Giorgetta Dorfles. Controcanto
Dal 30 Settembre 2012 al 17 Ottobre 2012
Trieste
Luogo: Sala Comunale d’Arte
Indirizzo: piazza Unità d’Italia 4
Orari: 10-13/ 17-20
Curatori: Marianna Accerboni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 040 6754033/ 040 6754850
E-Mail info: urp@comune.trieste.it
Sito ufficiale: http://www.retecivica.trieste.it
In esposizione una trentina di foto realizzate dal 2001 al 2011 in bianco e nero e a colori con tecnica sia analogica che digitale. La rassegna si articola in due sezioni: la prima, intitolata Il mondo nuovo, e la seconda Astrazioni.
Controcanto: il titolo - scrive Accerboni - allude alla posizione dell’artista che si colloca in contrasto e in dissonanza con la consueta visione della realtà e con la conformistica adesione ai canoni imperanti nella società dei consumi. Le sue foto, infatti, o sono apertamente critiche verso gli aspetti più deteriori della modernità - spreco, inquinamento, offese alla natura e al paesaggio - oppure mettono in risalto un sottofondo inquietante catturato tra le pieghe della normalità. Per ottenere questo effetto la Dorfles non ricorre ad alcuna tecnica legata ai programmi di photo-shop o di postproduzione, ma si affida al suo occhio che sa cogliere particolari che, stravolgendo il dato percettivo immediato, assumono un significato allusivo o simbolico.
Nella sezione “Il mondo nuovo” viene descritta una natura artificiale, dove le spighe del granoturco sono quasi concresciute nella plastica e gli alberi mostrano infiorescenze di sacchi lacerati simili a fantasmi. La feroce esecuzione delle bambole, oltre ad alludere alla rottamazione dei semplici giochi di un tempo che stimolavano l’immaginazione dei bambini, oggi costretti alla fruizione passiva di fronte a un monitor, ricorda anche la violazione e il sacrificio dell’infanzia nelle ultime guerre funestate da vittime civili.
Nella sezione “Astrazioni” la vena diventa più ispirata e meno descrittiva, cogliendo icone significanti estrapolate da un contesto di varia quotidianità. Le fonti d’ispirazione sono molteplici: dalla realtà urbana deformata, a un’interpretazione straniata e quasi lunare della natura, alla capacità di reinterpretare il reale attraverso un focus particolare e concentrato. Tuttavia il Leitmotiv della Dorfles rimane il medesimo in ambedue le sezioni: consegnarci un’interpretazione inconsueta e acutamente personale del dato reale, qualunque esso sia e da qualsiasi punto di vista venga recepito e analizzato. Annotazioni visive sottolineate quasi sempre da una sottile e convincente vena ironica che fa slittare il senso dell’immagine e da una titolazione “importante e narrativa”, che rimanda all’attività letteraria dell’autrice, atta ad offrire un’ulteriore chiave di lettura.
Sotto il profilo stilistico - conclude Accerboni - queste raffinate e scabre immagini rientrano nel prolifico filone del linguaggio espressionista, lessico dell’angoscia del ‘900, intrecciato a un approccio concettuale e a volte neorealista della realtà.
Giorgetta Dorfles In gioventù realizza alcuni cortometraggi sperimentali, citati nel Catalogo Cinema Underground Oggi (Mastrogiacomo Editore, Padova), che hanno vinto numerosi premi.
Trasferitasi a Roma, negli anni ‘70 ha lavorato come fotografa per un’agenzia di pubblicità e come fotoreporter per Il giornale di Roma; ha realizzato le foto di scena in alcune produzioni cinematografiche e televisive; fra l’altro ha seguito i Pooh ai Caraibi per documentare la registrazione e curare la promozione della compilation Tropico del Nord. Tornata a Trieste, ha collaborato alle pagine culturali del Meridiano, Trieste Oggi e Il Piccolo, corredando talvolta interviste ed inchieste con reportage fotografici. Nel 2000 ha ripreso l’attività di video-maker con una serie di videopoesie, Inclusioni, presentata in due rassegne nazionali: Videospritz 2 di Trieste Contemporanea e Residenze estive 2007 dell’Almanacco del Ramo d’Oro. Nell’ambito di una più vasta attività letteraria, è uscito il libro di poesie La linea del tempo, che include una videopoesia ed è illustrato da foto dell’autrice.
