Simon Starling. A-A’, B-B’
Dal 15 Ottobre 2019 al 11 Gennaio 2020
Torino
Luogo: Galleria Franco Noero
Indirizzo: piazza Carignano 2
Orari: Martedì – Sabato: 12:00 – 20:00 e su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 011 882208
E-Mail info: info@franconoero.com
Sito ufficiale: http://www.franconoero.com
La Galleria Franco Noero ospita a partire dal 15 ottobre A-A’, B-B’, sesta mostra personale di Simon Starling a Torino, per la prima volta nella sede di Piazza Carignano 2.
L’esteso corpus di nuovi lavori, per il quale il piano nobile dell’edificio occupato dalla galleria ha fornito fonte di ispirazione, si compone di un complesso insieme di elementi e immagini, tra loro connesse per mezzo di giustapposizioni, trasformazioni fisiche, fatti storici, congetture, insieme alle narrative e alla logica personale che hanno sempre distinto la pratica dell’artista. Il progetto si articola in due parti. La prima, già in corso, presso il the Modern Institute di Glasgow fino alla fine di Ottobre, seguita poi dalla mostra a Torino.
Il titolo, A-A’, B-B’, fa riferimento a due cesure che avvengono a circa duecento anni di distanza l’una dall’altra, su due elementi di natura completamente diversa: Mosè salvato dalle acque, opera di Giovanni Battista Tiepolo, e una Fiat 125 Special di colore blu. L’auto era una delle preferite di Giovanni Agnelli, a lungo Presidente della casa automobilistica torinese e imprenditore italiano di enorme influenza. La capacità di Starling nell’individuare punti di contatto in storie a prima vista inconciliabili tra loro lega infatti il taglio del dipinto all’iconica figura dell’imprenditore.
Mosè salvato dalle acque, realizzato tra il 1736 e il 1738 circa, prende ispirazione da un’umile storia biblica che viene reinterpretata nel contesto mondano che riporta allo splendore delle corti del XVII secolo, ritraendone le caratteristiche più tipiche: donne di corte, alabardieri e uno stuolo di nani e levrieri simili a silfidi. In questo contesto perfino gli alabardieri, di basso lignaggio, sono abbigliati con nobile raffinatezza. Personaggi aristocratici sono ritratti in un dipinto dai tratti tipicamente artificiosi e opulenti, come in una messinscena. Agli inizi del XIX secolo il dipinto fu tagliato in due parti di dimensioni diverse: l’originaria struttura panoramica si trasforma in una scena più centrata e di impianto tradizionale, Mosè salvato dalle acque, che si separa da quella più anticonvenzionale dell’Alabardiere in un paesaggio. La prima sezione, più grande, è conservata presso la Galleria Nazionale di Scozia, mentre la seconda entra a far parte prima della collezione privata degli Agnelli e successivamente si lega in permanenza alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino.
Il doppio progetto di Starling prevede che le due installazioni si fondano in un processo di trasposizione e trasmutazione, sia geografica che materiale. Mosè salvato dalle acque, conservato in Scozia, è stato fotografato dall’artista e successivamente stampato in scala 1:1 per la mostra in Piazza Carignano a Torino, luogo in cui si custodisce il suo corrispettivo di più contenute dimensioni. Di contro la riproduzione fotografica del quadro torinese, l’Alabardiere in un paesaggio, è attualmente esposta presso The Modern Institute di Glasgow. La trasposizione geografica riflette la logica apparentemente brutale che ha portato alla divisione del quadro in due parti troncate, trovando seguito nel taglio materiale di uno dei modelli di auto preferite da Agnelli, una fiat 125 Special blu. L’automobile è stata accuratamente sezionata in due parti rispettando le proporzioni con le quali il quadro di Tiepolo è stato diviso. Nella mostra di Glasgow è esposta la parte più ampia dell’auto insieme alla riproduzione dell’Alabardiere in un paesaggio di Torino, mentre quella posteriore, più piccola, si giustappone alla riproduzione fotografia del dipinto più grande conservato in Scozia.
L’affascinante storia del dipinto diviso di Tiepolo è la fonte di ispirazione per Starling per la costruzione di un intreccio narrativo al quale prende parte la figura di Giovanni Agnelli. Nonostante l’indubbia condizione agiata e uno stile di vita elegante e raffinato, Agnelli ha sempre dimostrato empatia e solidarietà con la città e con i lavoratori della sua fabbrica tramite la passione condivisa per la Juventus – la famosa squadra di calcio di proprietà della famiglia – e anche con la scelta delle automobili a lui appartenute. Infatti, oltre a modelli fuoriserie, Agnelli possedeva una collezione di auto di serie personalizzate ad hoc che pur rispondendo ai suoi desideri, allo stesso tempo mostravano una sobrietà discreta lontana da clamorosi eccessi. Non a caso era spesso visto alla guida di una Fiat 125 Special, una berlina di serie destinata all’uso delle famiglie. L’unicità della sua targa, tuttavia, A00000 TO, faceva riferimento al titolo che lo accompagnava, L’Avvocato, e segnalava alle persone la sua presenza in città.
