Luca Chistè. Kapadokya
Dal 26 Aprile 2013 al 05 Maggio 2013
Trento
Luogo: SASS - Spazio archeologico sotterraneo del Sas
Indirizzo: piazza Cesare Battisti
Orari: da martedì a domenica 9-13/ 14-17.30
Curatori: Eva Lavinia Maffei
Telefono per informazioni: +39 0461 230171
E-Mail info: sopr.librariarchivisticiarcheologici@provincia.tn.it
Sito ufficiale: http://www.trentinocultura.net
"Kapadokya" verrà proposta nell'ambito delle esposizioni previste per il 61° Film Festival della montagna di Trento. La rassegna, coincidente con la data di inizio del Festival, inaugura giovedì 25 aprile - ad ore 12.00 nelle affascinanti sale del S.A.S.S., Spazio Archelogico Sotterraneo del Sas di Trento, ubicato in P.zza Cesare Battisti (nota anche come "Piazza Italia"). Sono previsti l'incontro con la curatrice e l'autore e un brindisi, a seguire, presso Palazzo Roccabruna. Nell'ambito della rassegna saranno proposte 30 immagini fine/art sulla regione della Cappadocia , ottenute da scatti eseguiti con camere a banco ottico, medio formato e, per qualche suggestivo scatto in volo, con sistemi digitali. La rassegna si integra con il percorso monografico del Film Festival che quest'anno è peculiarmente dedicato alla Turchia. Segnalo altri due eventi che accompagneranno la rassegna. - Il primo è previsto per sabato 27 aprile: alle ore 23.00, sempre nelle sale del S.A.S.S, avrà luogo un reading sulla città di Istanbul con la lettura di alcuni particolari brani, musiche e sonorità turche, che saranno accompagnate da alcune mie immagini della capitale turca proiettate come sfondo. - Il secondo evento, invece, è programmato per lunedì 29 aprile. Alle ore 18.30, presso la sede di Hortus Artieri (Vicolo dei Birri, vicinanze p.zza Duomo, a Trento), Eva Lavinia Maffei coordinerà un incontro con il pubblico e due dei fotografi espositori presenti al Film Festival: Michele Dalla Palma e Luca Chistè per un confronto sulle diverse modalità con cui entrambi rappresentano, attraverso le proprie immagini, il viaggio e la ricerca di territorio.
La Cappadocia è il luogo dove l'arte della natura si unisce a quella dell'uomo forgiando un paesaggio unico e affascinante. Il tufo è la materia di un'enorme scultura naturale che è stata poi ulteriormente lavorata dall'insediamento umano. Il passaggio di diverse civiltà, in epoche di pace e di guerre, ha creato un panorama singolare, nell’ambito del quale i presidi umani si sono vieppiù sovrapposti alle concrezioni di una natura che, in questi luoghi, ha dimostrato tutto il suo potenziale morfologico e creativo. E' uno spazio antropico ricco di stimoli e fecondo per le generazioni di fotografi che, in Cappadocia, si sono confrontati per raccontarlo. Chistè ritorna al bianco/nero, ottenuto da negativi in grande e medio formato, dopo le recenti e sperimentali incursioni compiute con l’Iphoneography. Anche in questo caso il lavoro di analisi e ricerca sul soggetto è altamente strutturato e frutto di una regia lenta e meticolosa che, ancor più che in altre circostanze, appare specifico delle riprese “large format” di adamsiana e westoniana memoria, a cui l’autore da sempre si sente ispirato. Per riuscire a riportare alla visione tutti i possibili dettagli di una realtà incessantemente plasmata dalla luce – spesso abbacinante – e dai grandissimi contrasti tonali, la calligrafia del bianco/nero diviene scelta consapevole e necessaria, soprattutto se dilatata dal potenziale tecnico investito. Chistè, con l’impiego del sistema zonale in ripresa e lo sviluppo del materiale negativo con particolari formulazioni, riesce a cogliere tutti i segni che il gioco luce-ombra crea tra gli insediamenti rupestri, i piccoli fori, le rotondità. La “materia”, sia che si tratti di insediamenti umani o di paesaggi naturalistici “tout-court”, è raccontata da una fotografia che cerca di cogliere, attraverso il gioco formale e la nitidezza di texture, l’intima essenza che la caratterizza. Nelle composizioni operate sul vetro smerigliato del suo banco ottico, dove tutto appare rovesciato – sotto/sopra, sinistra/destra – rispetto alla normale visione, l’autore “contempla” la forza della natura e gli habitat umani e li ricompone, con l'anima del fotografo viaggiatore, per ritrarre qualcosa che appaghi la sua immensa passione.
