Pedro Cano. IX Mediterranei
Dal 27 Gennaio 2013 al 03 Marzo 2013
Treviso
Luogo: Fondazione Benetton
Indirizzo: via Cornarotta 7
Orari: da martedì a venerdì 15-20; sabato e domenica 10-20
Enti promotori:
- Fondazione Benetton Studi Ricerche
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0422 5121
E-Mail info: ufficiostampa@fbsr.it
Sito ufficiale: http://www.fbsr.it
La Fondazione Benetton Studi Ricerche patrocina e ospita da domenica 27 gennaio a domenica 3 marzo 2013 negli spazi Bomben di Treviso la mostra IX Mediterranei, personale dell’artista spagnolo Pedro Cano, gran pittore d’acquarelli – come scrive Stefano Malatesta, scrittore e giornalista –, che giunge in Veneto, avvalendosi dell’organizzazione e della cura di Laura Romano, Galleria Elle Arte di Palermo, dopo esser stata accolta con successo a Cartagena (33mila visitatori nei due mesi di permanenza) e a Roma (quasi 40mila visitatori nei primi due mesi di apertura ai Mercati di Traiano). L’inaugurazione pubblica è in programma sabato 26 gennaio alle ore 18.
Un percorso originalissimo, personale, affettivo, attraverso tre isole: Maiorca, Patmos, Sicilia, e sei città: Alessandria d’Egitto, Cartagena, Istanbul, Napoli, Spalato, Venezia, nove simboli del Mediterraneo, nove luoghi del mito, ritratti in sei opere ciascuno (cm. 75x75), per un totale di cinquantaquattro carte.
Un lungo viaggio che traccia, con la magica evocazione della tecnica dell’acquerello e attraverso il filtro del vissuto personale e della memoria dell’artista, il cammino della cultura mediterranea, filo conduttore di un labirinto fantastico all’interno di un suggestivo racconto per immagini.
Mutevoli e sfuggenti, ma con un’aura di eternità, pervasi da luci morbide e diffuse, questi sono i luoghi ritratti da Pedro Cano. La scelta del pittore è stata quella di descrivere ognuno di essi con riferimenti non soltanto alle testimonianze artistiche e storiche delle civiltà mediterranee, ma anche alle tradizioni culturali, spesso cogliendone aspetti inediti e connotazioni inconsuete. Pur trattandosi infatti di siti estremamente pittoreschi, la raffinata ricerca di Cano ne ha individuato originalissime letture, lontane dalla banale evocazione di luoghi comuni e di abusate rappresentazioni.
Ed ecco i vecchi alfabeti di Alessandria, i ritratti di Alessandro Magno ripresi da marmi e antiche monete, mappe del porto quando la città aveva ancora la parvenza di sosta per carovane. A Cartagena Pedro Cano fa convivere i tonni e i polipi che si asciugano al vento, con una piccola immagine del teatro, come in un rompicapo in bianco e nero dove ci sono anche le anfore esili che arrivavano a Roma e che quando si rompevano, si accumulavano nella città eterna.
Istanbul vuol dire Santa Sofia, gran tempio del cristianesimo eretto per volere di Giustiniano, l’opera più importante che conserva oggi questa città, incontro dell’architettura cristiana e islamica. L’attenzione dell’artista non si è concentrata sul caleidoscopio di mercati, spezie e tappeti che si mescolano con argento e sete colorate, ma su questo spazio millenario prototipo di tutta l’architettura religiosa del mondo islamico.
Le grate di un chiostro della certosa di Valldemossa – tra le colline circondate da orti – unica rappresentazione di Maiorca, ci rimandano il frangere delle onde anche se da lì non si vede il mare. Una rappresentazione che ricorda una Maiorca fatta non solo di marinai ma anche di un’agricoltura fonte di alimentazione, perno principale di questo giardino interno. Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie. Napoli con il sole che invade alcune case e ne dimentica altre. Ma è la Smorfia – con le novantuno raffigurazioni numeriche – la sua vera faccia e Pedro Cano rappresenta con altrettante immagini questa specie di enciclopedia naturale della città, aprendoci la porta di un mondo di tradizioni fantastiche.
L’isola greca di Patmos viene descritta da ghirlande, ispirandosi alla tradizione che il primo giorno di maggio fa raccogliere nei campi rami di ulivo, grano, uva, rose, limoni, lavanda per decorare con queste composizioni le porte delle case, una sorta di buon augurio dalla spiritualità antica per gli abitanti dell’isola che celebrano i doni che la terra offre in quel periodo. Le memorie greche della Sicilia sono raccontate dal confronto con la scultura: la Venere di Siracusa e il calore della pelle rappresentato dalla pietra e la carnalità del suo gesto, il Satiro Danzante – ritrovato dopo secoli nei fondali marini di Mazara del Vallo – col corpo che pare spiccare un salto nell’aria, il Giovane di Mozia conservato in un museo circondato da alberi di pino, che incanta per la modernità dell’enorme pezzo di marmo bianco che lascia intravedere il corpo di un uomo.
