celebrati nel Dopoguerra dai tribunali militari italiani durante una prima fase, 695 i fascicoli giudiziari occultati, 24 i processi celebrati dopo la scoperta dell’armadio in Italia dai tribunali militari italiani.
Il progetto presenta questa triste e delicata pagina di crimini dalla prospettiva di chi li ha tenacemente perseguiti sul versante giudiziario. La mostra, pertanto, intende costruire un filo tra storia, giustizia e memoria.
La mostra è suddivisa in quattro sezioni:
la prima sezione è dedicata ai crimini di guerra sui militari. Attraverso pannelli grafici e postazioni interattive, sono trattati i crimini di guerra commessi in Italia e all’estero sui militari italiani dopo l’8 settembre, sui civili italiani all’estero e sui civili stranieri vittime di crimini di guerra commessi da militari italiani, come la strage del villaggio di Domenikon in Grecia.
La seconda sezione – a sua volta suddivisa in tre parti (sud – centro – nord) è dedicata ai crimini di guerra commessi in Italia sulla popolazione civile. È costituita da pannelli grafici sui principali eventi e da postazioni video interattive con schede e storia per immagini delle principali stragi in Italia partendo da sud verso nord. Questa sezione ha visto il fondamentale contributo dell’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia, curato dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
La terza sezione è dedicata ai deportati, attraverso due pannelli grafici, uno relativo a deportazione e internamento nei lager del Terzo Reich, l’altro a deportazione e lavoro coatto. Vi sono, inoltre, postazioni con mappe interattive dei principali luoghi di internamento e deportazione, immagini, date ed eventi.
La narrazione espositiva si chiude con una sezione dedicata ai processi celebrati nei tribunali militari italiani contro i crimini di guerra tedeschi dal dopoguerra ad oggi (1949-2013). Tentativi compiuti – seppure parziali e in gran parte tardivi – per affermare i princìpi di diritto sui crimini di guerra. Quattro pannelli grafici affrontano la storia dei processi degli Alleati, come quelli a Kesselring e Simon, e poi quelli italiani della prima fase, dal dopoguerra al 1994, come i processi a Reder e Kappler, poi la ripresa dei processi dal 1994 al 2002, come quello contro Priebke, ed infine i processi per le grandi stragi dal 2002 al 2013, come quelle di Sant’Anna di Stazzema, Vinca, Monte Sole, Civitella Val di Chiana e Fucecchio che vedono protagonista la Procura militare presso il Tribunale militare di La Spezia, diretta da De Paolis.
A completare il percorso, uno spazio ove è possibile assistere ad alcuni docufilm sul tema, fra cui spicca “Lo stato di eccezione” (in formato ridotto), della Cineteca di Bologna, a cura di Germano Maccioni e Loris Lepri, girato prevalentemente in aula al Tribunale Militare di La Spezia durante il processo per la strage di Marzabotto Monte Sole.
Marco De Paolis attualmente dirige la Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello di Roma. Diede inizio nel 2002 alla grande stagione, conclusasi nel 2013, dei processi legati al rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, che ha permesso di fare giustizia – sebbene a oltre 50 anni di distanza - sulle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio.
Ha diretto la Procura militare della Repubblica di La Spezia dal 2002 al 2008, dove ha istruito oltre 450 procedimenti per crimini di guerra durante il secondo conflitto mondiale, e poi quella di Roma dal 2010 al 2018. È stato pubblico ministero in 17 processi, tra cui quelli per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana, Monte Sole-Marzabotto, e per l’eccidio di Cefalonia. È autore di numerosi saggi e pubblicazioni a carattere scientifico sul tema dei crimini di guerra e nel campo del diritto penale militare, tra cui: La difficile giustizia. I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia (1943-2013), Viella 2016 (con P. Pezzino); Sant’Anna di Stazzema. Il processo, la storia, i documenti, Viella 2016 (con P. Pezzino); Cefalonia. Il processo, la storia, i documenti, Viella, 2017 (con I. Insolvibile). Da ultimo, ha pubblicato due libri con finalità divulgative per il pubblico. Uno, rivolto ai bambini, edito da Piemme Mondadori, L’uomo che dava la caccia ai nazisti, Milano 2022; e l’altro, edito da Rizzoli e con la prefazione di Liliana Segre, uscito due settimane fa, dal titolo Caccia ai nazisti, Milano, 2023, presentato recentemente a Torino nell’ambito delle ‘Giornate della Legalità’.
L’esposizione, curata dal Procuratore generale militare Marco De Paolis, si è avvalsa del contributo di un Comitato Scientifico presieduto e coordinato dallo stesso De Paolis, con la partecipazione della storica Isabella Insolvibile e la consulenza scientifica di Paolo Pezzino, rispettivamente membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, e Presidente dell’Istituto.
La mostra illustra – attraverso fotografie, immagini video, narrazioni orali, documenti e schede storiche – le tappe del lungo e doloroso percorso, di costruzione della Repubblica Italiana, compiuto da decine di migliaia di civili e militari italiani, che attraverso il proprio sacrificio hanno consentito di gettare le basi per la costituzione del nostro attuale Stato repubblicano e democratico. Grande attenzione è posta sui processi penali militari, che la giustizia militare ha celebrato dal dopoguerra a oggi.
La narrazione espositiva concorre fortemente a far sì che la storia di quegli anni diventi memoria indelebile. La mostra, riprendendo e rovesciando il significato delle parole con cui nel 1960 venne operato l’insabbiamento di centinaia di fascicoli giudiziari riguardanti gli eccidi di militari e civili italiani dopo l’8 settembre 1943 (“nonostante il lungo tempo trascorso") ha, inoltre, l'obiettivo di evitare che il passare del tempo e la sua distanza dall'accadimento di quelle atrocità ne possa offuscare la memoria.
