Omaggio a Mirò
![Joan Mirò, <em>Le lézard aux plumes d'or III, </em>1967 Joan Mirò, <em>Le lézard aux plumes d'or III, </em>1967](http://www.arte.it/foto/600x450/ce/141273-1_Le_l_zard_aux_plumes_d_or_3_.jpg)
Joan Mirò, Le lézard aux plumes d'or III, 1967
Dal 29 Aprile 2023 al 24 Settembre 2023
Trieste
Luogo: Museo Revoltella
Indirizzo: Via Armando Diaz 27
Orari: dal Lunedì al Venerdì: dalle ore 09,00 alle ore 19,00. Sabato e Domenica: dalle ore 09,00 alle ore 20,00. Chiusura il Martedì. Ultimo ingresso trenta minuti prima della chiusura
Curatori: Achille Bonito Oliva
Costo del biglietto: da 5 a 17 euro. Gratuito fino a 6 anni
Telefono per informazioni: +39 351 3364334
E-Mail info: prenotazioni@navigaresrl.com
La mostra “Omaggio a Mirò” intende proporre un percorso attraverso il mondo creativo di uno dei maggiori artisti dell’arte del Novecento. L’artista esponente della corrente surrealista, assieme a Picasso e Dalì, forma quello straordinario trittico di artisti spagnoli che hanno cambiato il corso della storia dell’arte. La mostra, che assume un carattere antologico, si avvale, tra le altre, di una sezione dedicata alla collaborazione con la famosa rivista Derrière Le Miroir, edita dalla mitica galleria Maeght, per la quale realizzò quelli che vengono definiti veri capolavori di grafica. Attorno a questa straordinaria sezione vi sono dipinti, disegni, ceramiche, libri e fotografie a documentare tutto il suo percorso creativo.
Il progetto intende portare in evidenza la figura di Joan Mirò, il grande artista spagnolo, attraverso circa 100 opere in un percorso che racconta l’avventura nella gioia di vivere di Mirò, cantore del colore, del segno e dell’aspetto gioioso e ludico dell’arte.
Il percorso espositivo sarà̀ accompagnato da una importante sezione fotografica e da video che racconteranno il privato e il pubblico del grande maestro del surrealismo europeo e le sue collaborazioni con la rivista Derrière Le Miroir e al libro illustrato Parler Seul con i versi di Tristan Tzara e con le sue litografie.
L’importante nucleo di opere presente a Trieste propone al pubblico un periodo di sei decenni della carriera di Joan Mirò, dal 1924 al 1981, concentrandosi in particolare sulla trasformazione dei linguaggi pittorici che l’artista catalano iniziò a sviluppare nella prima metà degli anni ’20 e documentando le sue metamorfosi artistiche nei campi del disegno, pittura, collage e opere di tappezzeria.
Il pensiero visuale di Mirò, il suo modo di lavorare con i sensi, dalla vista al tatto, e i processi di elaborazione delle sue opere ssi osservano nel dettaglio. Nel corso della carriera, Joan Miró ribadì sempre l’importanza della materialità come fondamento della propria pratica artistica. Ciò non significa che i materiali gli imponessero tutti gli aspetti della raffigurazione: in diversi momenti egli produsse elaborati bozzetti preparatori anche per le opere più spartane e apparentemente spontanee.
Il progetto intende portare in evidenza la figura di Joan Mirò, il grande artista spagnolo, attraverso circa 100 opere in un percorso che racconta l’avventura nella gioia di vivere di Mirò, cantore del colore, del segno e dell’aspetto gioioso e ludico dell’arte.
Il percorso espositivo sarà̀ accompagnato da una importante sezione fotografica e da video che racconteranno il privato e il pubblico del grande maestro del surrealismo europeo e le sue collaborazioni con la rivista Derrière Le Miroir e al libro illustrato Parler Seul con i versi di Tristan Tzara e con le sue litografie.
L’importante nucleo di opere presente a Trieste propone al pubblico un periodo di sei decenni della carriera di Joan Mirò, dal 1924 al 1981, concentrandosi in particolare sulla trasformazione dei linguaggi pittorici che l’artista catalano iniziò a sviluppare nella prima metà degli anni ’20 e documentando le sue metamorfosi artistiche nei campi del disegno, pittura, collage e opere di tappezzeria.
Il pensiero visuale di Mirò, il suo modo di lavorare con i sensi, dalla vista al tatto, e i processi di elaborazione delle sue opere ssi osservano nel dettaglio. Nel corso della carriera, Joan Miró ribadì sempre l’importanza della materialità come fondamento della propria pratica artistica. Ciò non significa che i materiali gli imponessero tutti gli aspetti della raffigurazione: in diversi momenti egli produsse elaborati bozzetti preparatori anche per le opere più spartane e apparentemente spontanee.
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