Sergio De Carli. (WAGON)

Sergio De Carli. (WAGON)

 

Dal 17 Febbraio 2017 al 06 Marzo 2017

Trento

Luogo: Galleria Fogolino

Indirizzo: via SS. Trinità 30

Curatori: Adriano Fracalossi

Enti promotori:

  • Galleria Fogolino

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0461 234482

E-Mail info: galleriafogolino@gmail.com

Sito ufficiale: http://galleriadartefogolino.wordpress.com/wagon-di-sergio-de-carli/



La Galleria D’Arte Moderna M. Fogolino ha il piacere di invitarvi, venerdì 17 Febbraio alle ore 18, all’inaugurazione della personale “(WAGON)” dove saranno esposte le opere di Sergio De Carli.

La mostra (Wagon) presenta un ciclo di opere di Sergio De Carli, perlopiù degli anni’90, importanti, oltre che per la loro qualità, per capire il percorso successivo dell’autore. Sono lavori che prendono spunto dai vagoni ferroviari: motivi che ad uno sguardo distratto possono apparire decisamente banali, ma che inquadrati in un certo modo e situati in un diverso contesto acquistano nuove particolari risonanze espressive.

Vi troviamo soprattutto scritte: alcune isolate e riprese tali e quali nella loro evidenza, altre parte di uno spazio piano in cui si evidenzia, tra l’altro, una minimale ma efficacie scansione compositiva. In ogni caso quello che appare evidente è la precisione quasi letterale con cui questi motivi sono riportati. Sono delle ripetizioni che si pongono quasi come repliche in una sorta di vertiginoso movimento a ritroso che con tempi e scansioni diverse, attraverso una serie di approssimazioni sempre più fedeli, si configura come un raddoppiamento leggermente sfasato di un originale che è altrove ma sembra presente.

Tutto questo sostenuto da una resa attenta della materia; superfici che hanno una loro corporeità perlopiù degradata, rugginosa e corrosa , fatta di ridipinture e un sovrapporsi di scritte e abrasioni, dove la contingenza gioca sempre un ruolo ma che alla fine che si fanno forma coerente e raffinata. Sono sintomi eloquenti di una dimensione temporale che si fa metafora dell’imperfezione della condizione umana. Una epica minimale delle cose che ci dice se una possibile redenzione c’è, passa per la consapevolezza di vivere in una condizione di molteplicità, costituita da un intrecciarsi mutevole di percorsi e memorie di cui un ordine conclusivo non è mai dato una volta per tutte. Adriano Fracalossi

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