Zamfira Facas. Trasformazioni
Dal 19 Settembre 2019 al 15 Ottobre 2019
Torino
Luogo: Galleria Febo e Dafne
Indirizzo: via della Rocca 17
Orari: dal martedì al venerdì 14.30-19.30; sabato 11-19 oppure su appuntamento
Sito ufficiale: http://www.feboedafne.org
“Trasformazioni”, la nuova personale dell’artista rumena Zamfira Facas (Bucarest, 1961), inaugura il 19 settembre 2019 ore 18:30 alla galleria Febo e Dafne di Torino. La mostra partecipa alla decima edizione di Ouverture organizzata dalla TAG, l’associazione delle gallerie Torinesi. L’esposizione prosegue fino al 15 ottobre 2019.
La personale Trasformazioni è il risultato di un’approfondita ricerca che la Facas ha condotto sul fiume Danubio. Partendo dall’analisi geomorfologica, etimologica e storica, l’artista arriva ad analizzare gli aspetti culturali e mitologici legati a questo importante fiume che attraversa tutta l’Europa centro-orientale. La mostra Trasformazioni narra il viaggio di un personificato Danubio che, partendo dalla Foresta Nera in Germania, raggiunge il Mar Nero toccando un lungo tratto di Romania, terra d’origine dell’artista. Il lungo percorso e gli incontri con territori, popolazioni e culture eterogenee, mutano la “personalità” del fiume. Esso assume l’identità di Ister, parola etrusca che significa attore - ma che era anche il nome col quale gli antichi greci chiamavano il Danubio – e finisce per prendere la forma delle isole e dei fiumi che incontra durante il viaggio. Secondo la mitologia, fu la stessa Europa a volere che il Danubio bagnasse tutti i suoi paesi.
I quadri-sculture in mostra, realizzati con tessuti, canape e pellami, narrano questa storia leggendaria come metafora contemporanea legata ad un territorio vasto, eterogeneo e culturalmente ricchissimo.
Zamfira Facas realizza sculture tessili con le quali ha consolidato negli anni un personalissimo linguaggio - una originale sintesi tra arte, design e artigianato – per realizzare opere dal forte valore simbolico. I temi dominanti della sua ricerca sono legati ai valori universali dell’umanità - come la vita, la morte, la sofferenza, la guerra - e all’impegno sociale contro povertà ed emarginazione. La stoffa, l’elemento che compone le sue opere, è la metafora dei percorsi, delle vite degli individui, del loro incrociarsi per costituirsi in società e per costruirne la storia. La trama e l’ordito sono il simbolo di quanto un filo sia delicato e debole, forse addirittura insignificante, nella sua piccolezza, ma unico. Ogni singolo filo, ogni individuo quindi, una volta intrecciato ad infiniti altri fili, è indispensabile alla costituzione di strutture solide, morbide, flessibili, accattivanti per la loro bellezza, utili e versatili. La sua tecnica assume quindi il valore metaforico della rappresentazione del tessuto sociale, delle sue bellezze e delle sue contraddizioni.
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