Spalato, prima dimora e mausoleo dell’Imperatore Diocleziano, poi rifugio, infine città che oggi ospita quasi tremila persone. Ed ecco immagini di labirinti di case e palazzi, un luogo che non ha spazi esterni o interni ma racchiude entrambe le opzioni, le raffigurazioni delle quattro porte, ognuna con il nome di un metallo, che conducono sempre nella città-palazzo o palazzo-città.
Impossibile – dice Pedro Cano – dipingere Venezia dopo Turner. Bisognava individuare uno spunto molto veneziano ma non banale. E lo ha trovato nei colori malinconici della laguna e delle sue paline, i pali che spuntano dall’acqua, a volte attracco per le gondole ma spesso solitari, come nel libro di Joseph Brodsky su Venezia, che parla di vecchi specchi imprigionati negli oscuri palazzi dei canali e che, poiché nessuno li guarda, hanno dimenticato di riflettere le immagini.
Nove luoghi della memoria, nove rielaborazioni profonde e affascinanti del vagare di un artista, Pedro Cano, che diventano, da appunti di viaggio, testimonianze di civiltà, di antichità ma anche di futuro. Un Mediterraneo che trova nelle radici della propria storia anche quella dell’artista e del suo eterno vagabondare.
«Dopo la serie di lavori dedicati alle mura di Roma e l’esperienza unica del dialogo aperto con Italo Calvino nelle città invisibili, torno di nuovo agli acquarelli dedicando un ciclo al Mediterraneo» racconta Pedro Cano «il Mediterraneo è stato lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita, e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta, tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei viaggi. Un viaggio sentimentale saltando attraverso l’immenso specchio azzurro il cui nome, secondo lo scrittore croato Predrag Matvejevi?, trae l’origine dal fatto di essere situato tra le terre, Terre dove sono nate le più grandi civiltà occidentali e la cui diversità culturale, linguistica ed etnografica lo rendono un luogo unico nel mondo».
Attività collaterali
Incontri con l’artista
Domenica 27 gennaio 2013 Pedro Cano sarà a disposizione del pubblico per una visita guidata per adulti alle ore 11; alle ore 16 è in programma uno speciale incontro per bambini e famiglie per avvicinare al mondo della pittura e alla tecnica dell’acquerello in modo semplice e divertente, con la possibilità per i più piccini di sperimentare l’utilizzo di tavolozze e pennelli.
Iscrizione obbligatoria. Ingresso libero.
Corso di acquerello per bambini
Pedro Cano terrà nei pomeriggi di lunedì 28 e martedì 29 gennaio 2013 uno speciale corso di acquerello per bambini della scuola primaria. Una fantastica occasione per i più piccini per immergersi nel vivo dell’esperienza della pittura e dei colori.
Parteciperanno gli allievi della classe IV della scuola primaria San Giovanni Bosco di Treviso, accompagnati dalla maestra Manuela Mulato.
Corso di acquerello per adulti
Giovedì 31 gennaio, venerdì 1 e sabato 2 febbraio 2013 il maestro spagnolo terrà un corso di acquerello per giovani artisti. Le iscrizioni sonno state chiuse ai primi di gennaio.
Un percorso originalissimo, personale, affettivo, attraverso tre isole: Maiorca, Patmos, Sicilia, e sei città: Alessandria d’Egitto, Cartagena, Istanbul, Napoli, Spalato, Venezia, nove simboli del Mediterraneo, nove luoghi del mito, ritratti in sei opere ciascuno (cm. 75x75), per un totale di cinquantaquattro carte.
Un lungo viaggio che traccia, con la magica evocazione della tecnica dell’acquerello e attraverso il filtro del vissuto personale e della memoria dell’artista, il cammino della cultura mediterranea, filo conduttore di un labirinto fantastico all’interno di un suggestivo racconto per immagini.
Mutevoli e sfuggenti, ma con un’aura di eternità, pervasi da luci morbide e diffuse, questi sono i luoghi ritratti da Pedro Cano. La scelta del pittore è stata quella di descrivere ognuno di essi con riferimenti non soltanto alle testimonianze artistiche e storiche delle civiltà mediterranee, ma anche alle tradizioni culturali, spesso cogliendone aspetti inediti e connotazioni inconsuete. Pur trattandosi infatti di siti estremamente pittoreschi, la raffinata ricerca di Cano ne ha individuato originalissime letture, lontane dalla banale evocazione di luoghi comuni e di abusate rappresentazioni.
Ed ecco i vecchi alfabeti di Alessandria, i ritratti di Alessandro Magno ripresi da marmi e antiche monete, mappe del porto quando la città aveva ancora la parvenza di sosta per carovane. A Cartagena Pedro Cano fa convivere i tonni e i polipi che si asciugano al vento, con una piccola immagine del teatro, come in un rompicapo in bianco e nero dove ci sono anche le anfore esili che arrivavano a Roma e che quando si rompevano, si accumulavano nella città eterna.
