VITRUM - Dalla Sabbia alla luce. Scienza, storia e arte del vetro dalla scoperta ai nostri giorni

Dal 01 Febbraio 2021 al 13 Giugno 2021
Ivrea | Torino
Luogo: Museo civico Pier Alessandro Garda
Indirizzo: Piazza Ottinetti
Orari: Da lunedì a venerdì dalle ore 9,00 alle 13,00. Giovedì dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 14,30 alle ore 18,30. Orari soggetti a variazioni secondo le disposizioni anti Covid
Enti promotori:
- Comune di Ivrea
- Con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino
- Con il patrocinio di AIHV - Associazione Internazionale pour l'Histoire du Verre - Comitato Nazionale Italiano e Regione Piemonte
Prolungata: fino al 13 giugno 2021
Telefono per informazioni: +39 0125 634155
E-Mail info: musei@comune.ivrea.to.it
Sito ufficiale: http://www.museogardaivrea.it
La mostra - nata dalla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino e con la curatela di archeologi e storici dell’arte contemporanea - mira ad approfondire la conoscenza di un materiale affascinante (il vetro), poco rappresentato nelle collezioni museali, attraverso l’accostamento di reperti archeologici con opere d’arte provenienti da vari contesti, prossimi o lontanissimi nello spazio e nel tempo. Un’esposizione trasversale di grande portata storica e artistica, che dall’archeologia giunge fino all’arte contemporanea. Il percorso allestitivo, particolarmente curato, conduce e coinvolge il visitatore in un’esperienza immersiva ed emozionale, che affida alla luce e a cromie raffinate e di grande effetto il compito di dare voce e forma al racconto racchiuso nel vetro.
“La mostra Vitrum, grazie al comune denominatore del vetro, ha permesso di realizzare un’esposizione trasversale di grande portata storica e artistica, che dall’archeologia giunge fino all’arte contemporanea – commenta Costanza Casali, Assessore alla Cultura del Comune di Ivrea. L’allestimento, particolarmente curato, raggiunge pienamente l’obiettivo di coinvolgere il visitatore in un’esperienza immersiva ed emozionale, che affida alla luce e a cromie raffinate e di grande effetto il compito di dare voce e forma al racconto racchiuso nel vetro.
“Finalmente, dopo mesi di attesa, il museo torna ad accogliere il pubblico nelle proprie sale e offre l’opportunità di ammirare e scoprire alcuni autentici capolavori dell’arte vetraria – dichiara Paola Mantovani – Direttore del Museo Pier Alessandro Garda. L’esposizione è il frutto di un lungo lavoro di ricerca e collaborazione che vede coinvolti i maggiori istituti e musei nazionali. Prestiti prestigiosi e un allestimento ricercato hanno contribuito a rendere l’appuntamento con Vitrum un’occasione unica di conoscenza di un materiale poco rappresentato nei musei. La mostra, diffusa lungo tutte le sezioni del museo, permette di creare un dialogo tra antico e presente, e stimola inediti accostamenti e sublimi confronti che siamo certi potranno riempire di bellezza lo sguardo dei visitatori ed essere fonte di ispirazione per artisti e studiosi”.
La prima parte della mostra si pone in continuità con la sezione archeologica permanente del Museo, mirando ad arricchirne il panorama sulla vita quotidiana, le produzioni e i commerci dalla preistoria al medioevo grazie all’eccezionale occasione di presentare per la prima volta al pubblico i reperti in vetro rinvenuti nel 2019 nella necropoli di Volpiano, arricchiti dalla scelta di alcuni tra gli oggetti vitrei più significativi delle collezioni museali piemontesi, che consentono di ampliare l’arco cronologico dell’esposizione fino alle soglie del Rinascimento.
Nella seconda sezione, con un salto temporale, ma seguendo il filo delle affinità tecnologiche, è rappresentata la produzione delle vetrerie muranesi del Novecento, attraverso le opere di tre grandi geni artistici: Vittorio Zecchin, Napoleone Martinuzzi e Carlo Scarpa, al quale è oggi possibile attribuire un vaso della collezione Guelpa – Croff.
Chiude la mostra uno sguardo sulla contemporaneità italiana e straniera che, mediante le opere degli artisti giapponesi Tadao Ando e Yoichi Ohira, istituisce un legame con quattro vetri dipinti, della collezione orientale del Museo, recentemente restaurati.
A corredo della mostra il catalogo a cura di Angela Deodato e Paola Mantovani, edito da Pezzini.
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