Tesori del patrimonio culturale albanese
Dal 24 Gennaio 2013 al 07 Aprile 2013
Torino
Luogo: Palazzo Madama
Indirizzo: piazza Castello
Orari: da martedì a sabato 10-18; domenica 10-19
Curatori: Apollon Baçe
Enti promotori:
- Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero del Turismo
- Cultura
- Gioventù e Sport della Repubblica d’Albania
- Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, gratuito ragazzi minori di 18 anni
Telefono per informazioni: +39 011 4433501
E-Mail info: daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it
Sito ufficiale: http://www.palazzomadamatorino.it/
La mostra propone un itinerario attraverso il patrimonio storico-culturale dell’Albania dalla Preistoria al XVII secolo e consente di riscoprire le componenti europee di alcune delle civiltà formatesi sulla costa orientale del mare Adriatico.
L’esposizione è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero del Turismo, Cultura, Gioventù e Sport della Repubblica d’Albania con l’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri italiano, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Città di Torino.
Come ci hanno insegnato i grandi storici delle Annales, molti dei luoghi che il Novecento ci ha abituato a percepire come barriere e come confini politici tra le nazioni, sono stati invece per secoli luoghi di incontro e di scambio tra diverse civiltà, aree di incubazione di nuove culture scaturite dall’intreccio dei linguaggi, delle tradizioni, delle idee.
È con questo spirito che dobbiamo oggi guardare al Mediterraneo e a quello stretto ramo di mare che si insinua tra la costa orientale italiana e la penisola balcanica, l’Adriatico, in passato collegamento diretto con le coste dell’Albania e della Grecia, ponte verso le grandi civiltà dell’Oriente.
Le 150 opere raccolte nella mostra “Tesori del patrimonio culturale albanese”, organizzata per il centenario dell’indipendenza dell’Albania (1912), raccontano la millenaria vicenda della sedimentazione e della trasformazione della cultura di un popolo che affonda le sue radici nell’età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma imperiale e, nel medioevo, accogliere i segni della civiltà dei comuni italiani, fino all’ingresso nell’orbita dell’impero ottomano (1479).
Le tracce di questa lunga trama storica sono documentate da reperti archeologici di uso comune(vasellame, scultura, bronzi, gioielli) e da oggetti di culto (tra cui uno splendente nucleo di icone) che vanno dal neolitico al XVIII secolo della nostra era e che consentono di ripercorrere idealmente anche i comuni destini dei popoli insediati sull’altra sponda dell’Adriatico, in quella penisola che oggi chiamiamo Italia.
Se la mostra rappresenta, da un lato, un’occasione per riscoprire le radici europee dell’Albania, dall’altro intende delineare l’antico e profondo rapporto con l’Italia, che da secoli dialoga e collabora con l’Albania e ne accoglie le comunità in diaspora.
Il percorso espositivo, organizzato cronologicamente e curato dal prof. Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, prende avvio dalla Preistoria, con oggetti in ceramica, gioielli, armi, statue dell’Antico Neolitico, dell’età del bronzo, dell’età del ferro e del periodo arcaico; vasi, manufatti, statue, ritratti, monete, stele istoriate illustrano l’Antichità, dal periodo ellenistico e romano, sino ad arrivare all’Alto Medioevo. Gran parte di questo tesoro è stato portato alla luce grazie all’opera di ricerca e scavo di archeologi albanesi ed europei, tra cui anche alcuni italiani, come Luigi Ugolini (1895–1936).
Il percorso giunge infine all’epoca bizantina presentando al pubblico una selezione di oggetti della liturgia bizantina, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia e realizzati tra il XII e il XVIII secolo: pur nella fissità dei modelli figurativi, le icone presenti in mostra illustrano la ricezione della pittura italiana del Trecento e le trasformazioni apportate dal maestro Onufri e dalla sua scuola, confermando l’estrema permeabilità della cultura albanese.
Il catalogo, pubblicato da Gangemi Editore, è a cura di Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, con la collaborazione di Shpresa Gjongecaj dell’Istituto di Archeologia d’Albania e di Neritan Ceka, archeologo e Consigliere del Primo Ministro per la Cultura e il Patrimonio Culturale Albanese, con il coordinamento generale e la direzione di Alessandro Nicosia. Il catalogo, oltre a uno studioinedito di Apollon Baçe sulle icone bizantine, include saggi di Neritan Ceka, Shpresa Gjongecaj e Sandro De Maria.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA:
Preistoria
Dal Neolitico (VI millennio a.C.) all’Età Arcaica (VII – VI sec. a.C.) attraverso la civiltà del bronzo e del ferro: le opere in mostra delineano lo sviluppo di una civiltà con importanti relazioni verso l’Egeo e la penisola italica.
Regni illirici e colonie greche
Le fondazioni dei primi centri urbani, le relazioni con le città della Grecia e della Magna-Graecia, fino alle raffinate produzioni del periodo ellenistico.
Epoca Romana
Dalla dominazione romana all’inizio del Medioevo attraverso gioielli, sculture in pietra, elementi decorativi e testimonianze dell’arte funeraria che marcano le tappe di un progressivo passaggio dal mimetismo della classicità greco-romana al simbolismo medievale.