Quale ulteriore contributo all’intreccio narrativo e alla messinscena torinese, nella mostra sono inclusi due autoritratti dell’artista sotto altre vesti: due schematiche armature in ferro indossano maschere prodotte in collaborazione con il maestro Yasuo Miichi, mascheraio del teatro Noh. Una di esse prende le sembianze di Gianni Agnelli e l’altra dell’alabardiere di Tiepolo. I calchi della mano destra dell’artista rivestiti di pelle donano ulteriore definizione alle figure stilizzate. Nell’opera in cui l’artista si ritrae come Gianni Agnelli la mano sorregge la commedia nera Trumpets and Raspberries di Dario Fo (Clacson, Trombette e Pernacchie), nella quale si parla di uno scambio di identità tra Agnelli e un operaio della Fiat. In una seconda scultura l’artista assume invece la stessa posa della figura del dipinto di Tiepolo con in mano un’alabarda e lo sguardo rivolto a destra.
Le mani appaiono nuovamente in una serie di tre dagherrotipi dal titolo Hand of the Artist’s Father, Hand of the Artist, Hand of the Artist’s Son (Mano del Padre dell’Artista, Mano dell’Artista, Mano del Figlio dell’Artista). Queste immagini fatte di ombre – realizzate su fogli a specchio di rame placcato d’argento – riverberano una sull’altra, al pari del tempo che trasforma e lascia segni su un mano che sembra essere sempre la stessa.
Starling continua il suo racconto associando la qualità regale delle ambientazioni di Tiepolo alla produzione di auto della Fiat della fine degli anni Sessanta: una serie di foto ritraggono levrieri di razza e sono state realizzate nello studio fotografico che si trova nel distretto della fabbrica di Mirafiori a Torino. Gli ambienti di grandi dimensioni dotati di fondali bianchi e ininterrotti, progettati per fotografare le automobili, diventano inaspettatamente il giusto contorno per ritrarre dei purosangue – di solito bianchi – allevati da secoli con l’intento di costante perfezionamento della loro estetica.
A-A’, B-B’ testimonia ancora una volta l’interesse di Starling per la messinscena e le sue varie forme, già presente in opere quali Project for a Masquerade, Hiroshima, (2010; 2011) e in At Twilight (2016), esprimendo allo stesso tempo la sua passione per la storia materiale, industriale e del design di Torino. Il nuovo progetto sviluppa il solco prospettico tracciato da La Decollazione (2018) – opera realizzata per Manifesta 12 a Palermo – ispirata dalle caratteristiche materiali del capolavoro maltese di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, La decollazione di San Giovanni Battista (1608). Entrambe queste opera ultime prendono vita da uno spiccato ed evidente interesse per la pittura e l’allegoria, che si traduce invece in un viaggio nel tempo e nello spazio.
Simon Starling (Epsom, 1967) vive e lavora a Copenaghen. Starling ha vinto il Turner Prize nel 2005 ed è stato selezionato per il premio Hugo Boss nel 2004. Il suo lavoro è stato oggetto di esposizioni personali presso istituzioni pubbliche e private internazionali, tra le quali: Frac Ile-de-France, Le Plateau, Parigi (2019), Musée regional d’art contemporain, Sérignan, Francia (2017), Japan Society, New York, USA (2016), Museo Experimental El Eco, Città del Messico, Messico (2015), The Art Club of Chicago e Museum of Contemporary Art, Chicago, USA (2014), Monash University Museum of Art, Melbourne, Australia (2013), Staatsgalerie Stuttgart, Stoccarda, Germania (2013), Tate Britain, Londra (2013; 2009), Hiroshima City Museum of Contemporary Art, Hiroshima, Giappone (2011), Massachusetts Museum of Contemporary Art, North Adams, USA (2008), Power Plant, Toronto, Canada (2008), Musée d’art contemporain du Vel-de-Marne, Vitry-sur-Seine Francia e Temporäre Kunsthalle Berlin, Berlino, Germania (2009). Tra biennali e le mostre collettive internazionali ricordiamo la partecipazione a: 16a Biennale di Istanbul (2019), 12a Biennale di Shanghai (2018), Manifesta 12, Palermo (2018), 53a Biennale di Venezia, Padiglione Scozia (2009), Biennale di Lione (2007), 8a Biennale di Sharjah (2007), 26a Biennale di San Paolo (2004), 50a Biennale di Venezia (2003).
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