Istanbul vuol dire Santa Sofia, gran tempio del cristianesimo eretto per volere di Giustiniano, l’opera più importante che conserva oggi questa città, incontro dell’architettura cristiana e islamica. L’attenzione dell’artista non si è concentrata sul caleidoscopio di mercati, spezie e tappeti che si mescolano con argento e sete colorate, ma su questo spazio millenario prototipo di tutta l’architettura religiosa del mondo islamico.
Le grate di un chiostro della certosa di Valldemossa – tra le colline circondate da orti – unica rappresentazione di Maiorca, ci rimandano il frangere delle onde anche se da lì non si vede il mare. Una rappresentazione che ricorda una Maiorca fatta non solo di marinai ma anche di un’agricoltura fonte di alimentazione, perno principale di questo giardino interno. Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie. Napoli con il sole che invade alcune case e ne dimentica altre. Ma è la Smorfia – con le novantuno raffigurazioni numeriche – la sua vera faccia e Pedro Cano rappresenta con altrettante immagini questa specie di enciclopedia naturale della città, aprendoci la porta di un mondo di tradizioni fantastiche.
L’isola greca di Patmos viene descritta da ghirlande, ispirandosi alla tradizione che il primo giorno di maggio fa raccogliere nei campi rami di ulivo, grano, uva, rose, limoni, lavanda per decorare con queste composizioni le porte delle case, una sorta di buon augurio dalla spiritualità antica per gli abitanti dell’isola che celebrano i doni che la terra offre in quel periodo. Le memorie greche della Sicilia sono raccontate dal confronto con la scultura: la Venere di Siracusa e il calore della pelle rappresentato dalla pietra e la carnalità del suo gesto, il Satiro Danzante – ritrovato dopo secoli nei fondali marini di Mazara del Vallo – col corpo che pare spiccare un salto nell’aria, il Giovane di Mozia conservato in un museo circondato da alberi di pino, che incanta per la modernità dell’enorme pezzo di marmo bianco che lascia intravedere il corpo di un uomo.
Spalato, prima dimora e mausoleo dell’Imperatore Diocleziano, poi rifugio, infine città che oggi ospita quasi tremila persone. Ed ecco immagini di labirinti di case e palazzi, un luogo che non ha spazi esterni o interni ma racchiude entrambe le opzioni, le raffigurazioni delle quattro porte, ognuna con il nome di un metallo, che conducono sempre nella città-palazzo o palazzo-città.
Impossibile – dice Pedro Cano – dipingere Venezia dopo Turner. Bisognava individuare uno spunto molto veneziano ma non banale. E lo ha trovato nei colori malinconici della laguna e delle sue paline, i pali che spuntano dall’acqua, a volte attracco per le gondole ma spesso solitari, come nel libro di Joseph Brodsky su Venezia, che parla di vecchi specchi imprigionati negli oscuri palazzi dei canali e che, poiché nessuno li guarda, hanno dimenticato di riflettere le immagini.
Nove luoghi della memoria, nove rielaborazioni profonde e affascinanti del vagare di un artista, Pedro Cano, che diventano, da appunti di viaggio, testimonianze di civiltà, di antichità ma anche di futuro. Un Mediterraneo che trova nelle radici della propria storia anche quella dell’artista e del suo eterno vagabondare.
«Dopo la serie di lavori dedicati alle mura di Roma e l’esperienza unica del dialogo aperto con Italo Calvino nelle città invisibili, torno di nuovo agli acquarelli dedicando un ciclo al Mediterraneo» racconta Pedro Cano «il Mediterraneo è stato lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita, e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta, tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei viaggi. Un viaggio sentimentale saltando attraverso l’immenso specchio azzurro il cui nome, secondo lo scrittore croato Predrag Matvejevi?, trae l’origine dal fatto di essere situato tra le terre, Terre dove sono nate le più grandi civiltà occidentali e la cui diversità culturale, linguistica ed etnografica lo rendono un luogo unico nel mondo».
Attività collaterali
Incontri con l’artista
Domenica 27 gennaio 2013 Pedro Cano sarà a disposizione del pubblico per una visita guidata per adulti alle ore 11; alle ore 16 è in programma uno speciale incontro per bambini e famiglie per avvicinare al mondo della pittura e alla tecnica dell’acquerello in modo semplice e divertente, con la possibilità per i più piccini di sperimentare l’utilizzo di tavolozze e pennelli.
Iscrizione obbligatoria. Ingresso libero.
Corso di acquerello per bambini
Pedro Cano terrà nei pomeriggi di lunedì 28 e martedì 29 gennaio 2013 uno speciale corso di acquerello per bambini della scuola primaria. Una fantastica occasione per i più piccini per immergersi nel vivo dell’esperienza della pittura e dei colori.
Parteciperanno gli allievi della classe IV della scuola primaria San Giovanni Bosco di Treviso, accompagnati dalla maestra Manuela Mulato.
Corso di acquerello per adulti
Giovedì 31 gennaio, venerdì 1 e sabato 2 febbraio 2013 il maestro spagnolo terrà un corso di acquerello per giovani artisti. Le iscrizioni sonno state chiuse ai primi di gennaio.
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