Controcanto: il titolo - scrive Accerboni - allude alla posizione dell’artista che si colloca in contrasto e in dissonanza con la consueta visione della realtà e con la conformistica adesione ai canoni imperanti nella società dei consumi. Le sue foto, infatti, o sono apertamente critiche verso gli aspetti più deteriori della modernità - spreco, inquinamento, offese alla natura e al paesaggio - oppure mettono in risalto un sottofondo inquietante catturato tra le pieghe della normalità. Per ottenere questo effetto la Dorfles non ricorre ad alcuna tecnica legata ai programmi di photo-shop o di postproduzione, ma si affida al suo occhio che sa cogliere particolari che, stravolgendo il dato percettivo immediato, assumono un significato allusivo o simbolico.
Nella sezione “Il mondo nuovo” viene descritta una natura artificiale, dove le spighe del granoturco sono quasi concresciute nella plastica e gli alberi mostrano infiorescenze di sacchi lacerati simili a fantasmi. La feroce esecuzione delle bambole, oltre ad alludere alla rottamazione dei semplici giochi di un tempo che stimolavano l’immaginazione dei bambini, oggi costretti alla fruizione passiva di fronte a un monitor, ricorda anche la violazione e il sacrificio dell’infanzia nelle ultime guerre funestate da vittime civili.
Nella sezione “Astrazioni” la vena diventa più ispirata e meno descrittiva, cogliendo icone significanti estrapolate da un contesto di varia quotidianità. Le fonti d’ispirazione sono molteplici: dalla realtà urbana deformata, a un’interpretazione straniata e quasi lunare della natura, alla capacità di reinterpretare il reale attraverso un focus particolare e concentrato. Tuttavia il Leitmotiv della Dorfles rimane il medesimo in ambedue le sezioni: consegnarci un’interpretazione inconsueta e acutamente personale del dato reale, qualunque esso sia e da qualsiasi punto di vista venga recepito e analizzato. Annotazioni visive sottolineate quasi sempre da una sottile e convincente vena ironica che fa slittare il senso dell’immagine e da una titolazione “importante e narrativa”, che rimanda all’attività letteraria dell’autrice, atta ad offrire un’ulteriore chiave di lettura.
Sotto il profilo stilistico - conclude Accerboni - queste raffinate e scabre immagini rientrano nel prolifico filone del linguaggio espressionista, lessico dell’angoscia del ‘900, intrecciato a un approccio concettuale e a volte neorealista della realtà.
Giorgetta Dorfles In gioventù realizza alcuni cortometraggi sperimentali, citati nel Catalogo Cinema Underground Oggi (Mastrogiacomo Editore, Padova), che hanno vinto numerosi premi.
Trasferitasi a Roma, negli anni ‘70 ha lavorato come fotografa per un’agenzia di pubblicità e come fotoreporter per Il giornale di Roma; ha realizzato le foto di scena in alcune produzioni cinematografiche e televisive; fra l’altro ha seguito i Pooh ai Caraibi per documentare la registrazione e curare la promozione della compilation Tropico del Nord. Tornata a Trieste, ha collaborato alle pagine culturali del Meridiano, Trieste Oggi e Il Piccolo, corredando talvolta interviste ed inchieste con reportage fotografici. Nel 2000 ha ripreso l’attività di video-maker con una serie di videopoesie, Inclusioni, presentata in due rassegne nazionali: Videospritz 2 di Trieste Contemporanea e Residenze estive 2007 dell’Almanacco del Ramo d’Oro. Nell’ambito di una più vasta attività letteraria, è uscito il libro di poesie La linea del tempo, che include una videopoesia ed è illustrato da foto dell’autrice.
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