Colore come illusione. Grafica, pubblicità, manifesto

Roberto Aloi, Matite nazionali Presbitero, 1924

 

Dal 07 Dicembre 2019 al 19 Aprile 2020

Treviso

Luogo: Museo nazionale Collezione Salce

Indirizzo: via Carlo Alberto 31

Orari: Museo nazionale Collezione Salce: dal giovedì alla domenica 10-18. Tipoteca Italiana: dal lunedì al sabato 9-13 | 14-18

Enti promotori:

  • MiBACT - Polo Museale del Veneto

Telefono per informazioni: +39 0422 591936

E-Mail info: pm-ven.collezionesalce@beniculturali.it

Sito ufficiale: http://www.collezionesalce.beniculturali.it



Il Museo nazionale Collezione Salce, in collaborazione con Tipoteca Italiana, organizza dal 7 dicembre 2019 al 19 aprile 2020, l'esposizione Colore come illusione. Grafica, pubblicità, manifesto. La mostra, allestita nelle due sedi, si propone di esplorare il significato del colore nei manifesti pubblicitari della Collezione Salce.

Sabato 7 dicembre, primo giorno di mostra, l'ingresso al Museo nazionale Collezione Salce sarà gratuito per tutti.

Nel complesso di San Gaetano a Treviso sono allestite tre sezioni: Un colore da bere, Luci e colori: città e casa, Il viaggio a colori: la vacanza e la festa. Tipoteca Italiana ospita invece una selezione di manifesti e locandine, sempre della Collezione Salce, dedicata agli inchiostri: Colori per scrivere, stampare, leggere.

Lo storico del colore, Manlio Brusatin, ispiratore della mostra, guida il visitatore in un percorso di sensazioni, innescato da immagini di forte impatto cromatico, quali sono le affiches pubblicitarie. Scopriamo così che la memoria postmoderna, e l'inevitabile nostalgia che ne segue, è quella di noi consumatori di merci. La pubblicità, con la sua palette illimitata di tinte sintetiche, si è appropriata anche dell'emozione del ricordo.

Dalla sua comparsa, la comunicazione a scopo commerciale ha sempre cercato la massima concentrazione espressiva con il minimo impiego di mezzi. Il cartellone pubblicitario nasce nella seconda metà dell'Ottocento per essere letto dal passante frettoloso e distratto, in un contesto urbano sempre più affollato e rumoroso: il messaggio deve essere colto al primo sguardo, senza ambiguità. La formula vincente sarà la semplificazione figurativa e cromatica.
I cartelloni potranno però convertirsi al colore solo grazie a Godefroy Engelmann, che nel 1837 deposita un primo brevetto per la stampa in cromolitografia. Dalla fine degli anni Sessanta dell'Ottocento, in seguito ai miglioramenti tecnici importati da Londra, fa la sua comparsa il manifesto pubblicitario illustrato e colorato, ad opera di Jules Chéret e dell'Imprimerie Chaix. Nel 1904 il litografo statunitense Ira W. Rubel scopre la possibilità di trasportare un’immagine inchiostrata mediante un cilindro rivestito con tela gommata: nasce la stampa offset. Si diffonderà solo successivamente, rendendo più semplice e veloce produrre grosse tirature di manifesti.

Accompagna la mostra una pubblicazione con contributo di Manlio Brusatin e ricerche iconografiche di Valeria Arena, per i tipi di Grafiche Antiga. Nel testo l'autore conclude:

Che cosa sia il colore non ha ancora una precisa risposta: sappiamo però che cosa può succedere se improvvisamente ci capitasse di non vedere più i colori. Il colore, rispetto alla normale visione animale e umana, non è solamente un fenomeno della luce ma una percezione dei nostri occhi e un'elaborazione del nostro cervello.

Manlio Brusatin

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