Dal rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, il Procuratore Marco De Paolis diede inizio nel 2002 alla grande stagione processuale, conclusasi nel 2013, dei processi ai criminali di guerra tedeschi. Ciò ha permesso – sebbene a oltre 50 anni di distanza – di fare giustizia, anche se tardivamente, su alcune delle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio.
Una pagina tanto importante quanto poco conosciuta nelle sue dimensioni e nelle sue implicazioni è, infatti, quella dei crimini nazifascisti commessi in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani nell’imminenza e dopo l’armistizio del ’43. I numeri parlano chiaro: 70 mila vittime militari in Europa in circa 100 episodi. Oltre un migliaio di vittime militari italiane in Italia. 650 mila vittime delle deportazioni di internati militari italiani. 24.409 vittime civili in Italia in 5872 episodi, di cui 14935 al Nord, 6862 al Centro, 2623 al Sud.
Grande attenzione è posta sul profilo giudiziario, anch’esso complesso e ricco di episodi poco noti o del tutto ignoti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali Militari Italiani. Sono 50 i processi celebrati dagli alleati in Italia, 15 celebrati nel Dopoguerra dai tribunali militari italiani durante una prima fase, 695 i fascicoli giudiziari occultati, 24 i processi celebrati dopo la scoperta dell’armadio in Italia dai tribunali militari italiani.
Il progetto presenta questa triste e delicata pagina di crimini dalla prospettiva di chi li ha tenacemente perseguiti sul versante giudiziario. La mostra, pertanto, intende costruire un filo tra storia, giustizia e memoria.
La mostra è suddivisa in quattro sezioni:
la prima sezione è dedicata ai crimini di guerra sui militari. Attraverso pannelli grafici e postazioni interattive, sono trattati i crimini di guerra commessi in Italia e all’estero sui militari italiani dopo l’8 settembre, sui civili italiani all’estero e sui civili stranieri vittime di crimini di guerra commessi da militari italiani, come la strage del villaggio di Domenikon in Grecia.
La seconda sezione – a sua volta suddivisa in tre parti (sud – centro – nord) è dedicata ai crimini di guerra commessi in Italia sulla popolazione civile. È costituita da pannelli grafici sui principali eventi e da postazioni video interattive con schede e storia per immagini delle principali stragi in Italia partendo da sud verso nord. Questa sezione ha visto il fondamentale contributo dell’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia, curato dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
La terza sezione è dedicata ai deportati, attraverso due pannelli grafici, uno relativo a deportazione e internamento nei lager del Terzo Reich, l’altro a deportazione e lavoro coatto. Vi sono, inoltre, postazioni con mappe interattive dei principali luoghi di internamento e deportazione, immagini, date ed eventi.
La narrazione espositiva si chiude con una sezione dedicata ai processi celebrati nei tribunali militari italiani contro i crimini di guerra tedeschi dal dopoguerra ad oggi (1949-2013). Tentativi compiuti – seppure parziali e in gran parte tardivi – per affermare i princìpi di diritto sui crimini di guerra. Quattro pannelli grafici affrontano la storia dei processi degli Alleati, come quelli a Kesselring e Simon, e poi quelli italiani della prima fase, dal dopoguerra al 1994, come i processi a Reder e Kappler, poi la ripresa dei processi dal 1994 al 2002, come quello contro Priebke, ed infine i processi per le grandi stragi dal 2002 al 2013, come quelle di Sant’Anna di Stazzema, Vinca, Monte Sole, Civitella Val di Chiana e Fucecchio che vedono protagonista la Procura militare presso il Tribunale militare di La Spezia, diretta da De Paolis.
A completare il percorso, uno spazio ove è possibile assistere ad alcuni docufilm sul tema, fra cui spicca “Lo stato di eccezione” (in formato ridotto), della Cineteca di Bologna, a cura di Germano Maccioni e Loris Lepri, girato prevalentemente in aula al Tribunale Militare di La Spezia durante il processo per la strage di Marzabotto Monte Sole.
Marco De Paolis attualmente dirige la Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello di Roma. Diede inizio nel 2002 alla grande stagione, conclusasi nel 2013, dei processi legati al rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, che ha permesso di fare giustizia – sebbene a oltre 50 anni di distanza - sulle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio.
Ha diretto la Procura militare della Repubblica di La Spezia dal 2002 al 2008, dove ha istruito oltre 450 procedimenti per crimini di guerra durante il secondo conflitto mondiale, e poi quella di Roma dal 2010 al 2018. È stato pubblico ministero in 17 processi, tra cui quelli per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana, Monte Sole-Marzabotto, e per l’eccidio di Cefalonia. È autore di numerosi saggi e pubblicazioni a carattere scientifico sul tema dei crimini di guerra e nel campo del diritto penale militare, tra cui: La difficile giustizia. I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia (1943-2013), Viella 2016 (con P. Pezzino); Sant’Anna di Stazzema. Il processo, la storia, i documenti, Viella 2016 (con P. Pezzino); Cefalonia. Il processo, la storia, i documenti, Viella, 2017 (con I. Insolvibile). Da ultimo, ha pubblicato due libri con finalità divulgative per il pubblico. Uno, rivolto ai bambini, edito da Piemme Mondadori, L’uomo che dava la caccia ai nazisti, Milano 2022; e l’altro, edito da Rizzoli e con la prefazione di Liliana Segre, uscito due settimane fa, dal titolo Caccia ai nazisti, Milano, 2023, presentato recentemente a Torino nell’ambito delle ‘Giornate della Legalità’.
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