L’arte bizantina
Lo sviluppo dell’arte sacra dal XII secolo al XVIII secolo attraverso la produzione del maestro Onufri che in pieno Cinquecento rinnova la tradizione pittorica delle icone ispirandosi al Trecento italiano; in mostra anche il paramento ricamato di Gllavenica, preziosa testimonianza di devozione e abilità artistica.
L’esposizione è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero del Turismo, Cultura, Gioventù e Sport della Repubblica d’Albania con l’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri italiano, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Città di Torino.
Come ci hanno insegnato i grandi storici delle Annales, molti dei luoghi che il Novecento ci ha abituato a percepire come barriere e come confini politici tra le nazioni, sono stati invece per secoli luoghi di incontro e di scambio tra diverse civiltà, aree di incubazione di nuove culture scaturite dall’intreccio dei linguaggi, delle tradizioni, delle idee.
È con questo spirito che dobbiamo oggi guardare al Mediterraneo e a quello stretto ramo di mare che si insinua tra la costa orientale italiana e la penisola balcanica, l’Adriatico, in passato collegamento diretto con le coste dell’Albania e della Grecia, ponte verso le grandi civiltà dell’Oriente.
Le 150 opere raccolte nella mostra “Tesori del patrimonio culturale albanese”, organizzata per il centenario dell’indipendenza dell’Albania (1912), raccontano la millenaria vicenda della sedimentazione e della trasformazione della cultura di un popolo che affonda le sue radici nell’età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma imperiale e, nel medioevo, accogliere i segni della civiltà dei comuni italiani, fino all’ingresso nell’orbita dell’impero ottomano (1479).
Le tracce di questa lunga trama storica sono documentate da reperti archeologici di uso comune(vasellame, scultura, bronzi, gioielli) e da oggetti di culto (tra cui uno splendente nucleo di icone) che vanno dal neolitico al XVIII secolo della nostra era e che consentono di ripercorrere idealmente anche i comuni destini dei popoli insediati sull’altra sponda dell’Adriatico, in quella penisola che oggi chiamiamo Italia.
Se la mostra rappresenta, da un lato, un’occasione per riscoprire le radici europee dell’Albania, dall’altro intende delineare l’antico e profondo rapporto con l’Italia, che da secoli dialoga e collabora con l’Albania e ne accoglie le comunità in diaspora.
Il percorso espositivo, organizzato cronologicamente e curato dal prof. Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, prende avvio dalla Preistoria, con oggetti in ceramica, gioielli, armi, statue dell’Antico Neolitico, dell’età del bronzo, dell’età del ferro e del periodo arcaico; vasi, manufatti, statue, ritratti, monete, stele istoriate illustrano l’Antichità, dal periodo ellenistico e romano, sino ad arrivare all’Alto Medioevo. Gran parte di questo tesoro è stato portato alla luce grazie all’opera di ricerca e scavo di archeologi albanesi ed europei, tra cui anche alcuni italiani, come Luigi Ugolini (1895–1936).
Il percorso giunge infine all’epoca bizantina presentando al pubblico una selezione di oggetti della liturgia bizantina, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia e realizzati tra il XII e il XVIII secolo: pur nella fissità dei modelli figurativi, le icone presenti in mostra illustrano la ricezione della pittura italiana del Trecento e le trasformazioni apportate dal maestro Onufri e dalla sua scuola, confermando l’estrema permeabilità della cultura albanese.
Il catalogo, pubblicato da Gangemi Editore, è a cura di Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, con la collaborazione di Shpresa Gjongecaj dell’Istituto di Archeologia d’Albania e di Neritan Ceka, archeologo e Consigliere del Primo Ministro per la Cultura e il Patrimonio Culturale Albanese, con il coordinamento generale e la direzione di Alessandro Nicosia. Il catalogo, oltre a uno studioinedito di Apollon Baçe sulle icone bizantine, include saggi di Neritan Ceka, Shpresa Gjongecaj e Sandro De Maria.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA:
Preistoria
Dal Neolitico (VI millennio a.C.) all’Età Arcaica (VII – VI sec. a.C.) attraverso la civiltà del bronzo e del ferro: le opere in mostra delineano lo sviluppo di una civiltà con importanti relazioni verso l’Egeo e la penisola italica.
Regni illirici e colonie greche
Le fondazioni dei primi centri urbani, le relazioni con le città della Grecia e della Magna-Graecia, fino alle raffinate produzioni del periodo ellenistico.
Epoca Romana
Dalla dominazione romana all’inizio del Medioevo attraverso gioielli, sculture in pietra, elementi decorativi e testimonianze dell’arte funeraria che marcano le tappe di un progressivo passaggio dal mimetismo della classicità greco-romana al simbolismo medievale.
L’arte bizantina
Lo sviluppo dell’arte sacra dal XII secolo al XVIII secolo attraverso la produzione del maestro Onufri che in pieno Cinquecento rinnova la tradizione pittorica delle icone ispirandosi al Trecento italiano; in mostra anche il paramento ricamato di Gllavenica, preziosa testimonianza di devozione e abilità artistica.
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