Le trenta immagini di questa rassegna sono l’estratto monografico di un reportage molto vasto che l’autore ha realizzato durante il suo viaggio in Turchia nel 2010; questa inedita presentazione al pubblico è parte di un più ampio lavoro che ha coinvolto i territori e grandi città di questo paese, che – attraversato da forme di un interessante e caleidoscopico neo-urbanesimo – testimonia il desiderio di volersi proiettare, a ritmi vorticosi, verso una stagione di europeistica modernità. Eva Lavinia Maffei NOTE TECNICHE SULLE IMMAGINI Le immagini di questa rassegna sono state ottenute da riprese realizzate con fotocamere analogiche in medio e grande formato (rispettivamente 6x7cm e 4x5”), ad eccezione delle viste dall’alto, fatte nel corso di un viaggio in mongolfiera, eseguite con fotocamera digitale “full-frame”. L’autore gestisce in proprio l’intero processo di sviluppo e stampa delle immagini che, con i materiali impiegati – carte cotone al 100% e specifici inchiostri – , sono pienamente certificabili come fine-art prints. La tiratura delle stampe, per chi fosse interessato all’acquisto, è limitata a 5 copie/immagine più una p.d.a. (prova d’autore).
La Cappadocia è il luogo dove l'arte della natura si unisce a quella dell'uomo forgiando un paesaggio unico e affascinante. Il tufo è la materia di un'enorme scultura naturale che è stata poi ulteriormente lavorata dall'insediamento umano. Il passaggio di diverse civiltà, in epoche di pace e di guerre, ha creato un panorama singolare, nell’ambito del quale i presidi umani si sono vieppiù sovrapposti alle concrezioni di una natura che, in questi luoghi, ha dimostrato tutto il suo potenziale morfologico e creativo. E' uno spazio antropico ricco di stimoli e fecondo per le generazioni di fotografi che, in Cappadocia, si sono confrontati per raccontarlo. Chistè ritorna al bianco/nero, ottenuto da negativi in grande e medio formato, dopo le recenti e sperimentali incursioni compiute con l’Iphoneography. Anche in questo caso il lavoro di analisi e ricerca sul soggetto è altamente strutturato e frutto di una regia lenta e meticolosa che, ancor più che in altre circostanze, appare specifico delle riprese “large format” di adamsiana e westoniana memoria, a cui l’autore da sempre si sente ispirato. Per riuscire a riportare alla visione tutti i possibili dettagli di una realtà incessantemente plasmata dalla luce – spesso abbacinante – e dai grandissimi contrasti tonali, la calligrafia del bianco/nero diviene scelta consapevole e necessaria, soprattutto se dilatata dal potenziale tecnico investito. Chistè, con l’impiego del sistema zonale in ripresa e lo sviluppo del materiale negativo con particolari formulazioni, riesce a cogliere tutti i segni che il gioco luce-ombra crea tra gli insediamenti rupestri, i piccoli fori, le rotondità. La “materia”, sia che si tratti di insediamenti umani o di paesaggi naturalistici “tout-court”, è raccontata da una fotografia che cerca di cogliere, attraverso il gioco formale e la nitidezza di texture, l’intima essenza che la caratterizza. Nelle composizioni operate sul vetro smerigliato del suo banco ottico, dove tutto appare rovesciato – sotto/sopra, sinistra/destra – rispetto alla normale visione, l’autore “contempla” la forza della natura e gli habitat umani e li ricompone, con l'anima del fotografo viaggiatore, per ritrarre qualcosa che appaghi la sua immensa passione.
Le trenta immagini di questa rassegna sono l’estratto monografico di un reportage molto vasto che l’autore ha realizzato durante il suo viaggio in Turchia nel 2010; questa inedita presentazione al pubblico è parte di un più ampio lavoro che ha coinvolto i territori e grandi città di questo paese, che – attraversato da forme di un interessante e caleidoscopico neo-urbanesimo – testimonia il desiderio di volersi proiettare, a ritmi vorticosi, verso una stagione di europeistica modernità. Eva Lavinia Maffei NOTE TECNICHE SULLE IMMAGINI Le immagini di questa rassegna sono state ottenute da riprese realizzate con fotocamere analogiche in medio e grande formato (rispettivamente 6x7cm e 4x5”), ad eccezione delle viste dall’alto, fatte nel corso di un viaggio in mongolfiera, eseguite con fotocamera digitale “full-frame”. L’autore gestisce in proprio l’intero processo di sviluppo e stampa delle immagini che, con i materiali impiegati – carte cotone al 100% e specifici inchiostri – , sono pienamente certificabili come fine-art prints. La tiratura delle stampe, per chi fosse interessato all’acquisto, è limitata a 5 copie/immagine più una p.d.a. (prova d’autore).
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