Koen van den Broek. Shadows

Koen van den Broek, Landscapes (Keeler, USA), 2007, olio su tela, cm 110x165

 

Dal 08 Settembre 2012 al 09 Dicembre 2012

Arco | Trento

Luogo: MAG - Museo Alto Garda

Indirizzo: via Segantini 9

Orari: da martedì a domenica 10-18

Curatori: Giovanna Nicoletti

Enti promotori:

  • MAG

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0464 573869

E-Mail info: MUSEO@COMUNE.RIVADELGARDA.TN.IT

Sito ufficiale: http://www.museoaltogarda.it/


Il MAG, Museo Alto Garda, apre nello spazio espositivo di Palazzo dei Panni di Arco la prima mostra personale di Koen van den Broek in Italia. L'artista, nato in Belgio nel 1973, è una delle personalità artistiche di grande rilievo nel panorama della ricerca delle arti visive contemporanee. 
Da sempre attento alla rappresentazione della realtà attraverso l'uso della fotografia e della pittura, Koen van den Broek è un curioso scopritore di spazi urbani e di paesaggi naturali. 
Per questa ragione è particolarmente interessante scoprire, attraverso le sue opere, il suo modo personale di tradurre i dati della natura. Il tema della rappresentazione del paesaggio,come luogo di osservazione e di materializzazione delle poetiche del nostro tempo, nelle sue diverse e possibili declinazioni, è, infatti, il filo conduttore del progetto espositivo e di ricerca del Museo Alto Garda.

La pittura di Koen van den Broek nasce da sequenze paesaggistiche non immaginate ma piuttosto fotografate della realtà. fotografia coglie il particolare che la pittura può permettersi di cancellare o di modificare per sovrapposizioni di stesure di colore, restituendo un nuovo punto di osservazione.
I bordi degli spazi urbani cos? come il paesaggio sono fisicamente attraversati e osservati dall'occhio, sono catturati dallo strumento fotografico e sono decostruiti nella pittura. Sono ambienti naturali e urbani, visioni panoramiche allargate dove lo sguardo si trasferisce da un andamento orizzontale del paesaggio, come nelle opere realizzate nei primi anni del 2000, ad una osservazione minuziosa dello spazio che calpestiamo, nei lavori più recenti.
In entrambi i casi il paesaggio sembra essere trattato come un pretesto per eliminare i particolari e lasciare pieno spazio a ciò che è essenziale. Nei panorami tradizionali la figura umana non compare nella sua consueta accezione ma viene accennata attraverso la presenza di architetture, case ed edifici, o mezzi meccanici, dei quali si intravvedono singole parti.

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