Marco Maria Zanin. Abitare l'anima

Marco Maria Zanin. Abitare l'anima, Spazi Bomben, Treviso

 

Dal 01 Febbraio 2014 al 23 Febbraio 2014

Treviso

Luogo: Fondazione Benetton Studi Ricerche - Spazi Bomben

Indirizzo: via Cornarotta

Orari: da martedì a venerdì 15-20; sabato e domenica 10-20

Curatori: Fortunato D'Amico

Enti promotori:

  • Ala - Assoarchitetti di Treviso

Telefono per informazioni: +39 340 3244902/ 049 5217161/ 340 3405421

E-Mail info: info@marcomariazanin.com

Sito ufficiale: http://treviso.italiadellacultura.it


Dalla nebbia della campagna padovana ai grattacieli di San Paolo del Brasile: un viaggio nello spazio e nell'anima attraverso dodici immagini realizzate da Marco Maria Zanin, giovane fotografo padovano, raccolte in Abitare l'anima, mostra che inaugura sabato 1 febbraio alle 18 agli Spazi Bomben a Treviso, e che sarà aperta fino al 23 febbraio. Dopo Milano, in via di conclusione, Abitare l'anima è l'unico appuntamento in Veneto, terra d'origine di Zanin, di una trilogia di mostre che fino a primavera vedrà il lavoro del fotografo in esposizione anche a Roma. E non è un caso che la mostra abbia il patrocinio di Ala - Assoarchitetti di Treviso, organizzatrice del premio internazionale Dedalo Minosse, e che sia ospitata negli Spazi Bomben della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, istituzione impegnata nella salvaguardia e nella promozione della cultura del paesaggio. All'inaugurazione parteciperanno il fotografo Marco Maria Zanin, il curatore Fortunato D'Amico e Marcella Gabbiani, responsabile del premio Dedalo Minosse: l'evento sarà anche l'occasione di presentare in anteprima il libro fotografico di Zanin, che porta il medesimo titolo Abitare l'anima.
Zanin con le sue opere porta il visitatore ad accompagnarlo come viaggiatore in due luoghi apparentemente agli antipodi: da un lato la quiete della campagna veneta e dei suoi rustici decadenti, colta volutamente in giorni di nebbia, dall'altro la forza della metropoli brasiliana catturata dall'alto dei suoi grattacieli. Con uno sguardo, afferma il curatore D'Amico, che «osserva aperture inaspettate di paesaggi urbani e rurali, svelando dietro le immagini delle architetture, o dei ruderi, altri universi sensibili inclini a raccontare le storie degli uomini». Ma anche le storie dei territori raffigurati, ai quali con la propria arte Zanin vuole restituire valore. La mostra si compone quindi didodici fotografie dove la forza risiede non solo nell’immagine, ma anche nella realizzazione materiale dell’opera stessa: dallo scatto con il banco ottico su una pellicola 10x12 centimetri fino alle grandi stampe d’arte di 150x180 centimetri realizzate su carta di cotone.

Marco Maria Zanin nasce a Padova nel 1983 e sin da bambino, a causa di un grave difetto cardiaco, poi superato, comincia a sperimentare quell’intimo e profondo rapporto con la vita che in seguito esprimerà anche attraverso la sua arte. Umanista eclettico, si laurea prima in lettere e filosofia e poi in scienze politiche, e prima che con la fotografia esplora l’universo umano attraverso lo studio di varie culture, la pratica e l’approfondimento di discipline olistiche, e numerosi viaggi. Trova nella fotografia lo strumento privilegiato per relazionarsi con il mondo. Vive e lavora tra Padova e San Paolo del Brasile.

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